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19 Giugno 2025
6:00

Qui è dove l’URSS ha effettuato più di 400 test nucleari: il Poligono di Semipalatinsk

Tra il 1949 e il 1989 presso il Poligono di Semipalatinsk, localizzato nel Kazakistan orientale, l'Unione Sovietica effettuò 456 test atomici, comprendenti detonazioni sia atmosferiche che sotterranee, esponendo la popolazione locale ad altissimi livelli di radiazioni ionizzanti.

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Qui è dove l’URSS ha effettuato più di 400 test nucleari: il Poligono di Semipalatinsk
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Il poligono di Semipalatinsk, localizzato in una zona remota delle steppe orientali del Kazakistan, ha rappresentato uno dei principali centri di sperimentazione nucleare dell'Unione Sovietica durante il periodo di intensa rivalità nella corsa agli armamenti con gli Stati Uniti. Tra il 1949 e il 1989, nel sito furono eseguiti complessivamente 456 test atomici, comprendenti sia di detonazioni atmosferiche che sotterranee e si stima che circa 220 mila residenti locali siano stati esposti a livelli estremamente elevati di radiazioni ionizzanti. L'area era soggetta a rigorose misure di sicurezza e l'accesso alle informazioni relative alle attività di sperimentazioni era limitato esclusivamente a un ristretto numero di funzionari di alto rango dell'URSS. Soltanto con la conclusione della Guerra Fredda e la conseguente dismissione e chiusura della maggior parte dei siti nucleari, i dettagli sulle operazioni condotte vennero resi pubblici, suscitando una forte indignazione tra la popolazione locale.

Sviluppo del programma nucleare sovietico

Il programma nucleare sovietico fu avviato ufficialmente nel 1941 sotto la direzione scientifica del fisico nucleare Igor Vasilyevich Kurchatov e la supervisione dei più stretti collaboratori politici di Stalin. Fino al 1945, il progetto beneficiò di finanziamenti limitati; tuttavia, a seguito del lancio delle bombe atomiche statunitensi su Hiroshima e Nagasaki, la leadership sovietica ordinò un'accelerazione sostanziale nello sviluppo dell'ordigno nucleare. Tale decisione determinò un significativo potenziamento delle infrastrutture di ricerca, dei reattori a uso militare e del contingente scientifico impegnato, con l'obiettivo di ottimizzare i tempi di realizzazione. In tale contesto, le steppe orientali kazake furono designate come sito idoneo per la sperimentazione delle armi atomiche sovietiche e venne istituito il "Poligono nucleare di Semipalatinsk" (noto anche come "Semipalatinsk-21"), che nel corso degli anni divenne uno dei luoghi con i più elevati livelli di contaminazione radioattiva dell'epoca.

L'area del Poligono di Semipalatinsk, situata nel nord-est del Kazakistan, a sud della valle del fiume Irtysh, si estendeva per circa 18 mila km2 e fu selezionata sulla base dell'erronea supposizione che le steppe circostanti fossero disabitate. Il sito fu concepito come un complesso dedicato alla rilevazione e alla misurazione dei parametri delle esplosioni nucleari in condizioni sperimentali ambientali reali. Al centro dell'area destinata all'esecuzione dei test si trova tuttora un cratere noto come "L'epicentro", luogo in cui furono condotti numerosi esperimenti, incluso il primo storico del 29 agosto 1949 ("First Lighting"). Da quel dì fino al 1989, nel Poligono vennero eseguiti complessivamente 456 esplosioni nucleari, con una potenza di detonazione complessiva quattrocento volte superiore quella della bomba di Hiroshima nel solo periodo 1949-1963. 116 test furono effettuati all'aperto fino al 1962, anno in cui l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ONU) introdusse il divieto di  sperimentazione atmosferica. Successivamente, a seguito della ratifica del Trattato di Messa a Bando Parziale dei Test Nucleari (PTBT) del 1963, le autorità sovietiche eseguirono i restanti 340 test esclusivamente in strutture sotterranee e in tunnel appositamente scavati.

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Lago di Chagan, un bacino artificiale formatosi in seguito ai test nucleari. Credit: Google Earth

Il primo test nucleare sotterraneo fu condotto il 15 gennaio 1965 nelle vicinanze dell'antico alveo del fiume Chagan, localizzazione selezionata strategicamente in modo che il bordo del cratere generato potesse agire da diga naturale per contenere le acque durante il picco di portata primaverile del corso fluviale. La detonazione determinò lo spostamento di oltre 200 milioni di tonnellate di materiale terroso, generando una cavità con un diametro di 408 metri e una profondità di 100 metri. All'interno di tale depressione si formò un bacino artificiale, che prese il nome di Lago Chagan o Lago Balapan.

La chiusura del poligono

Il 29 agosto del 1991 il sito di sperimentazione atomica fu ufficialmente dismesso, contestualmente alla caduta dell'Unione Sovietica e alla divulgazione degli effetti nocivi dell'esposizione alle radiazioni sulla popolazione locale e sull'ambiente circostante. In tale occasione, il presidente della neonata Repubblica del Kazakistan Nursultan Nazarbayev, annunciò l'abbandono della politica di sviluppo e sfruttamento dell'energia nucleare a fini bellici. Tra il 1995 e il 2012 furono condotte operazioni di bonifica, con un investimento complessivo di circa 150 milioni di dollari, durante le quali vennero sigillati oltre 180 tunnel e 13 pozzi utilizzati nel corso dei vari test e adottate misure di messa in sicurezza per una significativa quantità di plutonio residuo presente nell'area.

Gli studi scientifici effettuati dopo la dismissione del sito hanno evidenziato una significativa dispersione di radionuclidi nelle matrici ambientali circostanti, con conseguente contaminazione di un'area stimata in 300 mila km2, una superficie confrontabile con quella della Germania. L'analisi epidemiologica ha rivelato un impatto sanitario diretto su circa 220 mila residenti nelle zone limitrofe al sito, con un incremento statisticamente significativo dell'incidenza di neoplasie, in particolare tumori maligni e patologie tiroidee, riconducibili all'esposizione prolungata a radiazioni ionizzanti. Ulteriori indagini condotte su soggetti in età pediatrica e adolescenziale hanno sottolineato alterazioni genetiche in specifiche sequenze del DNA coinvolte nella gametogenesi, ossia nei processi di formazione delle cellule germinali.

L'attuale stato di conservazione del sito

Attualmente l'area del Poligono ospita l'Istituto kazako per la Sicurezza Radiologica e l'Ecologia, nonché tre dei quattro reattori nucleari di ricerca presenti sul territorio nazionale, due laboratori dotati di ciclotrone e due acceleratori di particelle. Le principali attività del complesso di ricerca comprendono il monitoraggio e la stabilizzazione delle condizioni radioecologiche dell'area, il controllo delle sorgenti di radiazioni ionizzanti (IRS), la raccolta, il trattamento e lo smaltimento sicuro delle scorie radioattive. Inoltre, l'area è interessata da un fenomeno di turismo specializzato, con operatori locali che organizzano visite guidate a pagamento all'interno delle strutture dismesse. Contestualmente, si registrano attività clandestine finalizzate all' estrazione non autorizzata di metalli preziosi presenti nel sottosuolo, con conseguenti rischi sia ambientali che di sicurezza.

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