Imporanti novità per ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor), il reattore sperimentale a fusione nucleare più grande al mondo che verrà realizzato a Cadarache (in Francia) grazie a una collaborazione di scienziati e ingegneri di 35 Paesi. Una volta terminato, potrebbe essere il primo grande reattore a produrre energia sfruttando lo stesso fenomeno fisico con cui il Sole e le altre stelle producono energia. Come annunciato dal direttore generale del progetto, Piero Barabaschi, l'inizio delle operazioni scientifiche è previsto per il 2034 e la data per la produzione di reazioni di fusione è stata posticipata al 2039, con un ritardo di 4 anni rispetto alla tabella di marcia precedente. I motivi dichiarati stanno nei rallentamenti causati dalla pandemia di COVID-19 e la necessità di svolgere lavori di riparazione per alcuni componenti vitali per il futuro reattore. Questo ritardo avrà con ogni probabilità anche un impatto non trascurabile anche dal punto di vista economico: parliamo di 5 miliardi di dollari extra rispetto ai 20 inizialmente stanziati.
Non è la prima volta che il progetto ITER vede slittamenti: gli ultimi ritardi erano stati annunciati lo scorso anno e da quando il progetto è cominciato, nel 2006, le date sono state spostate più volte e i costi sono aumentati di conseguenza. Questo è in realtà normale per progetti enormi e innovativi come appunto ITER: pensiamo per esempio al telescopio spaziale James Webb della NASA, che ha accumulato un decennio di ritardo, durante quale il suo budget è aumentato di 10 miliardi. In compenso, il telescopio ora sta dando risultati scientifici ben superiori alle aspettative della comunità scientifica. Da questo punto di vista, il team di ITER ha gestito i ritardi e l'aumento del budget in un modo molto intelligente: riorganizzando i vari step della tabella di marcia in modo da avere un risultato finale più avanzato dal punto di vista scientifico e tecnologico, per esempio grazie alla sostituzione di alcuni componenti del reattore. In particolare, Barabaschi ha annunciato che il lavoro di ricerca scientifica potrà cominciare non appena verrà prodotto il plasma, cosa che non era prevista nella precedente roadmap.
Quale sarà quindi il futuro di questo imponente reattore a fusione nucleare? Una possibile risposte viene dalla professoressa Sibylle Günte, direttrice del Max Planck Institute for Plasma Physics:
Questo risultato significa che il lavoro di ricerca su ITER inizierà più tardi. Ma il ritardo è minore di quanto si temesse. L'importante è che ITER inizierà a funzionare scientificamente nel 2034 e sarà in grado di lavorare su plasmi di deuterio-deuterio e con la piena energia magnetica nel 2036 – quest'ultimo è un ritardo di tre anni rispetto al piano originale. Il funzionamento con il combustibile di fusione deuterio-trizio è previsto per il 2039.