Il satellite ERS-2 (European Remote Sensing 2) dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) sta per terminare la sua missione lunga 16 anni bruciando in maniera incontrollata al rientro in atmosfera. Le ultime stime fornite dallo Space Debris Office dell'ESA prevedono che la caduta del satellite e il suo rientro incontrollato sulla terra avverrà alle 21:53 italiane del 21 febbraio 2024, con un margine di incertezza di circa 7 ore dovuto principalmente all’influenza dell’imprevedibile attività solare, che influenza la densità dell’atmosfera terrestre e quindi la resistenza subita dal satellite. Le previsioni sono regolarmente aggiornate e, come potete vedere dal grafico qui sotto, la loro incertezza si riduce progressivamente man mano che nuovi dati vengono raccolti.
Il satellite ERS-2 è stato lanciato il 21 aprile 1995 dallo spazioporto di Kourou nella Guyana francese dall'ESA. Il suo scopo, pienamente raggiunto, è stato quello di gettare le basi per il futuro dell’osservazione europea della Terra e di raccogliere dati preziosi sulle superficie terrestre, sugli oceani e sulle calotte polari della Terra. Il satellite ha anche contribuito al monitoraggio di disastri naturali, come inondazioni o terremoti in parti remote del mondo.
Non sappiamo ancora dove cadrà il satellite ERS-2
Il rientro è purtroppo incontrollato perché dopo 16 anni di onorato servizio, il satellite ha esaurito il suo carburante e di conseguenza non può accendere i suoi propulsori per controllare la discesa.
Secondo le simulazioni il satellite, che ha una massa di circa 2294 kg, dovrebbe disintegrarsi a circa 80 km dalla superficie terrestre in diversi frammenti a causa dell'attrito con l'atmosfera terrestre. La maggior parte dei frammenti brucerà in atmosfera, ma c'è una possibilità che i frammenti più grandi possano sopravvivere all'attrito atmosferico e impattare il suolo.
Data la natura incontrollata del rientro, non è possibile dire con certezza dove cadrà il satellite fino a pochissime orbite prima dell'effettivo rientro. Data l'attuale traiettoria e la predominanza di superficie oceanica sul nostro pianeta, i frammenti più grandi del satellite cadranno probabilmente nell'oceano o in una zona disabitata e non su qualche centro abitato.
Perchè la caduta del satellite dell'ESA sulla Terra non deve preoccuparci
La probabilità di essere colpiti da un detrito spaziale è infatti di appena una su 100 miliardi: più bassa di fare 6 al SuperEnalotto! Non ci sono quindi al momento motivi per preoccuparsi. In aggiunta, nessuno dei frammenti del satellite conterrà sostanze tossiche o radioattive.
Per evitare questi rischi, seppur molto piccoli, negli ultimi anni le agenzie spaziali progettano le missioni delle sonde orbitanti in modo che al termine della loro operatività rientrino sempre in modo controllato in luoghi dove non possano fare danni: particolarmente gettinato il Punto Nemo in mezzo all'Oceano Pacifico.
Questi rientri incontrollati stanno dunque diventando sempre più l'eccezione piuttosto che la norma. Tra i esempi più recenti di rientri incontrollati ricordiamo quelli dei razzi cinesi Lunga Marcia, lanciati per costruire la stazione spaziale cinese Tiangong, che erano più grandi e pesanti rispetto a ERS-2.
Come mai non viene lasciato in orbita
Dopo aver terminato la sua missione, a seguito dell'adozione da parte dell'ESA nel 2008 di una politica di mitigazione dei detriti spaziali, l'agenzia spaziale europea ha deciso di non lasciare il satellite al suo destino, ma di usare il carburante residuo per effettuare delle correzioni orbitali che portassero il satellite in una orbita a bassa probabilità di impatto con altri satelliti. Con una serie di 66 manovre, l'orbita del satellite è passata da 785 a 573 km sopra la superficie terrestre. L'attrito, seppur minimo, con l'atmosfera avrebbe poi fatto de-orbitare spontaneamente il satellite fino a bruciare in essa, come sta avvenendo in questi giorni.