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27 Luglio 2022
15:30

Cosa sappiamo sul razzo cinese in caduta libera sulla Terra e perché non c’è da preoccuparsi

Tra qualche giorno un razzo cinese Lunga Marcia rientrerà a terra in modo incontrollato. Facciamo il punto della situazione e capiamo cosa succede e perché.

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Cosa sappiamo sul razzo cinese in caduta libera sulla Terra e perché non c’è da preoccuparsi
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Credit: CASC

Base spaziale di Wenchang, isola di Hainan, Cina. Alle ore 14:25 locali del 24 luglio 2022 lascia il suolo il razzo Lunga Marcia 5B. Obiettivo: portare in orbita il secondo modulo della stazione spaziale cinese Tiangong, chiamato Wentian. L'operazione è avvenuta con successo, ma le preoccupazioni riguardano il fatto che il razzo (lungo 18 metri e pesante 25 tonnellate) rientrerà in modo incontrollato a terra attorno al 31 luglio. Non sappiamo esattamente quando, e soprattuto non sappiamo esattamente dove cadrà la pioggia di detriti – anche se, come vedremo a breve, non è il caso di farsi prendere dal panico e di creare allarmismi.

Perché il razzo cadrà a terra?

Generalmente, i razzi che trasportano materiale in orbita sono dotati di due stadi distinti. Il primo offre soltanto la spinta iniziale, terminata la quale si distacca dal secondo stadio (che continua il suo viaggio con a bordo il payload da portare nello spazio) e ricade in totale sicurezza nell'oceano, in un'area disabitata o – se è riutilizzabile come quelli di SpaceX – viene recuperato per essere usato in lanci successivi.

Il primo stadio di un razzo Falcon 9 di SpaceX subito dopo essere rientrato sulla piattaforma "Of Course I Still Love You" nell'oceano Atlantico.
Il primo stadio di un razzo Falcon 9 di SpaceX subito dopo essere rientrato sulla piattaforma "Of Course I Still Love You" nell’oceano Atlantico (credit: SpaceX Photos – CRS–8).

Nel caso della stazione spaziale cinese, però, i moduli da portare in orbita sono molto grandi e pesanti. Il modulo Wentian lanciato il 24 luglio, per esempio, ha una stazza di ben 22 tonnellate. Questo significa che un razzo convenzionale a due stadi non ha abbastanza spazio nel secondo stadio per ospitare un payload così grande. Ecco quindi che l'agenzia spaziale cinese ha sviluppato una versione del suo razzo più potente, il Lunga Marcia 5, dotato di un solo stadio e di un'ogiva abbastanza capiente per contenere i moduli della stazione spaziale. Questo è appunto il Lunga Marcia 5B.

Render grafico del razzo Lunga Marcia 5B.
Render grafico del razzo Lunga Marcia 5B.

Avendo un solo stadio, questo razzo non può rientrare a terra subito dopo il decollo ma deve essere immesso in orbita attorno alla Terra, in questo caso a 350 km di quota. A questa distanza dal suolo l'atmosfera è estremamente rarefatta, ma non completamente assente. L'attrito con l'atmosfera farà quindi avvicinare progressivamente il razzo al suolo, causandone di fatto una caduta totalmente incontrollata – spesso, quando un oggetto spaziale rientra, lo fa invece in modo controllato, cioè in modo da sapere dove e quando cadrà, tipicamente nel cosiddetto Punto Nemo in mezzo all'Oceano Pacifico.

Che cosa sappiamo sulla caduta del razzo cinese

Le informazioni a nostra disposizione vengono soprattutto dalla statunitense Aerospace Corporation, in particolare il Center for Orbital Reentry and Debris Studies (CORDS), istituito nel 1997 per monitorare i detriti spaziali, le loro collisioni e, per l'appunto, i loro rientri a terra.

Il CORDS ha analizzato i dati raccolti dallo Space Surveillance Network della Space Force americana, calcolando grazie ai propri modelli (che in passato si sono rivelati particolarmente precisi) che il momento più probabile per il rientro del Lunga Marcia 5B saranno – nel momento in cui questo articolo viene scritto – le 9:52 (ore italiane) del 31 luglio, con un'incertezza di 22 ore. Questa incertezza andrà via via riducendosi man mano che verranno raccolti altri dati.
Al momento è invece  impossibile prevedere dove cadranno i detriti del razzo. Per ora sappiamo solo che il rientro avverrà tra i 41° di latitudine Nord e i 41° di latitudine sud, ma nei prossimi giorni verranno calcolate previsioni sempre più accurate.

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La fascia attorno all’Equatore dove è possibile il rientro del Lunga Marcia 5B. L’icona gialla indica il punto in cui si prevede si troverà il razzo nell’istante centrale della finestra di rientro (credit: CORDS).

Sappiamo inoltre che statisticamente buona parte degli stadi che rientrano brucia in atmosfera per via dell'attrito con l'atmosfera; mediamente riesce ad arrivare a terra il 20-40% dello stadio. In questo caso parliamo quindi di 5-10 tonnellate di detriti destinate a raggiungere la superficie terrestre.

Dobbiamo preoccuparci?

Non c'è alcun motivo per creare allarmismo. Sebbene l'idea che svariate tonnellate cadranno a terra non si sa dove e non si sa quando sia spiacevole, le probabilità che i detriti cadano nell'oceano o in un'area totalmente disabitata (che insieme costituiscono il 90% della superficie terrestre) sono altissime. La stessa cosa, tra l'altro, è già successa altre due volte negli ultimi due anni con i razzi Lunga Marcia 5B. Il primo lancio di questa versione del razzo è stata nel maggio 2020, e apparentemente alcuni detriti sono caduti nello stato della Costa d'Avorio senza fare danni né tantomeno ferire nessuno. Fece molta più notizia il rientro incontrollato del 5B che nel maggio 2021 portò in orbita il primo modulo della stazione spaziale cinese. I detriti caddero nell'oceano Indiano, non distante dalla costa delle Maldive, anche in questo caso senza alcun danno.

La controversia politica

Il fatto che non ci sia motivo di preoccuparsi non significa però approvare il modo in cui l'agenzia spaziale cinese gestisce i suoi Lunga Marcia 5B. Sebbene il rischio sia minimo, comunque non è zero, e soprattutto non è inevitabile. Di rientri incontrollati infatti ce ne sono stati tanti, ma nessuno di questi era intenzionale. Quelli dei razzi Lunga Marcia 5B, invece, sono deliberati e anzi previsti dal design delle missioni.
Come ci si può aspettare, questo ha innescato una polemica diplomatica internazionale. Lo scorso anno, l'amministratore della NASA Bill Nelson, per esempio, dichiarò quanto segue:

Le nazioni in grado di lanciare satelliti devono minimizzare i rischi dei rientri di detriti spaziali per le persone e le proprietà sulla Terra, e massimizzare la trasparenza riguardo queste operazioni. È chiaro che la Cina sta fallendo nel garantire degli standard responsabili riguardanti i detriti spaziali.

La Cina dovrebbe lanciare il prossimo Lunga Marcia 5B quest'autunno, per portare in orbita il terzo modulo della stazione spaziale Tiangong.

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Filippo Bonaventura
Content editor coordinator
Laureato in Astrofisica all’Università di Trieste e ha conseguito un Master in Comunicazione della Scienza presso la SISSA di Trieste. È stato coordinatore della rivista di astronomia «Le Stelle», fondata da Margherita Hack. Insieme a Lorenzo Colombo e Matteo Miluzio gestisce il progetto di divulgazione astronomica «Chi ha paura del buio?». Vive e lavora a Milano.
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