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15 Ottobre 2025
16:27

Scoperta una grande scogliera corallina sotto il Golfo di Napoli a 500m di profondità: cosa nasconde

Durante la spedizione scientifica "Demetra" del CNR nel Canyon Dohrn nel Golfo di Napoli, è stata scoperta un'enorme scogliera corallina 500m sott'acqua e costituita da coralli bianchi. Questa struttura, molto rara nel Mediterraneo, ospita una grande biodiversità che la spedizione punta a conservare.

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Scoperta una grande scogliera corallina sotto il Golfo di Napoli a 500m di profondità: cosa nasconde
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Credit: MDPI, modificato da Sacchi et al., 2019

A 500 metri di profondità nel Canyon Dohrn del Golfo di Napoli è stata scoperta una grande scogliera corallina bianca molto rara nel Mar Mediterraneo: a svelarla è stato un gruppo di ricercatori impegnati nella spedizione scientifica “Demetra”, a bordo della nave da ricerca Gaia Blu del CNR (Centro Nazionale delle Ricerche). La scoperta è avvenuta grazie a un veicolo sottomarino comandato a distanza (ROV), che ha rivelato antiche strutture di coralli bianchi di grandi dimensioni lungo una parete verticale alta più di 80 m, particolarmente rare nel Mare Nostrum. Questo habitat ospita una notevole biodiversità di grande interesse scientifico e organismi fossili che costituiscono un’importante testimonianza della storia geologica dell’area. L’obiettivo della spedizione è quello di proteggere e rigenerare l’habitat dei coralli bianchi.

Cosa nasconde la grande scogliera corallina nel Golfo di Napoli

La scogliera corallina è stata individuata nell’ambito della spedizione “Demetra”, che fa parte del progetto europeo LIFE DREAM ed è coordinata dall'Istituto di scienze marine del Cnr (Cnr-Ismar) con il coinvolgimento della Stazione Zoologica Anton Dohrn, l'Università Politecnica delle Marche e l'Università Federico II di Napoli. Il luogo della scoperta è il Canyon Dohrn nel Golfo di Napoli, che supera i 1000 m sotto il livello del mare ed è uno dei punti più profondi del Mar Mediterraneo. Il canyon sottomarino, il cui ambiente è ancora poco conosciuto, presenta pareti ripide e si biforca in due rami. L’esplorazione di ambienti così profondi è molto complessa e richiede l’impiego di robot a controllo remoto (ROV, Remotely Operated Vehicle) dotati di bracci meccanici e telecamere, in grado di calarsi negli abissi e restituire immagini di ciò che incontrano.

In questo caso i robot hanno individuato imponenti strutture larghe oltre 2 m e distribuite lungo una parete verticale alta più di 80 m, costituite da coralli bianchi (così chiamati per l’assenza di colorazione), ovvero coralli duri di profondità che comprendono le specie Desmophyllum pertusum e Madrepora oculata. Questa scogliera ospita anche coralli neri, coralli solitari, spugne e altre specie piuttosto rare nel Mediterraneo, come il bivalve Acesta excavata e l’ostrica di profondità Neopycnodonte zibrowii. Il sito non ospita solo organismi viventi, ma conserva anche testimonianze fossili della biodiversità che nel passato caratterizzava il canyon, tra cui tracce di antichi coralli e ostriche. La scogliera corallina costituisce un ritrovamento raro nel nostro mare, per tipo di specie ed estensione.

Giorgio Castellan, capo missione della campagna e ricercatore del Cnr-Ismar di Bologna, sostiene che:

La scoperta rappresenta un tassello fondamentale per comprendere il ruolo ecologico degli habitat a coralli profondi e la loro distribuzione, soprattutto nell'ottica di azioni di tutela e restauro.

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I coralli bianchi scoperti nelle profondità del Golfo di Napoli. Credit: CNR

La missione Demetra del CNR che ha scoperto la scogliera corallina

La spedizione “Demetra” a bordo della nave Gaia Blu del CNR ha esplorato i fondali del Golfo di Napoli e il Canyon di Bari per studiare gli habitat profondi e ricchi di biodiversità dove vivono coralli e ostriche. Uno degli obiettivi principali è il ripristino degli habitat, grazie a robot dotati di bracci in grado di rimuovere rifiuti e attrezzi incastrati nei coralli. Un altro obiettivo è il controllo degli “ecoreef”, strutture artificiali stampate in 3D e realizzate con materiali ecologici, che erano state posizionate nel 2024 per aiutare nuovi coralli a insediarsi nelle zone più danneggiate. Per assicurare il monitoraggio puntuale del sito e degli effetti delle azioni di ripristino è stato inoltre previsto di collocare speciali strumenti dotati di telecamere e sensori in grado di misurare parametri come temperatura e salinità. In questo modo si acquisiranno maggiori dati sull’ambiente profondo, che permetteranno anche di valutare le conseguenze del cambiamento climatico.

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La nave da ricerca Gaia Blu. Credit: CNR
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