
Nel silenzio caldo e umido di una foresta thailandese, i ricercatori dell’Università Chulalongkorn stavano scavando tra la terra e le radici quando si sono trovati davanti un piccolo corpo bicolore. Da un lato bianco, dall’altro arancione vivo: un contrasto talmente netto da sembrare dipinto. Era un ragno mai visto prima, appartenente al genere Damarchus, ma con una particolarità che lo rendeva unico: metà maschio e metà femmina. Questa scoperta, appena pubblicata sulla rivista Zootaxa da Kunsete e colleghi, rappresenta il il primo caso di ginandromorfismo (un unico corpo metà maschio e metà femmina) mai registrato nella famiglia Bemmeridae e ha portato alla definizione di una nuova specie, Damarchus inazuma sp. nov. Nello stesso studio vengono infatti descritti con precisione anche il maschio e la femmina della nuova specie. La ricerca, nata da osservazioni sul campo e da analisi morfologiche condotte con microscopi e fotografie ad alta risoluzione, unisce tassonomia e biologia dello sviluppo, aprendo una finestra su un fenomeno ancora poco compreso nei ragni primitivi. Il nome inazuma (che in giapponese significa “fulmine”) è un omaggio a un personaggio del manga One Piece capace di cambiare sesso: un riferimento perfetto per un ragno che racchiude entrambi i sessi nello stesso corpo.
Cosa sono i ragni Bemmeridae e perché sono conosciuti
I Bemmeridae sono ragni appartenenti al sottordine dei migalomorfi, parenti lontani dei più noti tarantolidi (che includono le tarantole). Comprendono solo quattro generi — Atmetochilus, Damarchus, Homostola e Spiroctenus — e si trovano soprattutto tra l’Africa australe e l’Asia tropicale.
Finora il genere Damarchus contava nove specie conosciute, distribuite tra India, Malesia, Myanmar e Thailandia, ma gli studiosi sospettavano da tempo che potessero esisterne molte altre. I ricercatori thailandesi hanno raccolto gli esemplari nel 2019 e 2021 a Nong Rong in Phanom Thuan. Le tane erano scavate nel suolo, in zone sia disturbate dall’attività umana sia protette all’interno della foresta. Dopo la raccolta, i campioni sono stati conservati in etanolo al 95% e poi analizzati con dei microscopi.
Caratteristiche della nuova specie Damarchus inazuma
Il maschio di Damarchus inazuma misura 17 millimetri, con corpo ricoperto da una patina biancastra e zampe robuste. Si distingue dalle specie affini per tre spine dritte sulla "tibia" della prima zampa e una parte del bulbo copulatore, detta "embolus", lunga e curva. La femmina, invece, è più grande — circa 23 millimetri — e di colore arancio vivo, con spermateche (gli organi che nelle femmine della specie fungono da sacche in cui vengono accolti gli spermatozoi per la fecondazione) allungate e incurvate verso l’interno. Entrambi i sessi presentano quattro filiere (gli organi che producono la seta) e una caratteristica “pettinatura” di spine sulle zampe posteriori, utile per pulire la seta. Gli autori, comunque, sottolineano che la classificazione del gruppo è ancora incerta e che serviranno studi molecolari per confermarne la posizione evolutiva.

Il ragno ginandromorfo metà maschio e metà femmina: lo studio
Il vero protagonista dello studio, però, è un individuo unico: un ginandromorfo bilaterale. Un corpo spaccato a metà: il lato destro del corpo mostra tratti maschili – zampe più sottili, colorazione chiara, denti delle unghie disposti in una fila a forma di S – mentre il lato sinistro è femminile, arancione, con spermateche sviluppate solo da quella parte. Il corpo misura 24,67 mm e persino le dimensioni degli occhi e delle chelicere (le appendici che formano le tenagliette della bocca del ragno) variano tra i due lati: i cheliceri destra e sinistra sono lunghe rispettivamente 3,0 mm e 4,05 mm.
Questo tipo di asimmetria, che combina strutture maschili e femminili, è estremamente raro nei ragni migalomorfi. Nelle specie araneomorfe (quelle più comuni, come i ragni tessitori) si stima che si verifichi in circa 1 individuo su 17.000. Nei migalomorfi, invece, erano stati documentati solo due casi prima di questo: uno nel 2017 (Pterinochilus murinus) e uno nel 2020 (Theraphosa blondi).
Il ginandromorfismo, spiegano Kunsete e colleghi, può derivare da anomalie cromosomiche, come la perdita di cromosomi sessuali durante la formazione dello zigote. Talvolta può essere indotto da infezioni o altri stress naturali. Il risultato è un organismo che, durante lo sviluppo embrionale, “sceglie” due strade sessuali diverse sui due lati del corpo. Nel caso di Damarchus inazuma, il lato maschile e quello femminile sono nettamente divisi, rendendo l’esemplare un modello perfetto per studiare come si sviluppano le differenze sessuali nei ragni.