0 risultati
video suggerito
video suggerito
28 Aprile 2025
8:00

In natura non esistono solo maschi e femmine: ecco perché e cosa dice la scienza

La complessità degli adattamenti evolutivi nel mondo naturale dimostra che la distinzione fra individui di sesso maschile e femminile non è sempre così rigida come potremmo immaginare. Esiste una sorprendente varietà di morfologie, strutture riproduttive e comportamenti che consentono la riproduzione delle specie senza una netta distinzione fra sessi.

1.951 condivisioni
In natura non esistono solo maschi e femmine: ecco perché e cosa dice la scienza
maschi e femmine in natura

Quando ci si chiede se in natura esistano solo individui maschi e femmine, la risposta sembrerebbe scontata, ma il mondo naturale è incredibilmente vario per cui non c’è mai solo “il bianco o il nero”, ma, come si suol dire, tante sfumature di grigio. Esiste infatti una serie di adattamenti che non sempre possono ricondursi alla rigida distinzione fra “maschio” e “femmina”. In biologia, la serie di differenze anatomiche e comportamentali che caratterizzano individui di sesso opposto nella stessa specie, viene chiamato “dimorfismo sessuale” e, anche se ampiamente diffuso, non è esclusivo. La distinzione in due sessi, infatti, è strettamente legata al meccanismo della riproduzione sessuata e al fatto che le cellule riproduttive (gameti) maschili e femminili si trovino in individui diversi, ma ciò non è sempre vero. I due gameti possono essere presenti contemporaneamente nello stesso individuo oppure la presenza dell'uno o dell'altro non comporta anche una netta separazione nelle strutture anatomiche, nell’aspetto e nel comportamento degli individui.

Due sessi in un solo individuo

A volte in un solo animale troviamo ben due sessi: questo fenomeno è noto come ermafroditismo simultaneo e prevede la presenza contemporanea degli organi riproduttivi e dei gameti maschili e femminili in uno stesso individuo. E’ più diffusa di quanto si possa immaginare nel regno animale e, in molti casi, questa condizione mista risulta molto vantaggiosa, ancor più della divisione dei compiti riproduttivi fra due individui di sesso opposto. Si potrebbe dire, il massimo del rendimento!

Se, infatti, un organismo presenta entrambi gli apparati riproduttori può autofecondarsi oppure tentare un duplice accoppiamento con un altro individuo della stessa specie, ottenendo così un notevole risparmio di tempo e di energia. La strategia viene messa in atto soprattutto da specie che si spostano molto lentamente oppure che hanno pochi individui distribuiti su areali molto ampi e quindi con ridotte probabilità di incontrare un partner. Giusto per fare qualche esempio,  nei lombrichi ogni individuo ha entrambi gli organi riproduttivi in modo tale che due lombrichi incontrandosi possono fecondarsi reciprocamente. Allo stesso modo, la lumaca (Limax maximus), considerata la lentezza di movimento, è ermafrodita e può anche autofecondarsi.

Lumache ermafrodite

Organismi che cambiano sesso

Alcune specie cambiano sesso nel corso della vita nascendo maschi per poi diventare femmine in un secondo tempo (organismi proterandrici), oppure nascendo femmine per poi diventare successivamente maschi (organismi proteroginici) in base a specifiche esigenze. Esistono anche specie alternanti, con individui che cambiano sesso più di una volta durante il loro ciclo vitale. A volte, la sequenza da femmina a maschio è utile per la difesa di un territorio o di un harem di altri individui femmina. Viceversa, il passaggio da maschio a femmina può essere legato all’aumento della taglia: l’individuo crescendo diventa femmina e assume dimensioni adatte a produrre una maggior quantità di prole.

Esempi comuni di questo fenomeno si osservano  nelle ostriche (Ostrea edulis), nella cernia (Epinephelus marginatus) o nel pesce napoleone (Cheilinus undulatus). Anche un animale molto vicino alla nostra vita quotidiana, la gallina, in certe condizioni può cambiare sesso, almeno a livello comportamentale. A volte, una gallina vecchia in un pollaio privo di gallo assume alcuni caratteri morfologici e il carattere da maschio.

Maschi che preferiscono sembrare femmine

In alcune specie  i maschi preferiscono “travestirsi” per assomigliare alle femmine. Anche questo fenomeno ha motivi adattativi in termini di strategia riproduttiva. Per esempio, nel falco di palude (Circus aeruginosus) i giovani maschi presentano un piumaggio femminile che li aiuta a mimetizzarsi consentendo loro di evitare la competizione con altri maschi dominanti. Oppure il gorgiera (Philomachus pugnax), un uccello costiero, ha individui maschi che assomigliano alle femmine per potersi avvicinare e accoppiarsi con vere femmine senza subire rifiuti.

maschio di gorgiera
Esemplare maschio di gorgiera (Philomachus pugnax)

Sono noti anche comportamenti omosessuali come strategia evolutiva di cooperazione all’interno del gruppo o del branco. Nei tursiopi (Tursiops truncatus) possono stabilirsi relazioni amorose fra individui dello stesso sesso in fase giovanile, per poi facilitare successivamente la cooperazione fra maschi nelle fasi  di accoppiamento con una femmina.

Femmine che si riproducono senza maschi

Le femmine di alcune specie non sempre hanno bisogno dei maschi per riprodursi. Questo è il fenomeno della partenogenesi, ovvero quel meccanismo per cui da un uovo non fecondato dal gamete maschile nasce comunque un nuovo individuo. Molti animali adottano questa strategia mista: per esempio, l’ape regina produce un gran numero di uova e poi stabilisce quante debbano essere fecondate dal maschio per produrre operaie e quante invece non vadano fecondate per produrre fuchi tramite partenogenesi. Anche la femmina del Drago di Komodo (Varanus komodoensis) adotta questa strategia riproduttiva .

drago di komodo

Individui in parte maschi e in parte femmine

In alcuni casi può verificarsi la nascita di individui che morfologicamente sono un mix di caratteri maschili e femminili. Questo fenomeno è detto ginandromorfismo, l’individuo è un po’ maschio e un po’ femmina, ma questo dipende da anomalie al livello cromosomico che si manifestano al livello morfologico. Esistono rari fenomeni di ginandromorfismo tra gli uccelli, mentre è molto più frequente negli artropodi, per esempio nel piccolo crostaceo Daphnia magna, nella farfalla Periga circumstans e in molti imenotteri.

Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views