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31 Ottobre 2024
7:00

Scoperta una nuova città Maya perduta nella giungla in Messico, grazie alla tecnologia LIDAR

L'uso di dati LIDAR raccolti per finalità non archeologiche ha permesso ai ricercatori di alcune università statunitensi e messicane di scoprire una nuova città Maya nelle giungle dello Yucatan, in Messico, sconosciuta agli archeologi fino ad oggi, datata alla metà del II secolo d.C. e chiamata "Valeriana"

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Scoperta una nuova città Maya perduta nella giungla in Messico, grazie alla tecnologia LIDAR
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L’immagine delle rovine è a puro scopo illustrativo. Credit mappa: https://doi.org/10.15184/aqy.2024.148 – © The Author(s), 2024. Published by Cambridge University Press on behalf of Antiquity Publications Ltd

Negli ultimi giorni sta rimbalzando sui media nazionali la notizia che un dottorando dell'università statunitense di Tulane, Luke Auld-Thomas, abbia scoperto "per caso" una nuova città Maya sconosciuta nelle giungle del Messico, nella parte centro-orientale dello stato federato di Campeche, nella penisola dello Yucatan. Una città, chiamata Valeriana, che sarebbe databile alla metà del II secolo d.C. e con più di 6500 strutture nascoste dalla vegetazione (tra cui alcune piramidi). Ecco, in realtà non si può parlare di casualità, ma di un uso razionale e consapevole delle risorse e delle tecnologie disponibili, che effettivamente ha portato a una nuova scoperta di grande valore archeologico.

La ricerca è stata svolta in collaborazione fra l'università di Tulane, in Louisiana, l'università dell'Arizona del Nord, l'università di Houston e l'Istituto Nazionale di Antropologia e Storia di Città del Messico. Gli studiosi da anni usano la tecnologia del LIDAR per lo studio degli antichi paesaggi del Messico. Il LIDAR (Laser Imaging Detection and Ranging) è una delle tecnologie più avanzate a nostra disposizione per costruire con precisione modelli tridimensionali di oggetti e soprattutto paesaggi. Come funziona? Beh, un fascio laser, emanato da dispositivi montati su aeromobili o droni, una volta colpita una superficie e riflesso da essa, viene rilevato e permette di ricostruire con precisione la morfologia di un terreno o un paesaggio. Questo metodo si è rivelato essenziale per la ricerca archeologica nelle giungle del Messico meridionale, essendo in grado di "vedere" oltre la fitta vegetazione.

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Credit: https://doi.org/10.15184/aqy.2024.148 – © The Author(s), 2024. Published by Cambridge University Press on behalf of Antiquity Publications Ltd

La tecnologia LIDAR è piuttosto complessa e costosa. Di conseguenza, per studiare una parte del territorio abitato dagli antichi Maya nel I millennio d.C. non ancora soggetta a studi archeologici specifici, Auld Thomas e gli altri studiosi coinvolti nello studio si sono interrogati se potessero essere sfruttati dati LIDAR già presenti, non pensati ai fini della ricerca archeologica. In effetti, nel 2013, un progetto di ricerca ecologica messicano chiamato Alianza M-REDD+, finanziato Nature Conservancy, no profit statunitense per la tutela della biodiversità, aveva mappato col LIDAR un'ampia area del Messico meridionale, per studiare lo stato di conservazione della foresta.

Questa area si trova nelle pianure centrali della penisola dello Yucatan, la zona dove nel corso del I millennio fiorì la civiltà Maya, più precisamente nella parte centro-orientale dello stato federato di Campeche. Trattandosi di zone non ancora studiate dal punto di vista archeologico, i ricercatori hanno avuto la saggia intuizione di usare i dati raccolti da Alianza reinterpretandoli in chiave archeologica. I dati raccolti, rivisti con un occhio diverso da parte degli archeologi, hanno permesso di riconoscere un paesaggio densamente popolato in epoca Maya, con agglomerati di vari dimensioni, fra cui un centro urbano di notevoli dimensioni, rinominato dal gruppo di ricerca "Valeriana".

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Carta della città Maya. Credit: https://doi.org/10.15184/aqy.2024.148 – © The Author(s), 2024. Published by Cambridge University Press on behalf of Antiquity Publications Ltd

Alla luce dei dati del LIDAR, questa città dimostra caratteristiche paragonabili a quelle di altre grandi città Maya già conosciute: alcune piramidi, strade, grandi piazze. Sulla base dei confronti noti con altri centri urbani, la costruzione di Valeriana è stata datata alla metà del II secolo d.C., ovvero addirittura prima del periodo "classico" della storia Maya, che va dalla metà del III secolo alla fine del I millennio d.C. Gli altri agglomerati di costruzioni scoperti rispettano schemi noti di sfruttamento del paesaggio, che permettono di ipotizzare come i Maya sapessero sfruttare al meglio le risorse e gli spazi.

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