Nel corso di uno studio archeologico sul territorio delle linee di Nazca nell'entroterra del Perù (circa 450 km a sud della capitale Lima), promosso dall'Università di Yamagata e dall'Università del Michigan, i ricercatori, grazie all'utilizzo dell'intelligenza artificiale nell'analisi di fotografie aeree del terreno, sono riusciti in sei mesi a identificare ben 303 nuovi geoglifi. Un geoglifo, dal greco "geo", "terra" e "glifé", "incisione", è una grande rappresentazione figurativa sul terreno. Il sito di Nazca, con i suoi geoglifi grandi anche centinaia di metri, è un noto sito patrimonio dell'UNESCO, ma lo studio di Masato Sakai, Akihisa Sakurai, Siyuan Lu, Jorge Olano, Conrad M. Albrecht, Hendrik F. Hamann, e Marcus Freitag ha permesso di individuare centinaia di geoglifi minori, che sarebbero stati altrimenti difficilmente scoperti e che hanno quasi raddoppiato il numero di quelli noti a oggi.
Questo non è l'unico caso di applicazione dell'intelligenza artificiale all'archeologia: in Italia, per esempio, l'AI sta contribuendo a decifrare i papiri di Erocolano con il progetto Vesuvius Challenge.
Cosa sono le linee di Nazca
Patrimonio UNESCO dal 1994, le linee di Nazca si trovano nel Perù meridionale. Si tratta di centinaia di disegni tracciati sul terreno a cavallo tra il I millennio a.C. e il I millennio d.C. Le linee sono considerate una delle massime espressioni della civiltà Nazca, che fiorì in Perù tra il I sec. a.C. e il VI sec. d.C., ben prima dell'avvento della civiltà Inca.
Le linee sono composte sia da figure geometriche che da rappresentazioni dal mondo naturale, come il condor, il fiore, il cane, e il ragno, solo per citare le più note, ma anche raffigurazioni umane. Gli esperti di questa antica civiltà andina ritengono che queste grandi immagini, visibili solo dal cielo e dalle alture circostanti, fossero una maniera che permetteva ai Nazca di comunicare con le proprie divinità. Altri ritengono che la loro realizzazione fosse legata al culto delle acque (il deserto di Nazca è una delle zone più aride al mondo) oppure che si trattasse di un calendario astronomico.
Oggi purtroppo il sito corre un rischio grandissimo per la sua conservazione. Il grande numero di turisti che raggiunge il luogo a bordo di fuoristrada, e l'impossibilità di riconoscere i disegni da terra ha portato alla distruzione o al danneggiamento di moltissimi geoglifi.
L'uso dell'intelligenza artificiale per individuare i nuovi geoglifi
I ricercatori giapponesi e statunitensi hanno effettuato dei voli con dei droni al di sopra del deserto di Nazca. Le immagini aeree raccolte durante i voli sono state successivamente processate attraverso modelli allenati a riconoscere il contrasto fra il terreno e le linee tracciate appositamente. La maggior parte dei geoglifi individuati sono più piccoli rispetto a quelli più noti (al massimo una decina di metri), e ciò ha reso il lavoro dell'intelligenza artificiale ancora più utile.
Alla fine dello studio, durato 6 mesi, sono stati registrati 303 nuovi geoglifi, quasi raddoppiando il numero totale di quelli noti ad oggi. I 403 geoglifi peruviani noti fino ad oggi erano stati scoperti nel corso di un secolo. Le nuove scoperte del gruppo di lavoro nippo-statunitense hanno permesso di allargare il repertorio delle immagini note: nuove rappresentazioni di figure umane, incluse alcune che raffigurano la domesticazione di specie come il lama e i sacrifici umani, ma anche altri animali marini e terrestri.
I ricercatori hanno proposto sulla base delle differenze di dimensioni e delle tecniche di realizzazione (alcuni sono a rilievo, mentre altri sono composti semplicemente da linee tracciate sul terreno) che i geoglifi avessero funzioni diverse. Quelli più grandi, composti da linee tracciate sul terreno, avrebbero avuto una funzione religiosa, mentre quelli più piccoli, a rilievo, avendo anche un repertorio di immagini più specifico, sarebbero serviti come metodo di comunicazione fra le diverse comunità che abitavano le valli desertiche.