
In un complesso abitativo urbano risalente al IV secolo d.C. in mezzo alla giungla del Guatemala, gli archeologi hanno rinvenuto un antico altare particolarmente ricco di decorazioni che si discosta nettamente dai modelli estetici e costruttivi tipici della tradizione maya. Secondo il team che ha fatto la scoperta, l'altare sarebbe stato impiegato per sacrifici, “soprattutto di bambini”: Lorena Paiz, l'archeologa a capo della spedizione esplorativa, ha confermato questa deduzione ad Associated Press, perché su tre lati dell'altare sono stati trovati i resti di due bambini di età non superiore ai 4 anni.
La scoperta, avvenuta nella città di Tikal, è stata recentemente pubblicata sulla rivista Antiquity, e potrebbe riscrivere la storia delle relazioni fra l'antica civiltà Maya e quelle del Messico centrale. Molto prima della civiltà azteca, che fiorì tra il XIII e il XVI secolo, il Messico centrale era infatti dominato dalla potente città di Teotihuacan, famosa ancora oggi per la mole delle sue piramidi.

La città di Tikal fu una delle più importanti tra quelle fondate dai Maya. Prima che raggiungesse il suo massimo splendore nella seconda metà del I millennio, gli storici hanno ipotizzato che il centro fosse finito all'interno dell'orbita politica della città di Teotihuacan, che in quel periodo dominava incontrastata gli altopiani del Messico centrale, a più di 1200 km di distanza. Ancora oggi non sappiamo quale popolo avesse scelto Teotihuacan come sua capitale, anche perché il nome con cui la conosciamo oggi venne dato dagli Aztechi alla città in rovina molti secoli dopo.
Un gruppo di ricerca statunitense-guatemalteco che fa riferimento a diverse università americane e al parco archeologico di Tikal ha recentemente pubblicato i risultati di nuove ricerche archeologiche che sembrerebbero avallare la teoria di una forte ingerenza di Teotihuacan nella vita politica dei Maya di Tikal. In un edificio residenziale della città, datato al IV sec. d. C., gli archeologi hanno ritrovato un altare molto elaborato, che si distacca fortemente dai canoni artistici e architettonici della civiltà maya, all'interno di un ambiente che è stato deliberatamente interrato e poi dimenticato.

L'altare, sia per via delle tecniche di lavorazione sia per i motivi pittorici che lo decoravano, sembrerebbe essere stato realizzato da maestranze provenienti da Teotihuacan o che si erano formate in quella città. Non è rappresentato nessun elemento tipico dell'iconografia maya, bensì il "Dio delle Tempeste", ben attestato a Teotihuacan.
Fra le offerte vicine all'altare sono presenti anche le ossa di un bambino, forse sacrificato, e nelle vicinanze sono state trovate anche due sepolture (forse anch'esse vittime sacrificali), datate tra il III e il VI sec. d.C. La prima, appartenente a un individuo adulto di sesso maschile, includeva nel suo corredo una lama in ossidiana verde, tipica di Teotihuacan; la seconda sepoltura, appartenente a un bambino di 2-4 anni di età, presentava un'anomalia: il bimbo era stato sepolto seduto. Entrambe le particolari caratteristiche appartengono alla cultura di Teotihuacan e, inoltre, l'obliterazione di questa area sacra, avvenuta tramite interro, è stata datata tra il VI e il VII secolo, in concomitanza con la misteriosa fine della civiltà senza nome che la abitava.

Alla luce di questa nuova scoperta, gli archeologi ritengono che per un certo periodo la città di Tikal abbia ospitato alcune persone che praticavano riti religiosi estranei alla cultura maya ma vicini a quella di Teotihuacan. Ipotesi avallata dagli scavi avvenuti negli anni '80, durante i quali gli archeologi scoprirono un'iscrizione in caratteri maya che raccontava come nell'anno 378 d.C. a Tikal fosse avvenuto una sorta di "colpo di stato" che aveva portato al potere una fazione vicina a Teotihuacan.