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14 Giugno 2025
7:00

Storia della 24 Ore di Le Mans: com’è nata, perché è così famosa e cosa la rende una sfida al limite

La 24 Ore di Le Mans è la gara endurance più antica e prestigiosa del mondo: si corre ogni anno dal 1923 sul Circuit de la Sarthe in Francia. L'edizione 2025 prenderà il via oggi 14 giugno alle 16.00. È una maratona che dura un giorno intero e coinvolge almeno 3 piloti per ogni vettura. Vince chi percorrere più chilometri possibili in 24 ore, senza mai fermarsi.

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Storia della 24 Ore di Le Mans: com’è nata, perché è così famosa e cosa la rende una sfida al limite
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La 24 Ore di Le Mans è la gara automobilistica di durata più antica e prestigiosa del mondo organizzata da l'Automobile Club de l’Ouest : si corre ogni anno dal 1923 sul Circuit de la Sarthe, tracciato di oltre 13 chilometri nei dintorni della città francese di Le Mans, che mescola curve tecniche, lunghi rettilinei e tratti cittadini. La 93ª edizione della 24 Ore di Le Mans scatterà il 14 giugno 2025 alle 16:00, con le Cadillac che in hanno conquistato la prima fila, mentre la migliore delle Ferrari partirà dalla settima posizione.Era il 1923 quando l’Automobile Club de l’Ouest organizzò la prima edizione: da allora, anno dopo anno, la corsa è diventata un laboratorio di innovazione tecnica, un banco di prova per le tecnologie che oggi troviamo sulle nostre auto stradali.

Nel corso della sua storia, Le Mans ha scritto pagine epiche dell’automobilismo: è segnata dai record di vittorie della Porsche e del pilota Tom Kristensen, ma anche dalla tragica memoria del disastro del 1955, il più grave incidente nella storia del motorsport, che causò la morte di oltre 80 spettatori. È un evento che ha attraversato due guerre mondiali, rivoluzioni tecnologiche, cambiamenti regolamentari e sfide sempre nuove, mantenendo però intatto il suo fascino originario: quello di una prova al limite, dove la vera vittoria non è solo tagliare il traguardo, ma riuscire a farlo dopo 24 ore di battaglia.

Le origini della 24 Ore di Le Mans: perché è nata e chi l'ha fondata

Per capire davvero perché la 24 Ore di Le Mans sia diventata una delle gare più famose e affascinanti del mondo, dobbiamo fare un salto indietro nel tempo, fino ai ruggenti anni ’20. Siamo in un’epoca in cui le automobili sono ancora una novità. Le case automobilistiche cercano un modo per dimostrare al pubblico – e a loro stesse – che le proprie vetture possono resistere nel tempo, affrontando lunghi viaggi senza rompersi. Ed è proprio qui che nasce l’idea rivoluzionaria: creare una corsa non basata sulla velocità pura, ma sulla durata e l’affidabilità.

Nel 1923 l’Automobile Club de l’Ouest (ACO), associazione con sede a Le Mans, organizza la prima edizione di una corsa mai vista prima: 24 ore ininterrotte di gara su strade pubbliche chiuse al traffico. Alla partenza si presentano 33 vetture, tra cui nomi storici come Chenard & Walcker, Bentley e Bugatti. Il tracciato, chiamato Circuit de la Sarthe, è lungo oltre 13 chilometri e alterna tratti di campagna, curve strette e lunghi rettilinei. Non esiste ancora illuminazione notturna, i fari delle auto sono tutto ciò che guida i piloti nell’oscurità. Tra l'altro, molte innovazioni che vediamo oggi nelle auto di serie, come i freni a disco e le luci a LED, hanno fatto il loro debutto qui.

La partenza avvenne alle 16:00, come da tradizione, e fu subito chiaro che non si trattava di una semplice gara. Durante la notte, i piloti guidavano al buio, tra pioggia, fatica e nebbia. Alcuni si alternavano, ma molti guidavano da soli per ore. I box erano rudimentali, i rifornimenti rischiosi, e bastava un guasto per costringere al ritiro.

L’obiettivo originario non era solo premiare chi andava più veloce, ma capire quale auto fosse in grado di resistere a uno stress prolungato, simile a quello di un utilizzo quotidiano estremo. Una visione che oggi sembra quasi futuristica per l’epoca. E proprio in quell’anno, a tagliare il traguardo dopo 24 ore estenuanti, furono André Lagache e René Léonard su una Chenard & Walcker Sport, che percorsero 2.209 km con una media di 92 km/h. Non molto se paragonato ai bolidi di oggi, ma all’epoca fu una prestazione monumentale.

Da quel momento, la 24 Ore di Le Mans è diventata una delle 3 gare più importanti del motorsport mondiale, insieme al Gran Premio di Monaco di Formula 1 e alla 500 Miglia di Indianapolis.

Come funziona la 24 Ore di Le Mans e quali auto partecipano alla gara

L 24 Ore di Le Mans è una gara di endurance, cioè una corsa di resistenza che dura 24 ore senza interruzione. Vince chi percorre il maggior numero di giri nel tempo stabilito. Ogni auto è affidata a un equipaggio di tre piloti, che si alternano al volante a turni di circa 1-3 ore, intervallati da pause per dormire, mangiare o recuperare le energie. Durante la corsa, sono previsti rifornimenti di carburante, cambio gomme, manutenzioni rapide e perfino riparazioni meccaniche, tutto all’interno di box tecnicamente avanzatissimi. Ma c’è una regola fondamentale: il veicolo deve finire la gara con le sue stesse forze. Nessun aiuto esterno è permesso: se l’auto si ferma in pista, i meccanici non possono intervenire. È il pilota che deve riportarla ai box, anche a spinta, se vuole continuare.

Alla 24 Ore di Le Mans partecipano due classi principali: le Hypercar e le LMGT3. Le Hypercar sono vetture prototipo progettate da zero per correre, con tecnologie avanzate, design aggressivo e soluzioni aerodinamiche spinte. Sono il top del motorsport endurance, e al via ci sono marchi come Ferrari, Toyota, Porsche, Peugeot, Alpine e Cadillac. Le LMGT3 invece sono derivate da auto stradali ad alte prestazioni, adattate per le competizioni. Ogni classe ha i suoi regolamenti e requisiti: per esempio, nelle Hypercar gli equipaggi sono liberi, mentre nelle LMGT3 è obbligatorio includere piloti di diverso livello (amatori e professionisti). In entrambe le categorie si applica il BoP, un sistema che bilancia le prestazioni tra auto diverse per rendere le gare più equilibrate e spettacolari. Questo significa che una Ferrari e una Toyota, pur essendo molto diverse, possono giocarsela alla pari.

Per quanto riguarda i punteggi, il WEC adotta uno schema simile alla Formula 1: il vincitore di una gara normale ottiene 25 punti, il secondo 18, e così via fino al decimo. Tuttavia, la 24 Ore di Le Mans è così importante che raddoppia il punteggio: chi vince porta a casa 50 punti. Le gare di media durata, come quelle da 8 o 10 ore, offrono invece un punteggio intermedio (fino a 38 punti al primo). Inoltre, chi conquista la pole position riceve un punto bonus.

Chi ha vinto di più nella storia della 24 Ore di Le Mans

La 24 Ore di Le Mans nel corso degli anni ha visto protagonisti costruttori e piloti che hanno scritto pagine indelebili della sua leggenda. Tra i costruttori, Porsche è il marchio con il maggior numero di successi assoluti, vantando ben 19 vittorie dal suo primo trionfo nel 1970 fino alle più recenti edizioni. Dietro spiccano altri nomi di rilievo come Audi, con 13 successi, e la storica Ferrari, che ha conquistato 10 vittorie tra il 1949 e il 1965, segnando un’epoca d’oro per il Cavallino Rampante nelle corse di durata.

A livello di piloti, il record di vittorie assolute appartiene al danese Tom Kristensen, soprannominato “Mr. Le Mans”, con un incredibile bottino di 9 successi conquistati tra il 1997 e il 2013. Altri piloti leggendari includono Jacky Ickx e Derek Bell, entrambi con 6 vittorie. Dopo un lungo periodo senza successi, durato ben 58 anni, la Ferrari è tornata a vincere nel 2023 grazie alla nuova Hypercar 499P schierata dal team AF Corse. La squadra composta da Antonio Giovinazzi, James Calado e Alessandro Pier Guidi ha conquistato il primo posto.

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