
Sofia Corradi, la creatrice del programma Erasmus che ha permesso a milioni di giovani di studiare all’estero in tutta Europa, è scomparsa di recente a Roma all’età di 91 anni. Il suo progetto partì dagli Stati Uniti, dove studiò da giovane dopo la laurea all'Università La Sapienza di Roma, grazie a una borsa di studio Fulbright presso la Columbia University di New York, conseguendo un master in diritto comparato.
Quando, al suo ritorno in Italia, gli esami sostenuti non vennero riconosciuti dal sistema educativo italiano, Corradi iniziò a immaginare l’idea di un programma di scambio, che sarebbe poi diventato l’Erasmus. Accanto a questo, condusse ricerche sul diritto all’educazione come diritto umano fondamentale per la commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, per l’Accademia di Diritto Internazionale dell’Aia e per la London School of Economics.
Cos’è l’Erasmus: la nascita del progetto di Sofia Corradi
Nel 2018 Sofia Corradi dichiarò che l’idea del programma, nata durante la Guerra Fredda, rappresentava la sua “missione pacifista personale”, per “far circolare le menti” come strumento di diplomazia culturale e formazione di una coscienza europea. Il programma Erasmus, oggi noto come Erasmus+, è diventato nel tempo una delle iniziative più significative dell’Unione europea nei campi dell’istruzione e della mobilità. Dal suo lancio, si è evoluto costantemente per rispondere ai cambiamenti del panorama educativo.
Originariamente concepito come un programma volto a promuovere gli scambi studenteschi e la collaborazione accademica, Erasmus si è ampliato fino a diventare un quadro educativo completo che comprende formazione professionale e attività giovanili. Il programma opera nei 27 Paesi dell’Unione europea, oltre che in nazioni partner come Islanda, Norvegia, Svizzera, Turchia e Macedonia del Nord.
Già nel 1969, Corradi elaborò un memorandum proponendo la possibilità per gli studenti di svolgere parte del loro piano di studi presso università straniere. Dopo una fase di sperimentazione avviata tra gli anni Settanta e Ottanta, il programma Erasmus partì nel 1987 come iniziativa autonoma con l’obiettivo di favorire la cooperazione europea e la mobilità nell’istruzione superiore.
Il nome si ispira a Erasmo da Rotterdam, il celebre umanista del primo Cinquecento, simbolo dello scambio intellettuale oltre i confini. L’eredità di Erasmo vive tuttora nella missione del programma: promuovere l’apprendimento, lo scambio culturale e la cooperazione internazionale tra le università europee. L’acronimo Erasmus, inoltre, corrisponde a European Community Action Scheme for the Mobility of University Students (Schema d’azione della Comunità europea per la mobilità degli studenti universitari).
Nel primo anno di attività, il programma coinvolse 11 Paesi e circa tremila studenti che partirono per un periodo di studio all’estero. Da quei primi passi, il progetto ha subito una serie di importanti evoluzioni:
- 1987-1994: prime fasi del programma, focalizzate sulla mobilità studentesca e sulla collaborazione accademica tra università europee.
- 1995-2006: Erasmus entra a far parte del programma Socrates, che mira a migliorare la qualità e l’accessibilità dell’istruzione in Europa. In questa fase Erasmus estende il suo raggio d’azione agli scambi del personale docente, allo sviluppo dei curricula e a progetti di cooperazione universitaria.
- 2007-2013: Erasmus opera all’interno del programma Lifelong Learning (“Apprendimento permanente”), successore di Socrates. Si ampliano le attività, includendo tirocini formativi, progetti di cooperazione e iniziative per migliorare la trasparenza e il riconoscimento delle qualifiche in tutta Europa.
- Dal 2014 a oggi: nasce Erasmus+, che riunisce sotto un’unica struttura tutti i precedenti programmi europei per istruzione, formazione e sport. Erasmus+ amplia ulteriormente il campo d’azione, includendo non solo l’istruzione superiore ma anche la formazione professionale, la scuola e le attività sportive.
Erasmus+ ha introdotto inoltre nuovi elementi come partenariati strategici, alleanze della conoscenza e progetti di capacity building per stimolare l’innovazione e la collaborazione tra i diversi settori educativi. Il programma pone una forte enfasi sull’inclusione, con l’obiettivo di offrire opportunità anche a persone provenienti da contesti meno avvantaggiati.
Progetto Erasmus+: l’impatto culturale e geopolitico in UE
Nel corso dei decenni, Erasmus è cresciuto fino a diventare uno dei programmi dell’Unione europea più riusciti e riconoscibili, portando benefici a milioni di studenti, docenti e istituzioni. Dal 1987 ad oggi, circa 16 milioni di studenti hanno partecipato al progetto, che ha svolto un ruolo fondamentale nel promuovere l’integrazione europea, la comprensione interculturale e la creazione di uno Spazio europeo dell’istruzione superiore.
Gli ex partecipanti al programma riferiscono spesso impatti positivi sulle proprie vite personali e professionali, tra cui il miglioramento delle competenze linguistiche e una visione del mondo più ampia e aperta. Il programma Erasmus inoltre continua a evolversi, adattandosi alle nuove sfide e opportunità del settore educativo, pur mantenendo la sua missione originaria: promuovere la mobilità, la cooperazione e l’eccellenza nell’istruzione in tutta Europa.
Da un punto di vista politico, la firma del Trattato di Maastricht nel 1992, con il quale venne ufficialmente istituita l’Unione europea, contribuì a sostenere l’idea della libera circolazione degli studenti e dei ricercatori all’interno dello spazio europeo. In seguito, la Strategia Europa 2020 dell’Ue ha ribadito l’importanza di investire nel capitale umano come leva per favorire lo sviluppo economico e la internazionalizzazione.