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La tanatosi (dal greco thánatos, "morte"), fare finta di essere morti rimanendo completamente immobili, è un comportamento abbastanza diffuso tra gli animali, che lo mettono in atto come comportamento difensivo quando vengono toccati da un potenziale predatore, oppure in una situazione di pericolo. L'esempio più famoso, al punto da diventare proverbiale, viene dall'opossum, nello specifico l'opossum della Virginia (Didelphis virginiana). Quando si sente minacciato, questo marsupiale fa finta di essere morto: si stende di lato irrigidendosi, fa penzolare la lingua fuori dalla bocca e secerne un liquido maleodorante dell'ano. Anche se la maggioranza degli animali preferisce darsi alla fuga, la tanatosi può offrire un ultima chance di distrarre o confondere il predatore quando l'animale si sente messo alle strette. Dall'opossum ai serpenti, dai ragni ai pesci, è una strategia a fini principalmente difensivi, ma che viene utilizzata anche da alcuni predatori o per scopi riproduttivi.
Quali animali si fingono morti e le origini evolutive della tanatosi
La tanatosi si trova in animali più disparati: mammiferi, rettili (serpenti), anfibi (rane), uccelli, pesci e numerosi invertebrati. È un comportamento presente in specie non strettamente imparentate tra loro, ed è per questo un esempio di evoluzione convergente: questo comportamento non è emerso in una sola specie per poi essere passato ai propri antenati, ma è invece emerso più volte in maniera indipendente nel corso della storia evolutiva di specie diverse.

Per questo motivo, i vantaggi per la sopravvivenza ipotizzati dagli studiosi evoluzionisti sono i più disparati: dalle strategie difensive e predatorie, fino a quelle riproduttive, come alcune specie di ragni, ed è possibile che la tanatosi aumenti la sopravvivenza di individui di specie che vivono in colonie o gruppi numerosi. Molti predatori, infatti, di fronte alla scelta di inseguire prede attive o quelle che si fingono morte, tendono a concentrarsi sulle prime: chi si finge morto ha così l'opportunità egoistica di attirare meno l'attenzione e sfruttare la distrazione offerta dai suoi compagni in fuga per mettersi in salvo con calma, appena il pericolo si allontana.
La tanatosi difensiva
La tanatosi più comune nel mondo animale è di tipo "difensivo", ovvero quella usata dalle prede che vengono attaccate o che percepiscono una minaccia imminente. Questa va distinta dal comportamento di "freezing", o immobilizzazione, utilizzata sia da predatori che da prede per non farsi notare. La vista di molti animali è molto suscettibile ai movimenti e, rimanendo immobili quando si è in agguato oppure quando si percepisce qualcosa di sospetto, gli animali aumentano le loro chances di sopravvivenza cercando di farsi notare il meno possibile.
La tanatosi, invece, è uno stato di immobilità tonica e sopraggiunge quando invece si è certi di essere stati visti. Gli animali a tutti gli effetti fingono di essere morti e la bugia può essere molto convincente. Nell'opossum, per esempio, la frequenza del battito cardiaco e della respirazione si riducono del 46% e 31% rispettivamente, diventando più difficili da percepire, e la temperatura corporea scende di 0.6 gradi, replicando il raffreddamento di un corpo morto da poco.
Nella maggior parte dei casi vi è un irrigidimento muscolare, che simula il rigor mortis dei cadaveri: l'animale, anche se continua a osservare l'ambiente circostante, rimane rigido e immobile anche se toccato o maneggiato da un predatore. Nell'opossum questo stato pseudo-comatoso autoindotto può durare anche 4 ore, ma l'animale rimane cosciente durante la durata e può rapidamente tornare a uno stato aggressivo e reattivo.

Per rendere l'inganno ancora più convincente, alcuni animali espellono feci e vomito che replicano l'odore di decomposizione, come il serpente muso di porco (Heterodon nasicus) che può addirittura emettere sangue dalla bocca. Il vantaggio di fingersi morti e decomposti viene dal fatto che istintivamente molte specie non consumano cadaveri, per paura di malattie, e perdono così interesse. Anche una volta catturati, la tanatosi può offrire una ultima opportunità di fuga: credendo che la sua preda sia morta e non più in grado di reagire, un predatore può abbassare la guardia e mollare la presa per un istante, quando basta all'animale per scappare via dalle sue grinfie.
La tanatosi come strategia predatoria
Molto più raro il ricorso alla tanatosi da parte dei predatori. Alle volpi, forse a causa della loro reputazione di predatore scaltro, viene per esempio attribuita la tattica di fingersi morte per attrarre i corvi, per poi attaccarli appena si avvicinano. Tuttavia, mancano evidenze scientifiche solide sull'effettivo verificarsi di questo comportamento.
L'unica osservazione comprovata di tanatosi nei predatori per attrarre degli animali saprofagi (ovvero, che si nutrono di cadaveri) la troviamo in alcune specie ciclidi, una famiglia di pesci d'acqua dolce dei laghi africani e sudamericani. I pesci si adagiano di lato sul fondale sabbioso del lago e mutano la colorazione della loro pelle, rendendola più scolorita e chiazzata. Piccoli saprofagi come altri pesci o invertebrati, attirati dalla carcassa, si avvicinano e finiscono per essere mangiati dal ciclide, che li attacca rapidamente non appena sono a portata.