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23 Giugno 2024
6:00

Quali animali abbiamo addomesticato per primi e perché?

La domesticazione degli animali, a partire dai lupi-cani, cominciò alla fine del Paleolitico, tra i 14.000 e i 12.000 anni fa, quando vari gruppi umani si accorsero che, selezionando determinate caratteristiche di una specie, si potevano ottenere esemplari utili in molti modi diversi.

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Quali animali abbiamo addomesticato per primi e perché?
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La domesticazione, cioè il processo di selezione di certe caratteristiche di una specie animale da parte degli esseri umani, è avvenuta in modo indipendente in varie zone del mondo tra la fine del Paleolitico e il Mesolitico, approssimativamente tra i 14.000 e i 12.000 anni fa. Lo scopo della domesticazione ero lo sfruttamento degli animali per motivi precisi, di solito di natura alimentare (come nel caso dei suini, dei bovini e degli ovicaprini) o per svolgere alcune mansioni (la guardia per il lupo-cane o la soma per bovini ed equini). Questo processo si sviluppò parallelamente a quello della domesticazione di alcune specie vegetali, che avrebbe dato origine alla pratica dell’agricoltura e alla rivoluzione neolitica, destinata a cambiare per sempre la storia dell’umanità.

I primi animali ad essere stati addomesticati

I primi animali a venire domesticati furono i lupi (Canis lupus), in Europa e in Siberia, circa 14.000 anni fa. Le società di cacciatori raccoglitori paleolitiche favorirono l’incrocio fra gli esemplari più deboli e dipendenti, dando origine a una nuova specie biologicamente distinta: il cane (Canis lupus familiaris).

Successivamente, tra i 12.000 e i 10.000 anni fa, nella Mezzaluna Fertile cominciò la domesticazione di altre specie ad uso alimentare. I primi animali a venire addomesticati per questo scopo furono gli ovicaprini, come pecore (Ovis aries) e capre (Capra hircus, a partire dalla specie selvatica Capra aegagrus), per fornire latte, carne e pelli. Successivamente seguirono i maiali (Sus scrofa domesticus, a partire dalla specie selvatica Sus scrofa, il cinghiale) e i bovini (Bos taurus, a partire da Bos primigenius, l’antico uro, ormai estinto), con questi ultimi sfruttati anche come forza lavoro per le attività nei campi.

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Raccolta del miele in una pittura rupestre proveniente da una caverna in Spagna, 8000 anni fa. Credit: Achillea

Altre specie, in base alle proprie caratteristiche, vennero addomesticate per ragioni più specifiche. Le api, ad esempio, vennero sfruttate nel bacino del Mediterraneo per la produzione del miele a partire da almeno 9.000 anni fa. Il gatto, selezionato a partire dal gatto selvatico eurasiatico (Felis silvestris), venne riconosciuto come utile a contenere le infestazioni dei roditori che potevano mettere a rischio la conservazione delle granaglie dei primi agricoltori.

Più tardi rispetto agli altri animali, vennero addomesticate anche alcune specie di equini e di camelidi in varie zone del Pianeta. Circa 6.000-5.000 anni fa, in Africa settentrionale, attraverso la selezione di alcuni esemplari di asino africano selvatico (Equus africanus) nacque l’attuale asino domestico (Equus africanus asinus), sfruttato per il trasporto e il lavoro nei campi. Il cavallo (Equus ferus caballus), animale da trasporto e da guerra, venne addomesticato nelle steppe fra l’Europa orientale e l’Asia centrale a partire da esemplari selvatici (Equus ferus). Il cammello, nelle sue due specie africana (Camelus dromedarius) e asiatica (Camelus bactrianus) venne probabilmente addomesticato indipendentemente in Africa settentrionale e in Asia centrale circa 5.000-4.000 anni fa, per essere sfruttato per il trasporto e la soma. Le popolazioni dell’America meridionale, tra i 5.000 e i 4.000 anni fa, addomesticarono i lama (Lama glama) e gli alpaca (Vicugna pacos) a partire dal guanaco (Lama guanacoe) e dalla vicugna (Vicugna vicugna) per ricavarne lana e carne.

Immagine
Urna a forma di cavallo proveniente dalla Persia, I millennio a. C. Credit: Zereshk
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