0 risultati
video suggerito
video suggerito
5 Marzo 2025
7:00

Tè, thè, te… ma come si scrive correttamente?

Thè, thé, te, tè... ma com'è che si scrive correttamente? Beh, c'è un solo modo tra questi di scriverlo correttamente, ed è tè. Vi spieghiamo perché le altre forme sono sbagliate e perché questa bevanda si chiama così.

314 condivisioni
Tè, thè, te… ma come si scrive correttamente?
Immagine

È la bevanda più bevuta al mondo, con circa 2 miliardi di persone che ne consumano almeno una tazza al giorno. Stiamo parlando di quella bevanda ricavata dall'infusione delle foglie della pianta Camellia (o Thea) sinensis, che in Italia viene scritta in almeno quattro modi diversi, di cui tre sono decisamente sbagliati: c'è chi scrive the, thè, thé, o te, ma l'unica versione corretta è quella con l'accento grave "", riportata nei dizionari italiani.

Partiamo col dire che scrivere il nome di questa bevanda senza accento sarebbe un doppio errore: "te" infatti indica il pronome tonico singolare in funzione di complemento (es."Te lo stavo dicendo poco fa").

La versione "thé", invece, non è scorretta, ma propria del francese e non dell'italiano. Al contrario, le varianti "thè" e "the" sono entrambi errori – qualcuno direbbe "orrori" – ortografici nella nostra lingua, perché nessuna delle due segue le regole della lingua italiana: la "h" infatti non ha alcun valore fonetico (non si pronuncia) e viene usata solamente per una ristretta cerchia di parole (vedasi il verbo avere) per distinguerle dalle parole omofone, e quindi che hanno la stessa pronuncia. Inoltre – e questo è forse il punto più importante – il digramma "th" non appartiene alla nostra lingua, ma deriva dall'influenza dell'inglese sull'italiano, ed è proprio per questa ragione che non ha senso ortografico.

In ogni caso, per quanto possa sembrare strana, la parola tè ha due lettere non a caso: infatti, la parola deriva dal cinese "te"(), pronunciato "" nel dialetto Hokkien (parlato principalmente nella provincia del Fujian, nel sud-est della Cina). Il suo nome d'origine è poi stato adottato anche dai Paesi europei, che grazie alle importazioni delle foglie da parte dei commercianti marittimi olandesi hanno potuto godere della bevanda del lontano oriente a partire dal 1610 (il primo prezioso carico arrivò proprio nei Paesi Bassi, poi si diffuse in Francia e Germania e nel resto del continente). Così, con qualche modifica linguistica, il famoso infuso è diventato "tea" per gli inglesi, "thé" per i francesi, "" per gli spagnoli e "" per noi italiani.

A Pechino e nelle aree settentrionali, però, lo stesso carattere () si pronunciava "chá". Durante la dinastia Tang (618 –  907 d.C), chá era il termine ufficiale per indicare il tè, e proprio questo nome è stato adottato dai commercianti europei presenti in quell'area della Cina, che erano portoghesi (per loro il tè è "chá"), russi ("чай", ossia chai) e persiani (چای, chai). Il suo nome era diffuso anche grazie al "Chájīng" (茶经, Il Classico del Tè), di Lu Yu, il primo libro dedicato interamente al tè in cui si descriveva la sua coltivazione, preparazione e proprietà. È anche grazie a quest'opera se il tè è diventato sempre più popolare in Cina, diffondendosi capillarmente e arrivando anche a coloro che lo hanno portato a noi.

Avatar utente
Veronica Miglio
Storyteller
Innamorata delle parole sin da bambina, ho scelto il corso di lingue straniere per poter parlare quante più lingue possibili, e ho dato sfogo alla mia vena loquace grazie alla radio universitaria. Amo raccontare curiosità randomiche, la storia, l’entomologia e la musica, soprattutto grunge e anni ‘60. Vivo di corsa ma trovo sempre il tempo per scattare una fotografia!
Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views