
Un violento terremoto di magnitudo 6.3 ha colpito oggi il nord dell'Afghanistan alle ore 00:59 (ora locale, in Italia 21:29). Come confermato dall'USGS, l'epicentro è stato rilevato a 35 km dalla città di Khulm (nella provincia di Samangan) vicino alla città di Mazar-i-Sharif, a 10 km di profondità. Stando alle prime informazioni disponibili, al momento ci sarebbero almeno 20 morti e 320 feriti – ma purtroppo questo numero è in costante aggiornamento e si teme possa diventare molto più alto. Le segnalazioni relative a edifici crollati, purtroppo, sono numerose: proprio per questo i soccorsi stanno scavando tra le macerie per trovare eventuali superstiti da trarre in salvo. Anche la famosa Moschea Blu di Mazar-i-Sharif, uno dei simboli storici dell'omonima città di 523.000 abitanti, ha subito gravi danni strutturali.
La scossa è stata distintamente avvertita in tutta l'area, inclusa la capitale Kabul, ma anche in Paesi vicini come Tagikistan, dell'Uzbekistan e del Turkmenistan. Di seguito alcuni video dell'accaduto, che mostrano alcuni dei danni causati dal terremoto:
Da un punto di vista tecnico, l'ipocentro a 10 km di profondità – unito all'elevata magnitudo – aiuta a comprendere per quale motivo siano stati registrati così tanti danni. Purtroppo, l'area non è nuova ad eventi di questo genere: lo scorso agosto un altro sisma aveva colpito le province orientali Kounar, Laghman e Nangarhar, causando più di 2.200 vittime.
Ma dal punto di vista tecnico quali sono le cause di questa elevata sismicità? Alla macroscala quell'area corrisponde a una zona di compressione tra la Placca Indiana e quella Eurasiatica e questo, nel corso dei millenni, ha dato origine a sismi dalla magnitudo piuttosto elevata. Questo, unito alla presenza di edifici non sempre realizzati seguendo le necessarie norme antisismiche, ha causato la distruzione quasi totale di numerosi centri abitati.