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La ricostruzione ufficiale del disastro del batiscafo Titan, nel quale il 18 giugno 2023 hanno perso la vita 5 persone a causa di un'implosione durante una spedizione verso il relitto del Titanic nell'Oceano Atlantico settentrionale, è stata resa pubblica tramite un video mostrato durante un'udienza pubblica svoltasi nel settembre 2024 e voluta dal Marine Board of Investigations della Guardia Costiera statunitense. Questo permette di chiarire, tra le altre cose, l'esatta traiettoria di discesa del Titan le ultime comunicazioni avvenute tra il batiscafo e la superficie attraverso brevi messaggi di testo. Durante l'udienza, durata circa 10 ore, sono state mostrate anche immagini inedite dei resti dello scafo (scattate il 22 giugno 2023 dal Pelagic Research Services) e sono stati interrogati numerosi testimoni ed ex-dipendenti, così da far luce sulla vicenda.
Il riassunto delle comunicazioni: gli ultimi messaggi inviati dal Titan
Il Titan ha iniziato la sua discesa poco prima delle 9:20. Alle 9:52 la nave Polar Prince (d'ora in avanti, per brevità, PP), ha chiesto al Titan se poteva identificare la PP all'interno del loro display. Dopo 15 minuti di silenzio e 6 messaggi di sollecito, l'equipaggio ha finalmente risposto in maniera affermativa. Dopo aver segnalato al batiscafo che le comunicazioni avrebbero dovuto essere migliori da parte loro, qualcuno dall'interno del Titan ha scritto "all good here", cioè "qui tutto bene". Non sappiamo esattamente chi abbia mandato il messaggio, sappiamo solo che si è firmato come "ph": si ipotizza fossero le iniziali del nome di Paul-Henri Nargeolet, una delle vittime del disastro.
Dopo qualche minuto le comunicazioni sono proseguite con continue richieste di aggiornamenti dalla PP in merito alla profondità raggiunta dal Titan. Viene anche ricordato al batiscafo di rilasciare una bottiglia di Niskin, cioè un dispositivo utilizzato solitamente per campionare le acque. Loro avvisano di non averlo fatto ("no niskin") perché il dispositivo non era pulito. L'ultima comunicazione del Titan, come abbiamo detto all'inizio, è relativa allo sgancio di due pesi alle ore 10:47. Pochi istanti dopo si sarebbe verificata l'implosione.
Le dichiarazioni dell'udienza: i problemi di sicurezza del Titan
Grazie alle dichiarazioni dei testimoni sono emerse numerosi informazioni utili alla Guardia Costiera per far luce sull'accaduto. Per esempio si è scoperto che non fu scelto un vascello idoneo al trasporto del Titan a causa dei prezzi troppo alti del noleggio. Alla fine infatti si scelse la Polar Prince, una nave di ricerca battente bandiera canadese che, però, non aveva sufficiente spazio per trasportare il batiscafo a bordo: per questo motivo è stato "trascinato" fino al punto di immersione e non caricato direttamente a bordo.
È emerso anche che i dipendenti lavoravano sotto forte pressione dell'azienda per rispettare le date previste per ogni immersione e che il mezzo, durante alcuni viaggi, non sarebbe stato tecnicamente pronto. Questo è confermato anche da Tony Nissen, ex-ingegnere capo alla OceanGate (l'azienda che ha realizzato il Titan) fino al 2019 e primo testimone dell'udienza pubblica, che si sarebbe addirittura rifiutato di salire sul mezzo per paura di possibili danni in profondità. Durante l'udienza di ieri sono emerse diversi problemi di sicurezza per il Titan: Nissen ha dichiarato di essere stato licenziato da OceanGate perché non voleva autorizzare l'ingresso del batiscafo in acqua per via dei dubbi sulla sicurezza del Titan. Il batiscafo avrebbe avuto 118 problemi di sicurezza nei due anni precedenti a quello del disastro: 70 nel 2021 e 48 nel 2022. Stando alle dichiarazioni di Nissen, il 25 maggio 2023, quindi meno di un mese prima dell'implosione, il Titan sarebbe mezzo affondato a seguito di una tempesta abbattutasi il giorno precedenti, e successivamente sono stati riscontrati danni alla carenatura e 13 problemi di sicurezza.