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Il Tour de France è la corsa ciclistica più prestigiosa e impegnativa al mondo che si svolge ogni anno durante il mese di luglio e dura circa tre settimane. Il percorso comprende circa 3.500km suddivisi in 21 tappe che attraversano tutta la Francia e, a volte, anche i paesi limitrofi. Non a caso è conosciuto anche come la "Grande Boucle" ovvero "il grande giro" per via del percorso ad anello che abbraccia l'intero territorio francese.
La corsa ha un’origine che affonda le radici in un’idea semplice ma rivoluzionaria: aumentare le vendite di un giornale sportivo. All'inizio del XX secolo, la stampa sportiva francera era dominata dal quotidiano "Le Vélo". Per contrastarlo, il direttore del giornale rivale "L’Auto", Henri Desgrange, incaricò i suoi giornalisti di ideare qualcosa di straordinario per risollevare le vendite. Fu il giovane Géo Lefèvre a proporre una corsa ciclistica a tappe attraverso tutta la Francia: un’idea tanto audace quanto geniale, che avrebbe cambiato per sempre la storia del ciclismo.
Il piano funzionò alla perfezione, con la prima edizione del 1903 che si disputò su sei tappe vinta da Maurice Garin all'arrivo a Ville-d’Avray, poco fuori Parigi. A contribuire al successo del giornale fu anche un’intuizione simbolica: la maglia del corridore in testa alla classifica generale venne colorata di giallo, proprio come le pagine di "L’Auto", stampato su carta di quel colore. Una tradizione rimasta fino a oggi e che ha ispirato anche altre corse, come il Giro d’Italia, in cui la maglia rosa è un omaggio al colore della Gazzetta dello Sport.
Il Tour però non si è disputato sempre: venne sospeso durante le due guerre mondiali, tra il 1915 e il 1918 e poi dal 1940 al 1946. Negli oltre 120 anni di storia, il Tour ha attraversato guerre, scandali, innovazioni tecniche e trasformazioni culturali. Da Maurice Garin a Tadej Pogačar, passando per leggende come Eddy Merckx, Bernard Hinault, Miguel Indurain, Marco Pantani e Lance Armstrong, la corsa ha scritto pagine epiche di sport. Anquetil, Merckx, Indurain e Hinault sono stati gli atleti più vincenti, ma sono indimenticabili anche i grandi duelli: Anquetil contro Poulidor, Fignon contro LeMond, Contador contro Schleck. Quella in corso, dal 5 al 27 luglio 2025, è l'edizione numero 112. Ma com’era davvero il Tour inizialmente e cosa lo rende ancora oggi così speciale?
Storia e origini del Tour de France
Il Tour de France nasce nel 1903 come una grande scommessa editoriale per rilanciare le vendite del quotidiano sportivo francese "L'Auto", oggi noto come "L'Equipe". In quegli anni la Francia viveva la Belle Époque, un periodo di fermento culturale e di crescente passione per lo sport e la bicicletta. La corsa prende forma da un’idea rivoluzionaria legata al mondo della stampa: "L’Auto", un quotidiano sportivo francese, cercava un modo per aumentare le sue vendite e superare il rivale "Le Vélo".
La vera svolta arrivò nel 1902: Géo Lefèvre, giovane redattore di soli 23 anni, propose al direttore del giornale Henri Desgrange un’idea folle per l’epoca, ma geniale. Una corsa ciclistica a tappe, lunga, massacrante, in grado di attraversare l’intera Francia e conquistare l’attenzione di migliaia di lettori. Era nata l’idea del Tour de France. Il nome stesso era un richiamo potente: evocava il “Tour de France des Compagnons”, il viaggio formativo che gli antichi artigiani francesi compivano attraverso le città del Paese per perfezionare il proprio mestiere.
La prima edizione del 1903 fu un banco di prova estremo: sei tappe per oltre 2.400 km su strade sterrate, percorsi spesso affrontati di notte e senza alcuna assistenza tecnica. I corridori pedalavano con biciclette pesanti, prive di cambi, trasportando da soli camere d’aria e attrezzi. Dei 60 partiti da Montgeron, a sud di Parigi, solo una manciata tagliò il traguardo finale. A trionfare fu Maurice Garin, uno spazzacamino italiano naturalizzato francese, che completò il percorso ad una velocità media di 25 km/h e oltre alla gloria, vinse anche un bottino di 6.075 franchi. All’arrivo, più di 20.000 persone si accalcarono per assistere alla scena, mentre "L’Auto" stampava un’edizione speciale da 130.000 copie: un successo editoriale senza precedenti.
Già l’anno successivo, nel 1904, lo scandalo travolse la corsa: i primi quattro classificati furono squalificati per aver violato il regolamento, tra cui lo stesso Garin. Alcuni avevano preso treni, altri erano stati aiutati dai tifosi locali che avevano ostacolato i rivali lanciando chiodi o persino aggredendoli. Paradossalmente, questi episodi resero la corsa ancora più celebre, alimentando il mito e il fascino del Tour.
Col passare degli anni, la gara evolvette: nel 1905 vennero introdotte le salite di montagna, come il Ballon d’Alsace, e si iniziarono a definire le prime strategie di squadra. Nel 1919 nacque la maglia gialla, adottata dagli organizzatori sulle pressioni della stampa per rendere più visibile il leader della corsa e scelta anche in onore del colore della carta su cui era stampato "L’Auto". E nel 1930, con la creazione della carovana pubblicitaria — una parata di veicoli colorati e sponsor che precede ogni tappa distribuendo gadget.

Come si è evoluto il Tour de France, dal Grand Départ agli scandali
Negli anni '50 arrivò una doppia svolta nel Tour: nel 1952 vennero inseriti i primi arrivi in salita che prevedevano come primo "esperimento" il trittico Alpe d'Huez-Sestrières-Puy-de-Dôme tutti e tre i traguardi videro l'italiano Fausto Coppi dominare e vincere il suo secondo Tour de France. Nel 1954 invece nacque il Grand Départ, ovvero sia l'idea che la corsa possa prendere il via da un paese straniero. Da allora, le partenze della corsa in territorio estero sono state ben 26.
Negli anni, il Tour ha visto corridori diventare leggende grazie a duelli accesissimi come quello tra Jacques Anquetil (il primo a vincere 5 volte il Tour) e Raymond Poulidor negli anni '60. Un altro duello che infiammò la corsa fu negli anni '40 tra i due italiani Gino Bartali e Fausto Coppi con entrambi che possono annoverare nella loro carriera ben due vittorie a testa del Tour. Negli anni ’80 e ’90, la rivalità tra l’americano Greg LeMond e il francese Laurent Fignon regalò emozioni incredibili. Nel 1989, LeMond vinse il Tour per appena 8 secondi, il margine più piccolo di sempre, grazie a una straordinaria prova a cronometro che ribaltò le sorti della corsa all’ultimo istante. LeMond detiene anche il record per esser stato il primo ciclista non europeo a trionfare al Tour de France. Non si può poi dimenticare il confronto tra Eddy Merckx e lo spagnolo Luis Ocana nei primi anni ’70.
Questi duelli leggendari hanno reso il Tour una gara affascinante e seguita in tutto il mondo, ma purtroppo non sono mancati momenti oscuri legati al doping. L’uso di sostanze proibite per migliorare le prestazioni, come l’EPO (eritropoietina), ha minato la credibilità di molte vittorie e ha portato a squalifiche e revoche di titoli. Tra gli scandali, quello che ha segnato maggiormente la corsa è senza dubbio il caso di Lance Armstrong. Il ciclista americano vinse sette edizioni consecutive tra il 1999 e il 2005, diventando una leggenda. Tuttavia, dopo anni di sospetti e accuse, nel 2012 fu scoperto un sistema di doping di squadra che coinvolgeva Armstrong e i suoi compagni. Armstrong fu privato di tutti i suoi titoli e bandito dal ciclismo professionistico.
Record di vittorie e alcune statistiche sul Tour de France
Tra i ciclisti che hanno vinto il Tour, ben quattro possono vantare cinque vittorie ciascuno:
- Miguel Indurain (1991, 1992, 1993, 1994, 1995).
- Bernard Hinault (1978, 1979, 1981, 1982, 1985).
- Eddy Merckx (1969, 1970, 1971, 1972, 1974).
- Jacques Anquetil (1957, 1961, 1962, 1963, 1964).

Nel corso della sua lunga storia, il Tour de France ha visto trionfare ciclisti di ogni età, ma il più giovane in assoluto a vincere fu Henri Cornet, che si aggiudicò l’edizione del 1904 a soli 19 anni e 344 giorni. All’estremo opposto, il corridore più anziano a conquistare il Tour fu il belga Firmin Lambot, che nel 1922 vinse la corsa a 36 anni e 129 giorni. Per quanto riguarda le vittorie di tappa, invece, il record appartiene oggi al britannico Mark Cavendish, che nel 2024 ha conquistato la sua 35ª tappa, superando Eddy Merckx.
Oltre alla celebre maglia gialla, il Tour de France assegna altre maglie speciali che premiano diversi tipi di ciclisti:
- Maglia verde: va al leader della classifica a punti, cioè al miglior sprinter e al corridore più costante negli arrivi di tappa.
- Maglia a pois: premia il miglior scalatore, ovvero chi guadagna più punti sulle salite classificate del Tour.
- Maglia bianca: viene assegnata al miglior giovane in classifica generale, riservata ai corridori sotto i 25 anni.