
In Normandia, nel nord della Francia, è stato ritrovato un messaggio in bottiglia risalente a 199 anni fa lasciato da un archeologo dell'epoca: nel sito romano di Camp de César nella regione della Seine-Maritime, infatti, un gruppo di ricercatori francesi guidati da Guillaume Blondel ha scoperto all'interno di un contenitore in ceramica una piccola bottiglia di vetro – come quelle che all'inizio del XIX secolo si usavano per contenere il sale – con all'interno un pezzetto di carta perfettamente conservato, arrotolato e fermato da uno spago.

Il sito del ritrovamento, nonostante il nome, non ha connessioni evidenti con Giulio Cesare. Si tratta di un sito fortificato dell'età del ferro e del periodo gallo-romano (IV sec. a.C. – IV sec. d.C.), situato nei pressi di una scogliera nei pressi di Bracquemont, nel territorio del comune di Petit-Caux. Da subito ci si è resi conto che non si trattava di reperti di epoca gallica o romana, ma di qualcosa di molto più recente. Una volta srotolato il piccolo pezzetto di carta, gli archeologi sono stati in grado di leggere che cosa vi fosse scritto, ancora perfettamente leggibile:
P. J. Féret, nativo di Dieppe (una città vicina), membro di più società scientifiche, ha scavato qui nel gennaio del 1825. Continua le sue ricerche dentro tutta questa vasta area chiamata Città di Limés o Campo di Cesare.

Facendo alcune ricerche, si è scoperto che Pierre Jacques Féret fu uno dei primi pionieri dell'archeologia nel sito del Camp de César. Con le sue ricerche, Féret all'epoca contribuì a creare una precisa carta topografica del sito e a individuare delle fasi d'uso precedenti a quelle romane, ovvero di epoca gallica. Secondo Guillame Blondel, si tratta di una scoperta eccezionale. L'area in cui è stata ritrovata la bottiglietta, già scavata in passato (proprio da Blondel nel XIX secolo) è una delle zone più a rischio del sito, che trovandosi su una scogliera è soggetta a una fortissima erosione.

L'archeologo di 199 anni fa ha voluto lasciare un segno del proprio passaggio sul sito, in una sorta di "passaggio di testimone" fra diverse generazioni di studiosi.