Tra le soluzioni proposte per contrastare la crisi idrica in Sicilia si sta vagliando anche l’opzione di attingere a un enorme giacimento da 17 miliardi di metri cubi di acque sotterranee quasi sicuramente potabili scoperto nel 2023 dall'INGV e situato tra 800 e 2100 metri nel sottosuolo dei Monti Iblei. Secondo i dati forniti dal Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano (SIAS), le precipitazioni accumulate nell'ultimo anno sono state di 414 mm, un valore comparabile a quello registrato durante la grande siccità del 2002. Solo nell'ultimo mese, 6 dei 29 invasi situati nel distretto idrografico dell'isola si sono prosciugati.
Le caratteristiche della riserva d'acqua scoperta sotto i Monti Iblei
L’acquifero è stato scoperto da un team composto da ricercatori dell'Università di Malta, Università di Roma Tre, l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), l'Università di Bologna e il Monterey Bay Aquarium Research Institute degli USA. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista internazionale Nature Communications Earth & Environment. I ricercatori hanno stimato che oltre 17,3 km³ di acque dolci miste a salmastre siano conservate all’interno delle rocce carbonatiche del Triassico Superiore, datate tra i 201,4 e i 227 milioni di anni fa, della Formazione Gela nel quadrante sud-orientale della Sicilia. L'acquifero è stato individuato attraverso la creazione di modelli 3D del sottosuolo e analizzando dati di salinità e pressione provenienti da pozzi profondi, molti dei quali perforati negli anni '80 e '90 durante le campagne di esplorazione petrolifera.
La presenza di acqua dolce nel sottosuolo dei Monti Iblei, fino a una profondità di 2100 metri, è stata attribuita a un processo di infiltrazione delle acque meteoriche, guidato dall'abbassamento relativo del livello del mare avvenuto nel Messiniano, circa 5.7 milioni di anni fa. L'infiltrazione sembra essere stata facilitata dall'esistenza di sistemi di faglie profonde, che hanno permesso il passaggio dei fluidi
L'importanza dello studio sullo falda acquifera
In un'intervista rilasciata a SkyTG24, il ricercatore Lorenzo Lipparini, primo autore dello studio, ha dichiarato: "È stato uno studio molto importante che ora può essere fondamentale per affrontare un problema che sta mettendo in grave difficoltà la Sicilia." La stima di 17 miliardi di metri cubi di acqua è considerata conservativa e richiederà ulteriori approfondimenti. Secondo Lipparini, realizzare uno studio di fattibilità, effettuare le perforazioni e avviare un progetto di esplorazione per valutare le qualità chimico-fisiche dell’acqua e la sua portata, e quindi definire un piano di sviluppo, richiederebbe poco più di un anno, esclusi eventuali imprevisti. Solo allora, con una conoscenza completa delle caratteristiche dell'acquifero, si potrebbe pensare a un modello di sviluppo concreto.
Nelle scorse settimane, il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, ha dichiarato che, nonostante le diverse criticità legate all'utilizzo di questa risorsa, intende esaminare l'ipotesi e la sua fattibilità. Per questo motivo, gli autori dello studio sono stati invitati a Palermo per discutere una valutazione tecnico-economica con la Protezione Civile.
Se confermato, il giacimento di acqua fossile sotterraneo potrebbe rappresentare una risorsa cruciale per l'isola, specialmente durante l’attuale crisi idrica. Inoltre, “questa potrebbe non essere l'unica falda”, ha dichiarato Lorenzo Lipparini, aggiungendo che, secondo i dati, potrebbe esistere un'altra importante riserva anche sotto il livello del mare, al largo della Sicilia.