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Cosa è successo al Lago d’Aral? Il perché del prosciugamento e le prospettive future

Il lago d’Aral era il quarto lago più esteso della Terra, con una superficie paragonabile a quella dell’Irlanda e una profondità massima di 42 metri. In soli 60 anni, dal 1960 ad oggi, il volume dell’acqua si è ridotto del 90%, mentre la sua superficie è passata da 68.000 km² ai circa 20.000 km² attuali. Ma cos'è mai potuto succedere per provocare un disastro di tali dimensioni?

A cura di Videostorie
15 Ottobre 2021
12:30
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Cosa è successo al Lago d’Aral? Il perché del prosciugamento e le prospettive future
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Il lago d’Aral, noto anche come mare d'Aral, è un lago salato di origine oceanica che si trova al confine tra l’Uzbekistan e il Kazakistan. Ha due immissari principali, l’Amu Darya e il Syr Darya, entrambi più lunghi del Po. Aveva una profondità media di 8,2 metri e una profondità massima di 42 metri ma nel corso della sua vita, lunga più di 5 milioni di anni, si è svuotato e riempito diverse volte.

Negli ultimi 60 anni le attività umane ne hanno improvvisamente accelerato il processo, riducendo il volume dell'acqua di circa il 90% e la sua superficie dai 68.000 km² ai circa 20.000 km² attuali. Ma cos'è mai potuto succedere per provocare un disastro ambientale di tali dimensioni?

Vediamo come e perché il lago d'Aral sta scomparendo, quali sono le conseguenze ambientali del suo prosciugamento e le iniziative per salvarlo.

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Timelapse del lago d’Aral visto da Google Earth

Le cause del prosciugamento del lago d'Aral

Perché è scomparso? Durante la guerra fredda i corsi dei due fiumi immissari del lago d’Aral vennero deviati per incrementare la coltivazione intensiva di cotone nelle aride zone circostanti. Una volta tolto il naturale apporto di acqua il grande lago ha cominciato inevitabilmente a ritirarsi, lasciando dietro di sé un deserto di sabbia, sale e carcasse di navi abbandonate.

Per far posto alle enormi piantagioni di cotone furono utilizzate anche grandi quantità di diserbanti chimici, che hanno inquinato il terreno circostante portando alla contaminazione delle acque del lago e all’accumulo di veleni sul fondale, dal momento che il lago d’Aral non ha emissari da cui far defluire l’acqua.

Quando l’acqua è evaporata, sul terreno sono rimasti quindi solo sabbia e polveri inquinanti, che quando il vento si alza creano delle nubi tossiche che hanno provocato, e provocano ancora adesso, gravi problemi respiratori alle popolazioni che vivono intorno al lago.

Le conseguenze ambientali dell'essiccazione

Il rapido processo di essiccazione ha portato a un veloce aumento della salinità dell’acqua, distruggendo l’ecosistema marino e facendo scomparire le 20 specie di pesci che abitavano il lago. Villaggi dove la pesca rappresentava la vita di circa 40.000 persone si sono ritrovati così a più di 100 km di distanza dalle nuove coste del lago.

Il prosciugamento ha indotto anche un cambiamento nell'equilibrio climatico della zona: la presenza del lago mitigava infatti il clima torrido, mantenendolo temperato tutto l’anno, mentre oggi, a causa del fenomeno della desertificazione, le temperature vanno da un minimo di -35°C in inverno fino a un massimo di 50°C in estate.

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Navi abbandonate nel lago d’Aral

Il progetto della diga di Korakal e le prospettive future

Quali prospettive ci sono per il Lago d'Aral e in quale condizione si trova attualmente? Per risolvere la situazione il governo kazaco ha completato nel 2005 la costruzione della diga di Korakal, nel lago d’Aral Settentrionale, con l’obiettivo di trattenere le acque del fiume Syr Darya. Nel giro di poco tempo il livello del lago si è così alzato di nuovo, passando da 30 a 38 metri, ripristinando la salinità naturale e permettendo ai pesci di ripopolarlo, seppur solo a livello locale.

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