
L’idrogeno, dal greco hýdúr, «acqua», e ghen, «generare», è una molecola con formula chimica H2. Una delle caratteristiche più importanti è che può essere utilizzato come vero e proprio combustibile: quando l’idrogeno brucia a contatto con l’ossigeno, emette energia e H2O (acqua) anziché CO2, come nel caso dei combustibili fossili. Inoltre l’idrogeno – che è uno degli elementi più abbondanti dell’Universo – contiene un’enorme quantità di energia rispetto al suo peso, circa 3 volte più grande di quello della benzina.
Perché se è così eccezionale non lo usiamo in larga scala?
Il problema è che sulla Terra la molecola semplice H2 non si trova, se non in concentrazioni poco rilevanti! L’idrogeno è quasi sempre legato ad altri elementi, come per esempio l’ossigeno (per formare l’acqua) o carbonio (per formare idrocarburi). Ciò significa che per averlo nella sua forma semplice H2, dobbiamo necessariamente separarlo dal resto dei composti in cui si trova e, per farlo, occorre molta energia e quindi molto denaro.
In pratica, generare idrogeno costa tanto!
Per ottenere l’idrogeno ci sono più di 40 metodi e processi, anche se il migliore è quello chiamato «elettrolisi», che permette di dividere l’idrogeno e l’ossigeno dell’acqua utilizzando elettricità. Se l’energia proviene da fonti rinnovabili, avremo il cosiddetto «idrogeno verde». Si parlerà, al contrario, di «idrogeno grigio» se si useranno fonti energetiche fossili e di «idrogeno blu» qualora si aggiunga l’operazione di cattura e sequestro dell’anidride carbonica. Una volta ottenuto l’idrogeno, è possibile trasportarlo attraverso i normali gasdotti, come sta sperimentando negli ultimi anni l’azienda italiana SNAM.
In questo video vedremo quindi cos’è l’idrogeno, come si può ricavare e perché è così importante per la transizione energetica.