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16 Ottobre 2023
14:00

In Francia potrebbe trovarsi il deposito di idrogeno bianco più grande del mondo

La scoperta accidentale in Lorena può essere di grande rilevanza, vista l'importanza dell'idrogeno bianco (ovvero naturale) nell'ottica della transizione energetica.

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In Francia potrebbe trovarsi il deposito di idrogeno bianco più grande del mondo
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Nel sottosuolo della Lorena, nella Francia nordorientale, è stato scoperto un deposito che potrebbe contenere fino a 46 milioni di tonnellate di idrogeno bianco, ovvero di idrogeno naturale prodotto da meccanismi geologici. Se le stime si riveleranno esatte, si tratterebbe del più grande giacimento del mondo. I geologi hanno fatto questo ritrovamento accidentalmente, mentre stavano valutando le potenzialità di un giacimento di metano. L’idrogeno bianco potrebbe rivestire un ruolo molto importante nella transizione energetica. Vediamo perché e in che cosa si differenzia dall’idrogeno grigio, ottenuto dai combustibili fossili.

La scoperta del deposito in Francia

La Lorena ospita grandi giacimenti di carbone, che in passato veniva estratto in numerose miniere. Uno dei siti estrattivi più importanti si trova presso la cittadina di Folschviller. Qui il sottosuolo contiene notevoli quantità di metano, oggetto di studio dei membri del laboratorio di Georisorse dell’Università della Lorena e del CNRS (Centro Nazionale di Ricerca Scientifica francese). I ricercatori hanno calato una sonda fino a 1200 metri di profondità per analizzare i gas disciolti nelle acque presenti tra le rocce dell’area. L’obiettivo era valutare se fosse redditizio un eventuale sfruttamento del metano contenuto al loro interno. Le analisi hanno rivelato percentuali elevate di idrogeno libero, che aumentavano con la profondità fino a toccare il 20% nel punto più profondo raggiunto dalla sonda. Questi valori hanno portato i ricercatori a ipotizzare che a 3000 metri di profondità la percentuale di idrogeno potrebbe superare il 90%. In totale, il giacimento potrebbe contenere fino a 46 milioni di tonnellate di idrogeno.

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Una miniera di carbone abbandonata a Forbach, nella Lorena, nel territorio in cui è stato trovato l’idrogeno.

L’importanza dell’idrogeno bianco

L’idrogeno contenuto nel deposito della Lorena è il cosiddetto “idrogeno bianco”, di origine geologica e libero, cioè non legato ad altri elementi (sulla Terra la maggior parte dell’idrogeno si trova sotto forma di composti, come l’acqua e il metano). A produrlo sarebbero reazioni chimiche tra l’acqua e minerali ricchi di ferro.

L’idrogeno bianco non va confuso con l’idrogeno grigio, ottenuto a partire dai combustibili fossili (soprattutto metano). L’idrogeno grigio costituisce il 90% di tutto l’idrogeno prodotto a livello mondiale (esistono infatti altri tipi di idrogeno, ottenuti con processi differenti). Viene impiegato per la raffinazione del petrolio, per produrre fertilizzanti e carburanti (metano sintetico, metanolo, ammoniaca), per alimentare veicoli elettrici. Il processo con cui si ricava l’idrogeno grigio, però, libera in atmosfera grandi quantità di anidride carbonica. Esiste poi l’idrogeno verde, che si ottiene dall’acqua utilizzando fonti di energia rinnovabile ed emette meno anidride carbonica, ma la sua produzione richiede molta energia e alti costi.

L’idrogeno bianco potrebbe costituire un’alternativa vincente. Infatti, oltre a comportare costi inferiori rispetto all’idrogeno verde e a rappresentare una fonte di energia pulita (per questo è detto “bianco”), in determinate aree della crosta terrestre questo gas viene costantemente rigenerato. Oltre che dalle reazioni tra l’acqua e i minerali di ferro, l’idrogeno libero può derivare dall’azione della radioattività naturale della crosta terrestre, in grado di separare le molecole d’acqua. Anche l’attrito lungo le faglie può generare idrogeno libero, così come l’attività di alcuni batteri. Al momento però non è nota la quantità di idrogeno prodotta naturalmente ogni anno nella crosta terrestre, quindi non possiamo sapere se tale risorsa può considerarsi alla stregua delle fonti rinnovabilil.

Dove si estrae l'idrogeno bianco nel mondo 

La quantità di idrogeno bianco presente nella Lorena potrebbe superare la metà dell’attuale produzione annua mondiale di idrogeno grigio (circa 80 milioni di tonnellate all'anno). Non si tratta dell’unica riserva della Francia: ne sono state individuate altre nelle Alpi e nei Pirenei. Altri giacimenti ancora non sfruttati si troverebbero in numerosi altri Stati europei, negli Stati Uniti e in Australia. A oggi, però, l’unico deposito di idrogeno bianco sfruttato al mondo è quello di Bourakébougou, nel Mali occidentale, dove si producono 5 tonnellate all’anno.

Le prospettive per il futuro

Ora i geologi francesi devono dimostrare che le loro ipotesi sul giacimento della Lorena sono esatte, cioè che la concentrazione di idrogeno continua a crescere con la profondità e che questo gas è uniformemente distribuito su un’area molto ampia. Per farlo, occorre realizzare numerosi pozzi che raggiungano i 3000 metri di profondità, in cui calare le sonde.

L’idrogeno libero è stato trascurato fino a qualche anno fa, perché si pensava che si trovasse nella crosta in quantità ridotte e a profondità troppo elevate. In realtà, in base alle scoperte più recenti, potremmo avere accesso a una quantità di idrogeno sufficiente a soddisfare la richiesta globale, con un enorme contributo alla transizione energetica.

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