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La Vuelta a España, spesso indicata semplicemente come La Vuelta, è una corsa a tappe ciclistica, l'ultimo tra i Grandi Giri per nascita e collocazione nel calendario dopo il Giro d'Italia e il Tour de France. Si disputa in Spagna ogni anno a cavallo tra il mese di agosto e quello di settembre nell'arco di tre settimane, con traguardo dell'ultima tappa posto tradizionalmente nella capitale Madrid. Quest'anno è in programma l'80ª edizione da sabato 23 agosto (con le prime quattro tappe in Piemonte, si tratta di una prima volta per l'Italia) a domenica 14 settembre.
Una delle caratteristiche più rilevanti della Vuelta è la sua capacità di innovare il percorso, introducendo tappe esplosive e strategiche, nuovi arrivi in quota e percorsi spettacolari che attraversano l’intera geografia spagnola. Questo ha reso la corsa un punto di riferimento per l’emozione e lo spettacolo, e oggi non è solo una competizione sportiva, ma anche una vetrina culturale e turistica per il Paese iberico. La sua evoluzione l’ha consolidata come una delle gare più importanti e strategiche del ciclismomondiale. Scopriamo insieme le sue origini e la sua storia.
La Vuelta 2025 parte per la prima volta nella storia dall'Italia: le tappe italiane
Come successo per il Tour de France, che quest’anno ha visto il Piemonte protagonista della "Grand Départ", anche le 4 tappe della"Gran Salida" della Vuelta 2025 coinvolgeranno il territorio italiano per la prima volta nella storia della corsa spagnola: il 23 agosto la tappa inaugurale partirà da Torino-Venaria Reale, passerà per Torino, con il "Km 0", e si dirigerà a Novara su un percorso di 183 chilometri. La seconda inizierà ad Alba (CN) e finirà 157 chilometri dopo a Limone Piemonte (CN), segnando il primo arrivo in vetta della corsa. La terza si svolgerà da San Maurizio Canavese (TO) a Ceres (TO), per 139 chilometri. La quarta e ultima tappa italiana, con arrivo in Francia, partirà da Susa (TO). Il Piemonte vanta il merito di essere l’unica regione ad aver ospitato tutte e tre le grandi partenze delle grandi gare ciclistiche.
Le origini della vuelta a España
La Vuelta nasce con le stesse modalità del Giro e ancor prima del Tour de France. Ovvero dall’intuizione e dagli investimenti di un giornalista, di nome Juan Pujol, che dirigeva il quotidiano "Informaciones" e osservando il trend de La Gazzetta dello Sport, a sua volta finanziatrice del Giro, e de "L’Auto", promotore del Tour, nel 1935 decise di creare la corsa con lo scopo di incrementare le vendite del suo giornale. La inserì in calendario a metà primavera, in aprile, affrontando soleggiate e diluvi, ma soprattutto la concorrenza del Giro d’Italia. Inizialmente – e salvo poche eccezioni – il Giro di Spagna, che fino al 1955 si corse solo 9 volte, si disputava in primavera, ma nel 1995 fu deciso di spostare la Vuelta nel periodo tra agosto e settembre per offrire ai ciclisti l'occasione di preparare al meglio i campionati del mondo su strada. Le prime 9 edizioni furono appannaggio della coppia Spagna (6)-Belgio (3) mentre nella decima, quella del 1955, si impose il francese, di origini italiane, Jean Dotto. La prima vittoria tutta italiana risale al 1956, quando il torinese Angelo Conterno mise in riga lo spagnolo Jesús Loroño, che si prese la rivincita l'anno successivo.
I grandi campioni del Giro di Spagna
La Vuelta è stata negli anni teatro di alcune imprese storiche dei massimi protagonisti del ciclismo. Per esempio il capolavoro di Felice Gimondi datato 1968: il campione di Sedrina, a soli 25 anni, vi chiuse la tripletta dei Grandi Giri (il secondo di sempre a conquistare l'ambita "Tripla Corona" dopo Jacques Anquetil) dopo il Tour nel 1965 e il Giro del 196 . L’arrivo a Madrid, con il numero 22, è una delle foto simbolo del ciclismo italiano. O la vittoria di Eddy Merckx del 1973, unica edizione a cui partecipò il belga combattendo per le tre settimane con una brutta tonsillite. Un’altra storia meravigliosa è la “Vuelta rubata“ del 1985 dal "padrone" di casa Pedro Delgado che arrivò al traguardo finale con 36 secondi di vantaggio sullo scozzese Robert Millar: la stampa britannica parlò di “The stolen Vuelta” per il tacito accordo tra le squadre spagnole di non favorire Millar nella caccia a Delgado, in particolare alla tappa numero 17 (la penultima) in cui riuscì a recuperare ben sette minuti di margine al diretto avversario. Nei libri di storia del ciclismo è entrato anche il poker “macchiato” dello spagnolo Roberto Heras, il ciclista più vincente della storia della competizione iberica assieme allo sloveno Primoz Roglic. Nell’ultima tappa del 2005, una positività all’Epo gli costò il quarto titolo e due anni di squalifica. Nel 2012 , dopo una lunga battaglia legale, la Corte suprema spagnola gli annullò la sentenza e riconsegnò l'ultima vittoria rendendolo leggenda.

Negli ultimi anni poi hanno messo la firma a Madrid i migliori artisti del ciclismo contemporaneo: Chris Froome, Alberto Contador, Alejandro Valverde, Nairo Quintana, Simon Yates, Primoz Roglic e naturalmente i nostri Vincenzo Nibali (2010) e Fabio Aru (2015). Senza dimenticare la commovente impresa nel 2013 del 42enne yankee di Okinawa Chris Horner, il più vecchio di sempre a vincere un Grande Giro.
La maglia simbolo de La Vuelta, ovvero quella del leader, è rossa, corrispettiva spagnola della maglia gialla del Tour de France e della maglia rosa del Giro d'Italia. Dal 2010 veste così il leader della classifica generale, sebbene i tradizionalisti del Giro di Spagna la vorrebbero nuovamente oro, colore adottato dal 1999 al 2009. Altre graduatorie distintive sono la classifica scalatori e quella della classifica a punti, che assegnano rispettivamente una maglia a pois blu e una maglia verde. Vi sono state e vi sono anche altre maglie assegnate, come quella al leader della classifica degli sprint intermedi (ora abolita) e quella per la classifica combinata (maglia bianca), un sistema a punti che premia il ciclista meglio classificato combinando le tre principali classifiche (generale, a punti e scalatori).
Record di vittorie e statistiche
Sono stati in tutto 62 i corridori a scrivere il proprio nome nelle passate 79 edizioni della Vuelta disputate dal 1935 al 2024, in rappresentanza di 14 nazioni. I migliori interpreti della storia della corsa, come già anticipato, sono Roberto Heras e Primoz Roglic, entrambi a quota 4 trionfi. Il corridore iberico, vincitore nel 2000, nel 2003, nel 2004 e nel 2005, vanta altri due piazzamenti tra i migliori tre (2° nel 2002 e 3° nel 1999), mentre lo sloveno oltre ai successi firmati nel 2019, nel 2020, nel 2021 e nel 2024, ha collezionato anche il 3° posto del 2023.
Lo spagnolo Valverde è il primatista assoluto di podi, ben 7: la vittoria ottenuta nel 2009, i secondi posti del 2006, 2012 e 2019, i terzi del 2003, 2013 e 2014. In totale 156 corridori si sono piazzati almeno una volta tra i migliori tre nella graduatoria finale della corsa iberica.
La Spagna guida la classifica per nazioni con 32 affermazioni e 126 podi complessivi, compresi 52 secondi e 42 terzi posti. A seguire la Francia con 9 successi, poi il Belgio con 8 e l’Italia con 6: conquistati da Conterno nel 1956, Gimondi nel 1968, Battaglin nel 1981, Giovannetti nel 1990, Nibali nel 2010, Aru nel 2015.
Lo spagnolo Delio Rodriguez detiene il record di tappe vinte alla Vuelta, ben 39, e di tappe consecutive vinte, 6. Il belga Freddy Maertens ha invece il record di tappe vinte nel corso di una edizione, quella del 1977, quando si aggiudicò 13 tappe.
Il più giovane vincitore nella storia della Vuelta è stato lo spagnolo Angelino Soler, che nel 1961 vinse all’età di 21 anni e 166 giorni. Il più anziano è lo statunitense Chris Horner, vincitore nel 2013 all’età di 41 anni e 327 giorni.