Se siete ancora restii a utilizzare l'intelligenza artificiale e strumenti come ChatGPT, Gemini e Llama vi fanno ancora una certa “paura” per i potenziali effetti negativi dell'AI sulla società odierna, dovreste sapere che in realtà è probabile che stiate comunque utilizzando l'intelligenza artificiale nella vostra quotidianità. In questo articolo andremo a mostrarvi 4 tecnologie AI che usiamo tutti i giorni senza accorgercene, come le raccomandazioni sui contenuti in streaming, le app di navigazione, i motori di ricerca e le fotocamere degli smartphone.
1. Raccomandazioni sui contenuti
Piattaforme digitali di video streaming e musica streaming e social network vari utilizzano algoritmi di intelligenza artificiale per analizzare i comportamenti e le preferenze degli utenti, al fine di dare raccomandazioni sui contenuti che siano quanto più in linea con i gusti degli utenti. Questi sistemi di raccomandazione utilizzano tecniche di machine learning per raccogliere dati come cronologia di visualizzazione, ricerche effettuate, tempo trascorso su certi contenuti e interazioni con questi ultimi (come “Mi piace” o “Non mi piace”), per poter suggerire contenuti pertinenti agli utenti al fine di far passare loro più tempo sulla piattaforma.
Esistono varie tipologie di algoritmi. Quelli collaborative filtering, per esempio, suggeriscono contenuti basati sulle preferenze di altri utenti con gusti simili, mentre quelli definiti content-based filtering, invece, vanno a suggerire contenuti simili a quelli che l'utente ha già apprezzato, basandosi sulle caratteristiche del contenuto stesso (ad esempio, genere di film o stile musicale). Ci sono poi anche i cosiddetti modelli ibridi, che combinano diversi approcci per migliorare la precisione delle raccomandazioni.
2. App di navigazione
Tutti siamo ormai alquanto "dipendenti" dalle app di navigazione per i nostri spostamenti e forse non tutti sanno che queste utilizzano in modo massiccio algoritmi basati sull'AI per ottimizzare i percorsi e fornire indicazioni in tempo reale. Lo fanno analizzando una vasta quantità di dati geografici, di traffico e comportamentali. Grazie all'analisi di un'enorme mole di informazioni, gli algoritmi sono così in grado di selezionare il percorso migliore in base a vari criteri, quali distanza, tempo, condizioni del traffico e persino preferenze personali di ciascun utente. Queste tecnologie rendono gli spostamenti più sicuri, riducendo i tempi di viaggio e lo stress e, cosa alquanto importante visto il periodo storico in cui viviamo, possono anche avere un impatto positivo sull'ambiente contribuendo a ridurre le emissioni di CO2 grazie a una guida più efficiente.
3. Motori di ricerca
Motori di ricerca come Google utilizzano l'intelligenza artificiale per offrire risultati rilevanti e interessanti per ggli utenti, anticipando le loro intenzioni e migliorando continuamente l'accuratezza delle risposte.
Come si può ben immaginare, gli algoritmi in questione sono incredibilmente complessi e il loro esatto funzionamento solitamente non viene reso noto (tra le altre cose per evitare che i creatori di contenuti realizzino i propri tenendo esclusivamente conto di fattori di posizionamento sui motori di ricerca anziché delle esigenze degli utenti del Web).
In linea generale, per quanto riguarda il caso specifico di Google, ad esempio, l'algoritmo che va a selezionare in brevi frazioni di secondo i contenuti da mostrare in base alla ricerca Web fatta funziona passando per diverse fasi. Il processo di ricerca su Google inizia con il “matching”, dove un software analizza le parole inserite e le cerca nel Web, grazie a una copia di tutti i siti.
Successivamente, l'algoritmo di machine learning valuta il significato della ricerca, selezionando i risultati più pertinenti e posizionandoli in cima alla pagina: questa fase si chiama meaning. In meno di mezzo secondo, Google presenta una vasta gamma di contenuti pertinenti e l'algoritmo, continuamente aggiornato, organizza miliardi di informazioni cercando di imitare un essere umano. I search quality raters, esperti esterni a Google, valutano poi la qualità delle ricerche basandosi su criteri come autorevolezza, competenza e affidabilità.
4. Fotocamera dello smartphone
«3, 2, 1… Cheese!». Dopo aver premuto il pulsante di scatto della fotocamera dello smartphone entrano in gioco tutta una serie di algoritmi basati sull'AI che vanno a migliorare la qualità di output delle foto, ottimizzando in modo del tutto automatico alcune impostazioni che rendono gli scatti esteticamente più belli e gradevoli. Questa è la cosiddetta fotografia computazionale.
Questi algoritmi sono in grado di riconoscere automaticamente la scena — distinguendo solitamente tra foto di paesaggio, scene notturne, etc. — regolando di conseguenza parametri come esposizione, bilanciamento del bianco e saturazione dei colori.
Con l'avvento degli smartphone dotati di due o più fotocamere si sono diffusi anche i ritratti con bokeh (l'effetto ottenuto con le macchine fotografiche professionali in cui il soggetto in primo piano è a fuoco e lo sfondo è sfocato). Questo è reso possibile dal fatto che gli algoritmi AI, leggendo i dati provenienti dalle fotocamere, sono in grado di distinguere lo sfondo andando a “staccarlo” dal soggetto e provvedendo ad applicare una sfocatura più o meno marcata.