
Quante volte abbiamo sentito dire o detto: "Sono allergico alla polvere"? In realtà, questa affermazione è un po’ imprecisa. A scatenare la reazione allergica non è la polvere in sé, ma alcune proteine contenute negli escrementi degli acari della polvere: piccoli aracnidi microscopici che si nutrono di pelle morta e proliferano negli ambienti domestici. Invisibili a occhio nudo, si annidano soprattutto dove c’è umidità, calore e una costante presenza umana. Ecco perché sono presenti nei materassi, nei cuscini, nelle coperte e nei tappeti. Fortunatamente esistono strategie efficaci per limitarne la presenza e ridurre il rischio allergico. Approfondiamo quindi tutto in questo video-articolo.
Chi è l’acaro della polvere: dimensioni, dieta e dove si trova
L'acaro della polvere, appartenente alla famiglia degli aracnidi, è un organismo microscopico che misura tra i 250 e i 420 micron. Le femmine tendono ad essere più grandi dei maschi. Questi acari si nutrono principalmente delle cellule morte della pelle umana, che vengono costantemente rilasciate dal nostro corpo. Ogni giorno, un adulto perde circa 1,5 grammi di pelle, fornendo così un'abbondante fonte di cibo per gli acari. L'ambiente domestico, con la sua temperatura mite e l'umidità relativa superiore al 50%, offre condizioni ideali per la loro sopravvivenza. Materassi, cuscini, tappeti e tende rappresentano i luoghi preferiti dagli acari per insediarsi e riprodursi.

Il legame con le muffe e cosa causa l'allergia
Un aspetto interessante della vita degli acari della polvere è la loro relazione simbiotica con alcune muffe. Queste muffe aiutano a scomporre le cellule morte della pelle, rendendole più facilmente digeribili per gli acari. In cambio, le spore delle muffe sopravvivono al processo digestivo degli acari e vengono espulse insieme alle feci, contribuendo alla diffusione delle muffe stesse.
Ad ogni modo è importante sottolineare che non è l'acaro in sé a causare l'allergia, ma le proteine presenti nei suoi escrementi o nel loro corpo in decomposizione. Tra queste, le più note sono Der p 1 e Der f 1, prodotte rispettivamente dalle specie Dermatophagoides pteronyssinus e Dermatophagoides farinae. L'inalazione di queste proteine può provocare reazioni allergiche, soprattutto in soggetti predisposti, manifestandosi con sintomi come rinite, congiuntivite e, nei casi più gravi, asma.

Come combattere gli acari: i consigli dell’Istituto Superiore di Sanità
Per ridurre la presenza degli acari della polvere e prevenire le reazioni allergiche, è fondamentale adottare alcune misure preventive. Mantenere l'umidità relativa degli ambienti domestici al di sotto del 50% è essenziale, poiché gli acari prosperano in ambienti umidi. L'uso di deumidificatori o condizionatori d'aria può essere utile a questo scopo. È consigliabile rivestirematerassi e cuscini con fodere antiacaro e lavare regolarmente la biancheria da letto a temperature elevate, preferibilmente tra i 50 e i 60 °C, per eliminare gli acari e i loro allergeni. Inoltre, è importante pulire frequentemente la casa utilizzando aspirapolvere dotati di filtri HEPA e panni umidi, evitando così di sollevare la polvere nell'aria. Ridurre la presenza di tappeti, tende pesanti e altri oggetti che accumulano polvere può contribuire significativamente a limitare la proliferazione degli acari.