Starnuti, congestione nasale e asma sono alcuni dei sintomi dell’allergia al polline, tipica della stagione primaverile a partire da marzo e che può protrarsi fino a ottobre. Per comprendere perché alcuni di noi ne sono allergici è essenziale innanzitutto capire che cos'è il polline. A causa di una sensibilizzazione del sistema immunitario e di una successiva reazione immunitaria all'allergene (cioè una sostanza estranea all'organismo, in questo caso il polline), alcune persone sono fortemente allergiche al polline. Esistono delle precauzioni che possono ridurre l'esposizione al polline, oltre che ai rimedi farmacologici.
Perché i pollini provocano allergie
I pollini sono delle cellule che vengono liberate nell'aria dal "maschio" della pianta" per andare a fecondare la "femmina" della pianta. La funzione principale del polline è il trasporto, quindi, del gamete maschile verso quello femminile. Ogni polline (o granulo pollinico) è una cellula grande più o meno 30 μm, salvo eccezioni che vanno dai 10 μm del "nontiscordardimé" ai 100 μm delle conifere. Quando queste cellule entrano all'interno del nostro corpo tramite le vie aree, si può verificare una reazione allergica.
Inizialmente il polline viene identificato per errore dal nostro sistema immunitario come sostanza potenzialmente dannosa, quindi si iniziano a formare gli anticorpi (le Immunoglobuline IgE) per eliminarlo. Questa fase viene chiamata fase di sensibilizzazione. Quando il nostro organismo entra nuovamente in contatto con l'allergene, questo viene subito riconosciuto dagli anticorpi precedentemente formati, e si attivano le difese del corpo, scatenando il tutto sotto forma di reazione allergica, pur di eliminare l'agente "dannoso".
Dal punto di vista biochimico, il processo è molto complesso. Sostanzialmente però quando il polline entra a contatto con le IgE, vengono liberate delle sostanze (come l'istamina) che inducono l'infiammazione. Da qui partono tutte quelle reazioni a cascata che esprimono l'infiammazione e che sono anche atte a liberarsi dell'antigene (es. starnuti, tosse).
L'essere o meno allergici al polline dipende da una combinazione di fattori di predisposizione genetica, fattori ambientali e di stile di vita. Tra questi troviamo l'esposizione precoce agli allergeni, l'inquinamento atmosferico, l'indebolimento del sistema immunitario e le condizioni di periodi di forte stress.
Sintomi dell'allergia
I sintomi dell'allergia sono i più disparati e possono essere leggeri ma anche molto fastidiosi e pesanti. Generalmente sono a carico dell'apparato respiratorio, ma non solo. Per esempio, nei casi più moderati possiamo avere:
- starnuti ripetuti
- congestione nasale
- prurito agli occhi
- fastidio alla luce
- prurito del naso e/o del palato
- naso che cola
- occhi gonfi
- cefalea
- stanchezza
Una progressione in sintomi più pesanti può essere:
- asma
- costrizione toracica
- difficoltà respiratoria
- tosse insistente
- orticaria e/o dermatite
I sintomi possono sparire improvvisamente e rapidamente, così come sono comparsi, oppure possono persistere per tutta la durata dell'esposizione agli allergeni. Questo perché l'inizio, l'intensità e la durata dei sintomi delle allergie ai pollini sono influenzati dalle fluttuazioni delle concentrazioni polliniche nell'aria.
Come capire che è allergia ai pollini
Per capire se e a quali pollini si è allergici bisogna fare una visita allergologica specialistica. Gli accertamenti prescritti solitamente sono i prick e i patch test, test cutanei allergometrici che appunto misurano l'assenza o la presenza di una allergia a una determinata sostanza, e anche la sua gravità. Oppure si possono fare esami del sangue (prist test) per verificare la quantità di IgE presenti.
Prevenzione e trattamenti: cosa fare contro l'allergia ai pollini
Si possono fare alcune cose per evitare i disturbi provocati dall'allergia, la prima cosa fra tutte è cercare di limitare il più possibile il contatto diretto con il polline. Quando si esce di casa e la concentrazione di polline è alta si può utilizzare una mascherina chirurgica, oppure scegliere di fare sport al chiuso in quei giorni e di utilizzare filtri antipolline in macchina.
All'aperto indossare occhiali da sole può aiutare a schermare gli occhi dal polline. Per quanto riguarda la casa bisognerebbe arieggiarla per non molto tempo ma in modo intenso, o comunque preferire le giornate di pioggia per far arieggiare per periodi più lunghi. Sarebbe preferibile stendere la biancheria al chiuso, dentro casa, e passare spesso l'aspirapolvere, anche sui tappeti. Per quanto riguarda la cura della persona, è consigliabile fare sciacqui nasali, togliersi i vestiti utilizzati all'esterno e riporli a parte e lavarsi prima di andare a dormire.
Queste attenzioni permettono di limitare l'esposizione all'allergene, ma chiaramente se i sintomi sono eclatanti si ricorre all'assunzione di farmaci: in questo caso dobbiamo contattare il nostro medico di base che potrebbe prescriverci corticosteroidi nasali e orali, antistaminici (quelli di ultima generazione evitano anche la controindicazione della sonnolenza) e decongestionanti nasali.
Per i casi più gravi esiste il vaccino, meglio chiamato immunoterapia specifica, il quale consiste nell'"insegnare" gradualmente al sistema immunitario ad accettare l'antigene e può ridurre la risposta immunitaria che causa l'allergia. Si può somministrare con modalità sublinguale dal paziente stesso, oppure tramite iniezione fatta dall'allergologo. Gli effetti collaterali sono occasionali e locali.
In rete, inoltre, è possibile consultare il bollettino pollinico, così da poter capire quando può esserci una alto tasso di polline nell'aria. Nel bollettino pollinico è riportata la pollinazione di settimana in settimana per ogni regione, mostrando anche le tendenze e alcune previsioni fatte correlando gli inquinanti atmosferici.