Augusta Ada Byron, nota ai più con il suo nome da sposata, Ada Lovelace, è stata una matematica britannica, ma soprattutto la prima programmatrice informatica della storia. Lovelace infatti scrisse il primo algoritmo destinato ad essere elaborato dalla macchina analitica di Charles Babbage – che possiamo considerare "antenata" dei moderni computer.
Mente estremamente brillante e vivace, è considerata una pioniera nel campo dell'informatica, dove ci aveva visto lungo sin dagli inizi: Ada infatti, rispetto agli studiosi sui coetanei e allo stesso Babbage, aveva già previsto che i computer sarebbero andati ben al di là dei calcoli numerici.
Dal 2009 ogni secondo martedì di ottobre si celebra la giornata internazionale di Ada Lovelace, una data scelta per commemorare i risultati ottenuti nelle discipline STEM dalle donne.
L’infanzia della matematica Augusta Ada Byron, la prima programmatrice donna
Augusta Ada Byron, contessa di Lovelace, meglio nota come Ada Lovelace, nacque il 10 dicembre 1815 a Londra, dalla matematica Anne Isabella Milbanke e dal famoso poeta Lord Byron. Tuttavia, non conobbe mai il padre, perché abbandonò l'Inghilterra quando la bambina non aveva nemmeno un anno a causa di una serie di scandali sociali ed economici.
La separazione fu patita con moderazione, però, perché la madre – che voleva per lei la miglior educazione scientifica possibile per "evitare che finisse come suo padre" – assunse come insegnante privata la astronoma scozzese Mary Somerville, che la fece appassionare sin da subito alle scienze matematiche. Ma non solo: per tenere viva la curiosità della figlia, la madre la portò con sé durante molti dei suoi viaggi nelle città più industrializzate del Paese, spiegandole il funzionamento di macchinari all'avanguardia come il telaio meccanico inventato da Joseph Marie Jacquard, che funzionava grazie a delle schede perforate. Sempre grazie alla madre, donna molto conosciuta nell'ambiente scientifico, Ada conobbe molti scienziati importanti (tra cui Michael Faraday) e personalità di spicco della letteratura come Charles Dickens.
A 18 anni, durante una festa dell'alta società, conobbe il matematico Charles Babbage, che la incantò parlandole dei suoi progetti e delle sue idee. Quell'uomo infatti aveva inventato una macchina differenziale capace di eseguire calcoli affidabili (calcolando tavole di funzioni numeriche attraverso il metodo delle differenze) facendo girare delle ruote numerate tramite un’apposita manovella. Ada ancora non sapeva che quell'incontro le avrebbe cambiato la vita, perché avrebbe avviato una collaborazione lavorativa durata molti anni. Pochi giorni dopo si recò a casa sua per osservarne il prototipo incompleto, e iniziò a studiare
Il secondo incontro che le cambiò la vita accadde poco dopo, nel 1835, quando conobbe il conte di Lovelace William King-Noel, che sposò e di cui prese il cognome. Proprio poco dopo il matrimonio, però, la salute di Ada iniziò a scricchiolare, mostrando problemi respiratori e digestivi che curava con medicinali oppiacei che talvolta la facevano delirare e la allontanavano dai suoi studi.
Le invenzioni di Ada Lovelace: l’algoritmo informatico per la macchina di Babbage
Nel frattempo, Lovelace riuscì a ottenere una pubblicazione sulla rivista Scientific Memoirs, che nel 1843 le aveva chiesto di tradurre un articolo scritto dall'ingegnere italiano Luigi Menabrea sulla macchina analitica di Babbage. Ada non solo lo tradusse, ma aggiunse anche molte note personali che suggerivano idee sul funzionamento della macchina. Inoltre, fece un paragone con il Telaio di Jacquard visto in gioventù, che poteva disegnare motivi in automatico usando delle schede perforate, proprio come la macchina di Babbage “tesseva motivi algebrici”.
La sua intuizione partì proprio da quel paragone, ed è l'algoritmo informatico per calcolare i numeri di Bernoulli (una serie infinita di cifre utilizzate in varie applicazioni di analisi matematica) utilizzando la macchina di Babbage.
In questo senso, Ada descrisse nel dettaglio come la macchina avrebbe manipolato i dati per calcolare i numeri di Bernoulli, utilizzando un linguaggio matematico e schematico. Le istruzioni includevano la sequenza di operazioni che la macchina avrebbe poi eseguito, anticipando il concetto di programmazione sequenziale.
Si può dunque tranquillamente dire che se Babbage è l’inventore dell’hardware (il primo computer), Lovelace è l’inventrice del software (il primo programma). Però Ada era una vera visionaria e non si fermò a questo: capì che l'invenzione di Babbage avrebbe potuto persino manipolare simboli (come lettere o note musicali) se codificate in modo appropriato.
Lovelace infatti intuì che la macchina analitica avrebbe potuto essere usata per comporre musica. Difatti, se le note musicali fossero state tradotte in regole matematiche, la macchina avrebbe potuto generare automaticamente brani musicali.
La sfortuna di Babbage e la morte prematura di Ada
Come molti geni incompresi, Babbage morì in povertà dopo aver cercato in ogni modo – e senza successo – di convincere il governo britannico a finanziare la costruzione della sua macchina, che senza dubbio avrebbe cambiato il mondo molto prima.
Proprio perché la macchina non venne ai realizzata, l'algoritmo di Lovelace non venne mai ufficialmente sperimentato e quindi nemmeno dimostrato. Un centinaio di anni dopo, però, l'ingegnere americano Howard Aiken progettò un computer elettromagnetico basandosi in parte sul progetto di Babbage. Quell'invenzione non cadde nel nulla, però, ma venne finanziata da IBM e costruita nel 1944 con il nome di Harvard Mark I.
Ada Lovelace, tormentata da questo fatto e dai problemi di salute, non se la passò meglio: dipendente dai farmaci oppiacei e profondamente depressa, dilapidò parte dei suoi beni, si separò dal marito e morì il 27 novembre 1852 a seguito dei numerosi salassi nel tentativo di curare il cancro all’utero, l'ultimo male che l'aveva colpita.