
Il Sud-est asiatico è stato colpito da violente alluvioni che hanno causato oltre 1.100 morti, anche se il bilancio delle vittime è in continua crescita: tra i Paesi più colpiti ci sono Sri Lanka, Indonesia e Thailandia, anche se le inondazioni sono state registrate anche in Malesia e in parte del Vietnam. A causare queste forti alluvioni, tra i più grandi disastri della storia in Asia, sono stati due cicloni tropicali, che si sono uniti alle forti piogge monsoniche di questa stagione, scaricando in un solo giorno la quantità di pioggia che normalmente si registra in tutto il mese di novembre.
Le alluvioni hanno devastato in particolare l'isola indonesiana di Sumatra: complessivamente, quasi 1 milione di persone sono state evacuate verso rifugi di emergenza, mentre le inondazioni hanno isolato interi villaggi, distruggendo ponti e riempiendo le strade di fango e detriti.
Perché le inondazioni sono state così violente
Come evidenziato dagli esperti, le alluvioni in Asia sono state causate dalla convergenza di tre fenomeni meteorologici: le piogge monsoniche, tipiche di questo periodo, il ciclone tropicale Senyar, che si è formato nello stretto di Malacca (che separa l'isola indonesiana di Sumatra dalla Malesia), e il ciclone tropicale Ditwah. L'insieme di questi tre fenomeni ha provocato forti venti, piogge e alluvioni, devastando intere aree di Sri Lanka, Indonesia, Thailandia e parte di Malesia e Vietnam.
In particolare, il ciclone Ditwah ha colpito lo Sri Lanka, spostandosi molto lentamente e riversando su alcune località quasi 500 mm di pioggia in pochi giorni. Il ciclone Senyar, invece, si è intensificato dopo aver interagito con il tifone Koto – che negli ultimi giorni di novembre ha interessato le Filippine – per poi riversarsi sull'Indonesia. In realtà, come evidenziato dall'Agenzia Meteorologica Indonese (BMKG), l'Indonesia generalmente non è particolarmente soggetta a cicloni, poiché si trova molto vicino all'equatore. Questo perché a mettere in rotazione le masse d'aria nei sistemi ciclonici è una forza apparente chiamata forza di Coriolis, dovuta alla rotazione della Terra. Questa forza apparente non è uguale ovunque sul pianeta: è massima ai Poli, ma è nulla all'equatore. In altre parole, all'equatore i cicloni non dovrebbero avere la forza necessaria per svilupparsi. In questo caso, tuttavia, il ciclone Senyar è riuscito a formarsi, un evento che è stato definito “una rara anomalia atmosferica”.
Come accennato, questi due cicloni sono andati a unirsi a una stagione di piogge monsoniche già particolarmente intense: secondo i dati del Thai Meteorological Department, lo scorso 21 novembre sono caduti nel sud della Thailandia ben 372 mm di pioggia in appena 24 ore, un dato impressione se si considera che la media di precipitazioni per tutto il mese di novembre è di 317 mm.
Dietro all'intensificazione di questi fenomeni atmosferici ci sono le temperature sempre più alte dell'Oceano: più elevate sono le temperature delle acque superficiali, più sarà rapido e intenso è il processo di evaporazione, che immette nell’atmosfera grandi quantità di vapore acqueo che poi sarà scaricato successivamente.
Uno dei più grandi disastri della storia asiatica: il bilancio delle vittime e i danni
Il bilancio complessivo delle vittime ha superato la cifra tragica di oltre mille morti, con l'Indonesia che risulta il Paese più colpito, con oltre 600 decessi e circa 500 dispersi. Anche in Sri Lanka il bilancio delle vittime è di almeno 390, con allagamenti anche nella capitale Colombo, in Thailandia sono stati registrati 176 morti e in Vietnam altri 90.
I danni materiali e alle infrastrutture sono stati estesi e gravi: oltre 28.000 abitazioni sono state compromesse dalle inondazioni e anche dalle frane, che hanno devastato interi villaggi.

La violenza delle alluvioni, infatti, ha causato la distruzione di ponti, con fango e detriti a coprire le strade, il che ha reso intere aree inaccessibili per i soccorsi, isolando di fatto le comunità. L'acqua, che da alcuni abitanti è stata descritta come una corrente talmente forte da «poter uccidere un elefante», ha travolto e sommerso le case: secondo le stime, circa 1,5 milioni di persone sarebbero state colpite dal disastro.
Secondo quanto riportato dalle testate locali, quasi 1 milione di persone sono state evacuate verso rifugi di emergenza, mentre India e Pakistan hanno inviato dei soccorritori per aiutare la popolazione locale.