

Sono passati pochi mesi dall'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca e possiamo dire che gli equilibri geopolitici stanno cambiando. Gli Stati Uniti hanno infatti imposto la prima tranche di dazi commerciali anche ai danni dei loro partner storici, Europa e Canada. È notizia recente la clamorosa fuga di notizie dei piani militari statunitensi, in cui le alte sfere del governo americano hanno definito gli europei "parassiti". Infine, stiamo assistendo ad un clamoroso avvicinamento degli USA alla Russia di Vladimir Putin. Insomma, la carne al fuoco è tanta. Per questo abbiamo invitato nei nostri studi l'analista geopolitico Federico Petroni, che scrive per la rivista Limes. Insieme a lui abbiamo cercato di toccare i punti salienti di questi primi mesi di presidenza Trump e le ripercussioni sull‘equilibrio geopolitico.
Per prima cosa, abbiamo affrontato il tema dello spinoso rapporto tra Stati Uniti ed Europa. Abbiamo individuato in particolare tre punti di attrito: uno ideologico, uno strategico e infine uno militare. Nel video potete approfondire ciascuno di questi aspetti. Per riassumere, possiamo dire qui che l'attuale amministrazione statunitense pensa di aver sacrificato ricchezza e risorse interne per il benessere e per la difesa degli europei e non è più disposta a proseguire su questa linea.
Trump ha mostrato interesse per l'espansione degli Stati Uniti verso la Groenlandia e il Canada. Ci siamo quindi chiesti se si tratta di provocazioni politiche oppure se ci sia una reale possibilità che gli Stati Uniti realizzino questo piano. Questi piani rientrano nell'ottica di ridare slancio ad una popolazione, quella americana, che ha perso fiducia in se stessa. Nell'intervista analizziamo meglio i motivi di queste rivendicazioni e capiamo come potranno gli Stati Uniti imporsi su questi fronti.
Siamo passati poi alla questione della guerra in Ucraina, analizzando i rapporti di forza in campo e l'avvicinamento dell'amministrazione Trump verso la Russia. Abbiamo infatti notato come gli Stati Uniti non vedono più la Russia di Putin come nemica e dunque non pensano che sia necessario sconfiggere questo Paese militarmente, per poterci parlare.
Gli altri "punti caldi" affrontati nel video riguardano il rapporto degli Stati Uniti con la Cina e infine la questione israelo-palestinese, in cui cerchiamo di capire quali sono i progetti di Trump in questa area del mondo.
L'intervista si conclude con una domanda provocatoria, in cui ci chiediamo se la figura di Trump, dal punto di vista della politica interna così autoritaria e accentratrice, rappresenti un pericolo per la democrazia negli Stati Uniti.