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25 Luglio 2024
18:12

Anguria, cocomero, melone: tutti i modi italiani di chiamare il frutto dell’estate

Anguria, cocomero, melone o mellone d'acqua sono alcuni dei modi italiani di chiamare uno dei frutti più consumati e amati dell’estate. Dal nord al sud Italia le denominazioni variano, con influenze linguistiche e storiche che rendono ogni termine unico e affascinante. Capiamone l'origine e la varietà.

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Anguria, cocomero, melone: tutti i modi italiani di chiamare il frutto dell’estate
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Il frutto che vedete nella copertina di questo articolo viene chiamato in molti modi diversi a seconda della parte d'Italia in cui ci si trova: anguria, cocomero, melone d'acqua, mellone, sandia, patacca e tanti altri. In italiano standard, però, non esiste un modo "corretto" per riferirsi ad esso: i vari termini, in particolare anguria e cocomero, sono accettati e utilizzati a seconda delle preferenze regionali. Quel che è certo è che, essendo dolce e dissetante, è perfetto da consumare per rinfrescarsi durante le calde giornate estive. Ma perché esistono così tanti nomi per chiamarlo?  Scopriamone l'origine e il significato.

L'origine dei termini anguria, cocomero e melone d'acqua

Il termine "anguria" si trova nel bizantino aggourion e sembra avvicinarsi al greco tardo ‘ἀγγούριον’. Non è certo che i Greci usassero la parola nel senso di cocomero, ma è sicuro che la usarono per riferirsi al cetriolo. Il termine entrò nel lessico della lingua italiana in epoca bizantina attraverso l‘Esarcato di Ravenna, una circoscrizione amministrativa dell'Impero romano d'Oriente e l'utilizzo del nome aggourion per indicare il cocomero si deve probabilmente ad Aezio, un medico del VI secolo.

In Italia centrale, invece di anguria, il frutto è comunemente chiamato "cocomero" dal latino scientifico Cucumis Citrullus. Infine, nell'Italia meridionale, l’espressione più diffusa è "mellone (o melone) d'acqua". A Napoli, in particolare ma non solo, la parola “melone” viene utilizzata in modo generico a partire dal latino melo, che indica una varietà di piante fruttifere. "Melone d'acqua" o "mellone d'acqua" specifica così il tipo di melone che è l'anguria, a differenza del "melone cantalupo" o "mellone ‘e pane", che è il melone più piccolo, striato, con polpa gialla/arancione. "Melone d'acqua", peraltro, è simile ai termini usati nei paesi anglofoni (watermelon) e tedescofoni (wassermelone).

Esistono, però, molti altri nomi usati per chiamare l'anguria. Vediamone alcuni.

L'anguria nei dialetti italiani

In altre regioni italiane le variazioni di nome per indicare il cocomero hanno una propria storia, con radici nel greco, nel latino e o con influenze locali e regionali.

  • In alcune zone delle Marche è chiamato "cucumbra". Deriva probabilmente da una variazione dialettale del latino cucumis, mantenendo l'associazione con il cetriolo.
  • In certe aree dell'Abruzzo è noto come “citrone” e potrebbe avere radici nel latino citrullus, evolutosi localmente.
  • In alcuni contesti di Liguria e Puglia viene chiamato "patacca". Questo termine ha una connotazione più colloquiale e regionale. La parola "patacca" in italiano può significare anche "falso" o "imitazione", ma in questi dialetti specifici si è evoluta per indicare l'anguria, probabilmente a causa della forma rotonda e della grandezza del frutto.
  • Dalla Sardegna arriva una varietà che è vero e proprio patrimonio dell'umanità: l’anguria di Gonnos o Gonnosfanadiga, dal nome del piccolo comune vicino Carbonia: patrimonio per la biodiversità tutelato dal Ministero dell’Agricoltura, citata come prodotto sardo già in alcuni documenti risalenti al XVIII secolo.
  • Infine, simpatico è il caso del "zipangolo" ("zuparacu", "pizzitangulu") in alcune zone della Calabria, che non ha un'etimologia certa. Il termine  potrebbe provenire da Cipango o Zipangu, l'antico nome del Giappone, area di notevole diffusione del frutto. "Zuparacu", che è usato principalmente della provincia di Catanzaro, da alcuni viene spiegato come "lo zio parroco”, cioè rubicondo come il volto del parroco.

Ci sono sicuramente altri modi per chiamare l'anguria, qui abbiamo solo indicato alcune delle varianti principali.

Ma cos'è l'anguria o cocomero?

Che lo si voglia chiamare anguria o cocomero, il frutto appartiene alla famiglia delle Cucurbitacee ed è originario dell'Africa tropicale. Non è chiaro quando fu coltivato per la prima volta, ma il primo raccolto registrato è documentato in alcuni geroglifici dell'Antico Egitto, avvenuto quasi 5.000 anni fa, con il frutto deposto nelle tombe dei faraoni per l'aldilà. Nella mitologia egizia, il cocomero derivava dal seme del dio Seth.

David Livingstone, noto esploratore dell'Africa, riferì che la pianta del cocomero cresceva abbondantemente nel deserto del Kalahari, luogo d'origine del frutto, dove cresce spontaneamente ed è chiamato tsamma (Citrullus lanatus var citroides). Questa pianta è riconoscibile per le sue particolari foglie e per la produzione abbondante di frutti, fino a cento per pianta, diventando una preziosa fonte d'acqua e cibo per gli abitanti e gli animali della zona.

Nel X secolo d.C., si ha notizia che il cocomero fosse arrivato e coltivato anche in Cina, oggi il maggiore produttore mondiale.

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