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A un occhio poco allenato (e soprattutto, se ne siamo spaventati) api e vespe sembrano molto simili: eppure, se ci basiamo su alcuni dettagli facili da individuare, è semplice distinguere tra questi insetti. Nonostante condividano gli stessi colori (giallo brune a strisce), le api hanno un corpo più tondo e "peloso", mentre le vespe hanno uno stretto vitino, colori più accesi e non hanno peluria. Entrambe sono attratte da odori forti, ma mentre le api sono erbivore, le vespe mangiano anche carne e pesce, se li trovano disponibili: per questo sono attratte dai nostri banchetti. Il pungiglione delle api, più seghettato di quello delle vespe, si incastra nella nostra pelle ed essendo attaccato all'apparato digerente, quando si stacca causa la morte dell'ape. Le vespe invece, con un pungiglione più liscio possono pungerci ripetutamente. Se le incontrate, muovetevi con calma e non le schiacciate: entrambe emettono ferormoni di pericolo per avvisare le compagne della vostra presenza.
Aspetto fisico di api e vespe: le differenze
In biologia evolutiva, "ape" e "vespa" non sono termini specifici: per api si intende un gruppo che comprende oltre 20mila specie, mentre le vespe non costituiscono nemmeno un gruppo "naturale", ma una classificazione eterogenea che comprende anche api e formiche, che discendono da antenati simile a vespe. Nella vulgata comune invece, quando si parla di api si tende a riferirsi alla famiglia Apidae, composta da 5700 specie tra le quali anche le numerose specie di api sociali, ovvero quelle che vivono in colonie all'interno di alveari. Questa famiglia include l'ape più diffusa e più importante per l'agricoltura, Apis mellifera, assieme a api solitarie come bombi, api legnaiole e api scavatrici.
Per vespe si intende qualsiasi insetto dell'ordine degli Imenotteri che non sia un'ape o una formica e che abbia una vita (la zona tra torace e addome) molto stretta: anche in questo caso, comunemente si parla di vespe per riferirsi ai membri della famiglia Vespidae, che comprende molte vespe sociali (Vespula germanica e Vespula vulgaris) e calabroni (Vespa cabro e Vespa orientalis), ma anche vespe solitarie, come le vespe vasaie.

B. Vespula germanica: corpo affusolato, colori contrastanti e brillanti e assenza di peluria
Limitiamoci quindi alle specie più comuni e rilevanti per noi – le api da miele e le comuni vespe sociali che vivono in alveare. Anche se questi insetti si assomigliano per dimensioni e colore (giallo-bruno con bande scure), è facile distinguerle in base a certe caratteristiche. Il corpo delle api è più tozzo e arrotondato, i colori sono meno vivaci, e sono ricoperte da peluria. Le vespe, invece, hanno un corpo più affusolato, "areodinamico", e il classico "vitino da vespa" molto stretto; i loro colori sono più brillanti e contrastanti, con bande ben distinte, e non sono ricoperte da peluria. Queste differenze morfologiche, comuni a quasi tutte le api e le vespe, sono ben evidenti nelle specie più comuni in Italia.
Le api sono erbivore, le vespe onnivore
Esistono anche delle differenze comportamentali: le api, per esempio, sono erbivore, e si nutrono di nettare che processano per produrre miele e pappa reale. Per questo motivo sono fondamentali per l'agricoltura, è sulla loro opera di impollinazione che si basa la produzione della maggior parte delle colture a noi necessarie.
Le vespe invece sono onnivore: oltre che di pasti zuccherini e di altri insetti, si nutrono volentieri anche di carne o pesce trovato in giro in maniera opportunistica, ragione per cui sono attirate dal nostro cibo, che è opportuno coprire se iniziano a girarci attorno. Anche le vespe impollinano ma in maniera meno efficiente, poiché hanno un corpo liscio e non peloso come le api tra le cui setole si incastra il polline. Le vespe non fanno miele, e la loro presenza è in generale molto meno gradita data le loro tendenze più aggressive e invadenti.
Come evitare di essere punti
Ci sono anche somiglianze comportamentali, che possono aiutarci a evitare di essere punti. E' consigliabile evitare di indossare abiti dai colori sgargianti e profumi dagli odori forti, poiché sia api che vespe ne sono attratte durante la ricerca di cibo. Se un'ape o una vespa inizia a ronzarci attorno, è importante mantenere la calma e non fare movimenti bruschi, anche se ci sfiora e si posa addosso, e allontanarsi con calma se possibile: l'insetto perderà interesse dopo qualche secondo.
Se per sfortuna capitiamo nei pressi di un alveare e notiamo molti insetti in stato di agitazione, dobbiamo allontanarci il prima possibile, coprendoci la faccia e gli occhi, e rifugiarci in un posto chiuso. Schiacciarle è sconsigliato: potrebbero pungere all'ultimo secondo, e sia api che vespe sono in grado di emettere ferormoni alla loro morte che inviano un segnale di pericolo alle loro compagne avvisandole della vostra presenza.
Perché le api muoiono dopo averci punto e le vespe no?
Anche se sanno rendersi molto insistenti se percepiscono una minaccia per l'alveare, le api pungono più raramente delle vespe, che sono invece più aggressive. Con una sola puntura, le api iniettano molto più veleno delle vespe (50 microgrammi contro 10-12 microgrammi), ma la forma del pungiglione permette alle vespe di pungere più volte, e quindi di essere più pericolose.
Sia le api che le vespe hanno un pungiglione posteriore con delle barbe affilate, come una lama seghettata, ma mentre nelle vespe queste barbe sono appena presenti, nel pungiglione delle api sono molto più pronunciate.

Questo rende il pungiglione delle api adatto a penetrare più volte senza problemi la cuticola rigida di altri insetti, ma lo fa rimanere incastrato in una pelle elastica come la nostra. Dopo averci punto, l'ape non riesce a liberarsi e quando prova a staccarsi, visto che la ghiandola velenifera è attaccata al suo apparato digerente, li strappa entrambi, causando la sua stessa morte. Questo ha dato origine al falso mito che l'ape si "sacrifichi" per difendere l'alveare: in realtà non ci punge sapendo di morire, ma rimane incastrata per effetto collaterale. Il pungiglione incastrato continua a pompare veleno (e feromone d'allarme) fino a che non viene rimosso. Le vespe non hanno questo problema e possono pungere noi esseri umani a piacimento.
Perché api e vespe sono a bande gialle e nere? La colorazione aposemantica
Oltre ad avere antenati comuni, la caratteristica livrea a bande gialle e nere è un adattamento evolutivo per segnalare la loro pericolosità a potenziali predatori. Si tratta infatti della cosiddetta colorazione aposematica, utilizzata non solo da api e vespe ma anche da moltissimi altri animali: bande o chiazze di colori brillanti e contrastanti sono estremamente visibili rispetto all'ambiente circostante. Invece di nascondersi, l'animale si mette in bella mostra, segnalando quindi che possiede un qualche tipo di veleno, o che è tossico da mangiare.

C'è un motivo per cui le cosidette hazard stripes, le strisce usate per segnalare un pericolo di inciampo o un mezzo pesante, sono proprio a bande gialle e nere: una combinazione di colori che è un segnale universale di pericolo.