Le api sono tra gli insetti più evoluti in natura, strutturate in società molto ben organizzate, tra le più complesse del regno animale. Tutti sappiamo che esiste un'ape regina, i fuchi e le operaie, ma nello specifico chi fa cosa? E in che modo interagiscono a formare un “superorganismo”?
In questo articolo vediamo alcune tra le caratteristiche principali della società delle api che è un vero e proprio intrigo di corte!
Formazione e gerarchia di una colonia di api
Una colonia di api può essere vista come un superorganismo formato da diversi individui tutti imparentati tra loro che vivono in un alveare, una struttura composta da celle esagonali e aree altamente funzionali. La formazione di due superorganismi da uno di partenza (ovvero la divisione di una colonia madre in due colonie figlie) prende il nome di sciamatura.
Le api sono esseri eusociali, vale a dire che vivono in società molto ben organizzate e divise in caste, formando una colonia. Le tre tipologie di individui che vivono nella colonia sono marcatamente diverse sia nella morfologia che nelle funzioni, tant'è che hanno nomi diversi: esistono api operaie, fuchi e l'ape regina.
Detta in poche parole, anche se molto riduttivo, funziona così: la regina regna e coordina le operaie per produrre il miele e i fuchi per riprodursi.
Ma andiamo a vedere questi gruppi uno ad uno.
Le api operaie, le femmine sterili
La stragrande maggioranza degli individui di un alveare sono le api operaie. Sono femmine sterili e costituiscono la “bassa manovalanza” senza la quale la colonia non andrebbe avanti.
Svolgono le funzioni più disparate tra le quali:
- Nutrire i piccoli e la regina;
- Costruire i favi di cera;
- Portar fuori dall’arnia (il contenitore o nido delle api) la “spazzatura”;
- Cercare cibo e acqua;
- Difendere la colonia – in quanto dotate di pungiglione.
Questi individui non si riprodurranno mai, sono femmine castrate e sterilizzate fin dalla nascita a causa della scarsità di cibo e nutrienti che hanno impedito loro di sviluppare l’apparato riproduttore, trasformando ciò che doveva essere un ovopositore in un pungiglione. Queste femmine sono mantenute fedeli e sterili grazie ai feromoni rilasciati dalla regina, dei messaggeri chimici che le permettono di veicolare a tutte le operaie le "regole" dell'alveare.
Immaginando di poter mettere per iscritto ciò che comanda la regina, è come se dicesse loro: “In questo alveare chi comanda sono io, dovete ubbidirmi, curare la mia prole e non riprodurvi. In cambio dei vostri servigi, una parte del vostro DNA sarà presente nelle generazioni successive”. E finché la regina rilascia questo feromone ad una concentrazione sufficiente, le operaie accetteranno il loro suolo e le resteranno fedeli.
Il triste destino dei fuchi, le api maschio
Oltre alle operaie, una discreta fetta di popolazione della colonia è rappresentata dai fuchi, i maschi delle api. Nascono da uova femminili non fecondate tramite un meccanismo riproduttivo che prende il nome di partenogenesi. La partenogenesi è una modalità di riproduzione sessuale nella quale il gamete femminile non fecondato (cioè la cellula uovo aploide) genera un individuo anch'esso aploide senza necessità di accoppiamento. Ciò vuol dire che, a differenza di noi umani, i fuchi hanno un singolo cromosoma per tipo e non due.
Il compito principale dei fuchi è quello di trasportare i gameti maschili e accoppiarsi con la regina. Il resto del tempo si aggirano per la colonia, non facendo molto altro se non consumare le risorse che con cura hanno procurato le operaie. Rispetto a loro, i fuchi sono più tozzi e hanno occhi molto più grossi, necessari ad individuare la regina durante il volo nuziale di accoppiamento.
Non si stancheranno come le operaie, ma questo non vuol dire che i fuchi abbiano un bel destino: dato che durante il volo nuziale la regina si accoppia con più partner, i poveri fuchi devono cercare in tutti i modi di garantirsi la fecondazione, anche a costo di farsi esplodere l'organo riproduttore. Sembra assurdo ma è la verità: nella speranza di essere i soli a fecondare quella femmina, i fuchi fanno esplodere il proprio organo riproduttore nella cavità femminile, cercando di ostruire il passaggio a possibili competitor. Il fuco muore "eroicamente" per massimizzare le sue possibilità di successo riproduttivo. E lo fa anche grazie ad un organo riproduttore evolutivamente efficiente: possiede una forma simile ad un piede di porco per scalzare dalla femmina l'organo del fuco precedente ed è inoltre ricco di setole e spine per incastrarsi nelle cavità femminili una volta reciso. Non una cosa molto carina.
Giusto per concludere questo quadro già di per sé inquietante, in linea generale possiamo dire che i fuchi non hanno padri ma solo madri e che l'accoppiamento all'interno dell'alveare è incestuoso e avviene tra madre e figlio o tra fratellastri e sorellastre. Se ve lo stavate chiedendo, anche se l'accoppiamento è tendenzialmente incestuoso, c'è comunque una parziale differenziazione genetica dovuta all'incrocio tra individui che provengono da alveari esterni, di origine sconosciuta. Ah sì, dimenticavo: terminata la fecondazione il fuco muore.
L'ape regina
Per concludere vi parliamo della regina, colei che regna e coordina la vita dell’intera colonia. Questa enorme femmina (nonché l'unica sessualmente sviluppata) può vivere fino a 5 anni, un'eternità rispetto ai soli 40 giorni di vita di un’ape operaia. Oltre ai tempi di sopravvivenza, ciò che cambia tra le due è la dieta: fin da subito la regina mangia tanto e bene nutrendosi di pappa reale, il che le permette uno sviluppo completo. Ormai l'avremo capito, il suo compito principale è quello di riprodursi e deporre le uova (fino a 2000 al giorno).
Essere la regina è un lavoro molto impegnativo: per coordinare e gestire così tanti individui è necessario rilasciare molti feromoni, il che richiede molta energia. Come abbiamo visto, alcune di queste sostanze chimiche sono essenziali per mantenere il controllo sulle operaie che non devono assolutamente ribellarsi.
Quand'è il momento giusto, la regina si accoppia una volta soltanto ma mediamente con 15 fuchi diversi. Questo per accaparrarsi più gameti maschili possibili che sfrutterà subito o che verranno immagazzinati in uno speciale organo chiamato spermoteca, che gestirà fino alla morte. In questo modo potrà decidere al momento debito di fecondare un uovo e dar vita ad una femmina (diploide) o non fecondarlo, dando vita ad un maschio (aploide) tramite il processo di partenogenesi visto prima.