Tutti noi usiamo abitualmente il mouse, cioè quel dispositivo che ci permette di controllare il puntatore sullo schermo dei computer. Anche se oggi lo diamo per "scontato", non è sempre stato così: pensate che il primo mouse risale al 1964 ed era fatto in legno! Ma andiamo con calma e ripercorriamo passo dopo passo la storia di questo strumento, dai primi modelli a quelli attuali.
L'invenzione del mouse: il primo prototipo in legno
Anche se oggi sembra assurdo, il primo prototipo di mouse della storia era costituito da una scocca… in legno! Siamo nel 1964 e il padre di questo strumento è Douglas Engelbart, un ingegnere americano dello Stanford Research Institute (oggi SRI International). Il funzionamento di questo mouse era piuttosto semplice: due potenziometri, collegati a due ingranaggi che misuravano lo spostamento sull'asse orizzontale e su quello verticale, consentivano al dispositivo di calcolare la direzione verso il quale il puntatore doveva muoversi.
Engelbart nel tempo condusse altri esperimenti nel tentativo di individuare quale fosse l'oggetto che meglio si adattasse a un dispositivo di puntamento da accoppiare a una tastiera.
Ne provò alcuni che si basavano addirittura sul movimento del corpo, come ad esempio dispositivi in grado di riconoscere i movimenti della testa, ma la scelta migliore si rivelò quella del controllo mediante una mano.
L'evoluzione nel tempo del mouse
Nel 1968 arrivò il primo dispositivo di puntamento basato sul movimento di una sfera: a sperimentare questo approccio fu la compagnia tedesca Telefunken che ancora oggi produce dispositivi elettronici.
Il dispositivo pesava circa 450 grammi e funzionava grazie a dei sensori che tracciavano la rotazione di una sfera da 45 grammi posta all'interno e a contatto con il piano.
Questo approccio fu mantenuto nei decenni a seguire dove, con l'avvento dei personal computer, si sentì il bisogno di implementare soluzioni che consentissero all'utente di muovere il cursore sullo schermo in maniera intuitiva.
Tra i dispositivi da annoverare c'è lo Xerox Alto, un personal computer che nel 1973 fu tra i primi ad integrare un mouse che poteva essere impugnato con una mano e dotato di 3 pulsanti.
Tipologie di mouse attuali
I moderni mouse non implementano più un sistema meccanico basato su una sfera che ruota bensì sono, per la stragrande maggioranza, basati su sensori ottici.
Alzando il mouse dalla scrivania vediamo come emetta una luce dal fondo: questo perché è presente un diodo (LED) che tramite impulso luminoso consente a dei fotodiodi di tracciare il movimento sulla superficie sottostante.
La maggior parte dei mouse attuali è poi dotata di connessione wireless con il PC consentendo di eliminare il cavo che li collegava fisicamente – nonostante molti utenti continuano a preferire mouse cablati così da evitare di ricaricare i dispositivi di puntamento. C'è anche un altro settore che continua a proporre mouse con filo: quello del gaming su PC, dove la scelta di una soluzione tradizionale garantisce una minor latenza tra l'input fornito al mouse e la risposta del computer.
Un'ultima categoria di mouse sono quelli di tipo verticale, questa tipologia di apparati è pensata per consentire al polso una postura più naturale mitigando i possibili problemi derivanti da un uso prolungato del mouse come ad esempio l'infiammazione dei tendini o l'irritazione dei nervi che forniscono sensibilità alle dita.
Ad oggi, però, sono estremamente popolari anche i touch screen. Ma come funzionano questi dispositivi? Per rispondere a questa domanda abbiamo realizzato un video ad-hoc che trovate qui sotto: