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8 Marzo 2024
16:30

Burj Al Arab Jumeirah, il grattacielo di Dubai a forma di vela costato più di 1 miliardo di $

Con la sua iconica forma di vela, il grattacielo Burj Al Arab è uno dei simboli della città di Dubai ed è l'hotel del millennio con le sue 7 stelle. Per realizzarlo è stata creata un'isola artificiale privata, capace di resistere al mare in burrasca, collegata alla terraferma da un ponte.

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Burj Al Arab Jumeirah, il grattacielo di Dubai a forma di vela costato più di 1 miliardo di $
burj Al Arab

Il Burj Al Arab, il lussuosissimo hotel a 7 stelle dall'iconica forma di vela, è diventato fin da subito il simbolo di Dubai. Con i suoi 320 metri di altezza è al 48° posto nella classifica dei grattacieli più alti al mondo e il 3° posto tra i grattacieli più alti di Dubai. È stato voluto da Mohammed bin Rashid Āl Maktūm, Primo Ministro degli Emirati Arabi Uniti, uno dei promotori della svolta economica di Dubai. Sorge su un'isola artificiale creata appositamente a circa 270 metri dalla costa e collegata con la terraferma da un'apposita passerella. Ma come è stato realizzato questo grattacielo da 1 miliardo di dollari?

La struttura del Burj Al Arab

I lavori per il Burj Al Arab iniziarono nel 1994 con l'ambizione di essere terminati per l'inizio del nuovo millennio, e così fu: la struttura venne ufficialmente inaugurata nel dicembre del 1999.
L'hotel presenta un esoscheletro in acciaio composto da 6 diagonali di 85 metri e pesanti 165 tonnellate ciascuna, che legano tra loro i 3 pilastri portanti e le varie travi di sostegno. Per poter trasportare elementi del genere è stato utilizzato un camion con addirittura 80 ruote e per collocare in posizione le pesanti strutture sono stati usati dei grandi argani (apparecchi che tramite cavi permettono di sollevare e trascinare grandi carichi).

Lo sceicco, committente dell'hotel, desiderava un ristorante che consentisse di poter mangiare avendo l'impressione di essere tra le nuvole. L'architetto Tom Wright, e l'ingegnere Anthony McCarter a capo del progetto realizzarono dunque a 200 metri dal livello del mare e sospeso nel vuoto per 27 metri il locale, sorretto da 10 enormi travi alte 1,60 metri ancorate a dei sostegni installati nel nucleo di cemento dell'edificio.

L'atrio alto 182 metri è il biglietto da visita dell'albergo, con fontane, giochi d'acqua, giochi di luci e fuoco. Per consentire di avere un'illuminazione e una temperatura adeguata al suo interno, l'involucro è stato realizzato con un tessuto ottenuto incastrando le fibre di vetro. Per resistere allo sporco e alla sabbia del deserto la superficie è stata ricoperta da teflon.

La gestione dello sbalzo termico

Trovandosi nel deserto le temperature raggiungono anche i 50°, per cui sono stati necessari sofisticati sistemi di raffreddamento e condizionamento dell'aria capaci di mantenere l'interno dell'hotel confortevole. Per raggiungere la condizione interna ottimale la temperatura è stata abbassata di 1° al giorno in maniera costante, durante le ultime fasi della sua realizzazione. Avere un sbalzo di 20° dall'interno all'esterno dell'edificio può creare dei problemi, perché grandi differenze di temperatura creano grandi differenze di pressione e queste ultime creano forti venti.

L'altezza elevata della hall peggiora sicuramente la situazione, infatti si viene a generare una differenza di pressione, tra interno ed esterno, che aperta la porta dell'hotel porterebbe ad una fuoriuscita rapida di aria, impedendo alle persone di entrare ed uscire dall'edificio. Tale problema si è risolto con le porte girevoli che permettono di sigillare l'ambiente interno evitando di avere un apertura diretta verso l'esterno, separando le due diverse pressioni.

Inoltre, a temperature elevate l'acciaio si espande a causa della dilatazione termica: parliamo di deformazioni di circa 5cm su capriate in acciaio di 85 metri. La precisione sulle costruzioni in acciaio è millimetrica, per cui è stata adottata una soluzione alternativa tramite un cosiddetto fissaggio eccentrico. Si tratta di fori "mobili" capaci di spostare la propria posizione quanto basta per consentire ai fori delle capriate di allinearsi con i propri sostegni.

Come può l'isola artificiale resistere al mare?

L'ingegnere Mike McNichols era responsabile delle difese marittime del Burj Al Arab e doveva trovare un modo per contrastare le onde che si infrangevano sull'isola. Nei primi mesi della progettazione una tempesta mostrò la potenza del mare con onde alte fino a 3 metri. Per combattere questo fenomeno invece di realizzare un muro su cui far schiantare le onde, come si potrebbe pensare, si è attuato un approccio diverso, posizionando blocchi esagonali cavi in cemento sull'intero perimetro dell'isola.

Il concetto alla base è quello di creare una serie di spazi, di buchi, tra i vari blocchi di cemento che compongono la "barriera". Questa è quindi capaci di incanalare le onde formando al loro interno dei piccoli mulinelli in grado di dissipare energia. Questa soluzione permise di realizzare l'isola a soli 7,5 metri sopra il livello del mare.

Per la realizzazione delle fondazioni della torre viene in soccorso l'attrito di superficie, ovvero la resistenza che due superfici oppongono quando scivolano uno sull'altro. Sono dunque stati realizzati più di 220 pali in cemento armato profondi circa 40 metri, che a contatto con la sabbia, tramite l'attrito permettono di mantenere l'hotel in verticale, creando una base molto resistente all'edificio.

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