
Le cascate del Niagara sono uno dei simboli per eccellenza dell'America, al confine tra Canada e Stati Uniti. Si tratta di tre distinte cascate in territorio sia canadese che statunitense. La più grande di queste è la Horseshoe Fall, a forma cioè di ferro di cavallo, che misura addirittura 800 metri di larghezza e si trova in territorio canadese; le più piccole sono invece l'American Falls (320 metri di altezza) e la Bridal Veil Falls (17 metri), entrambe in territorio statunitense. Pensate che complessivamente ogni secondo scorrono dalle cascate più di 3100 tonnellate d’acqua! Ma, queste cascate, come si sono formate? E perché una tra le prime grandi centrali idroelettriche del mondo è stata costruita proprio qui da Nikola Tesla?
Come si sono formate le cascate del Niagara
Siamo nell’ultima era glaciale in quella che oggi è l’area compresa tra Canada e Stati Uniti. Qui, tra i 15 e 12 mila anni fa, iniziò a fondere buona parte del ghiaccio presente. Questo, come è facile intuire, rese disponibile un’enorme quantità di acqua, che andò a riempire immediatamente tutte quelle enormi conche scavate dagli stessi ghiacciai. Ecco, quelle conche riempite d’acqua in realtà esistono ancora oggi, e non sono altro che i grandi laghi canadesi, come il Lago Erie o il Lago Ontario. Ecco proprio tra questi due laghi iniziò a scorrere un fiume, il Niagara, che portava l’acqua da uno all’altro. Questo fiume scorreva su una serie di strati rocciosi.
Quelli più superficiali sono composti da dolomia, una roccia resistente e composta principalmente da dolomite – come quella che si trova in trentino alto adige per capirci – mentre al di sotto ci sono rocce sedimentarie molto più erodibili. Proprio queste ultime, originate dalla compattazione di argilla, fango e materia organica, essendo più deboli tendono a erodersi prima e quindi crollano. E questi crolli a loro volta causano anche il crollo delle sovrastanti porzioni di dolomia. Così facendo si è formata la scarpata – cioè questo enorme gradino- che possiamo vedere ancora oggi!
E questo gradino ha anche un’importanza geologica molto alta. Se potessimo togliere tutta l’acqua e vedere la roccia che c’è dietro, potremmo vedere una successione di strati che che si è formata nel giro di oltre 400 milioni di anni! Ma vi siete mai immaginati come potrebbero essere le cascate del Niagara senz’acqua? Beh, qualcuno le ha viste meno di sessant’anni fa.
Il prosciugamento delle cascate del Niagara
A giugno del 1969 una commissione americano-canadese decise di prosciugare volontariamente le American Falls per poter togliere tutti i detriti che si erano accumulati alla base. Parliamo di grandi blocchi di roccia erosi nei millenni che ormai iniziavano ad avere un volume di oltre 100 mila metri cubi. Nella pratica, questi andavano a diminuire l’altezza complessiva della cascata, e questo capite bene che è un problema soprattutto dal punto di vista turistico e paesaggistico. Quindi quell’anno, dopo aver realizzato una diga temporanea per dirottare il flusso verso le Horseshoe falls, presero il via per rimuovere tutti questi blocchi e donare nuova vita alla cascata.
Tra l’altro questo non è l’unico problema legato all’erosione. Infatti forse non tutti lo sanno ma le cascate del Niagara non sono sempre state qui dove sono oggi… in passato si trovavano all’altezza di Lewiston, cioè 11 km più a valle! Ma come è possibile? Beh, semplice. Quello stesso meccanismo di erosione che abbiamo visto è continuo nel tempo, e non fa altro che erodere progressivamente la roccia, facendo arretrare questo grande scalino sempre di più. In passato infatti era presente un’unica cascata, che si è poi separata in tre diversi flussi quando, arretrando, ha intercettato la Goat Island, cioè l’isola che c’è ancora oggi e che divide i flussi.
Considerate che questo processo naturale di erosione riuscirebbe a far arretrare il fronte della cascata di circa 90 centimetri all’anno. Si tratta di un valore importante, e proprio per questo sono state compiute negli anni numerose opere di ingegneria idraulica che hanno permesso di ridurre questo valore a soli 30 centimetri circa. Comunque proprio a causa di questa continua erosione, le cascate del Niagara sono destinate a scomparire. Certo, non dall’oggi al domani, parliamo comunque di qualcosa come 50 mila anni, ma prima o poi la continua regressione della cascata raggiungerà terreni facilmente erodibili che verranno consumati in poco tempo, andando ad eliminare di fatto il salto che tutti conosciamo.
Ad ogni modo si tratta di un tempo lontano e quindi per ora possiamo continuare a godere di questo spettacolo, che affascina tanto noi quanto gli esploratori francesi che per primi giunsero sul posto, nel lontano 1678.
La storia della scoperta delle cascate
Questa data viene indicata spesso come “scoperta delle cascate del Niagara” ma in realtà non è del tutto vero. Questo è l’anno della scoperta da parte degli europei, perché i nativi americani vivevano lì già da molto tempo prima. Tant’è che lo stesso nome niagara pare derivare dal termine nativo onguiaahra che significa “rumore tonante", proprio per il rumore dell’acqua che scroscia. Ad ogni modo i primi coloni europei restarono meravigliati da questa bellezza e portarono il mito fino in patria, dove in poco tempo la cascata divenne il simbolo per eccellenza dell’America – almeno fino alla costruzione della Statua della Libertà.
Pensate che la fama di questo luogo arrivò addirittura in Croazia, dove si dice che una fotografia sbiadita delle cascate arrivò tra le mani di un giovane ragazzino ricco di ambizioni. Questo ragazzino era Nikola Tesla.
Tesla e le cascate del Niagara
Tesla fin da piccolo subì una grande fascinazione per le Cascate del Niagara, anche se mai si sarebbe immaginato di diventare uno dei protagonisti della sua storia. Siamo infatti alla fine dell’Ottocento, Tesla si era appena dimesso dall’azienda di Edison a causa di un duro litigio. Tesla infatti sosteneva che la corrente alternata sarebbe stata la migliore soluzione per trasportare corrente elettrica su grandi distanze mentre Edison, all’epoca datore di lavoro di Tesla, sosteneva che la corrente continua era la soluzione migliore. Questa differenza di visioni, unita a un mancato pagamento di Edison per le prestazioni lavorative di Tesla, ruppe ufficialmente il rapporto tra i due.
Tesla quindi si licenziò e andò a collaborare con un altro magnate dell’elettricità, George Westinghouse, che sposava la sua visione del trasporto dell’elettricità in corrente alternata anziché in corrente continua. Proprio grazie alla loro ambizione, Tesla e Westinghouse riuscirono a realizzare un progetto che fino a quel momento sembrava impossibile: utilizzare l’energia delle cascate del Niagara per produrre energia elettrica. In altre parole, nel 1895 diedero vita a una delle prime grandi centrali idroelettriche della storia. Ad oggi in realtà questa centrale non è più attiva, anche se visitabile dai turisti, e al suo posto sono stati realizzati altri due impianti, il Sir Adam Beck 1 e Sir Adam Beck 2.