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Il Canada e gli Stati Uniti sono rispettivamente il secondo ed il quarto Paese al mondo per estensione territoriale. Situati entrambi nella parte settentrionale del continente americano, condividono il più lungo confine esistente tra due nazioni sovrane. Membri fondatori dell'ONU e della NATO, i due Paesi hanno nei decenni costruito un'alleanza solida in campo politico-militare, mentre in quello economico le filiere produttive e i sistemi industriali hanno raggiunto probabilmente il più alto livello di integrazione esistente tra due Paesi al mondo. Tuttavia, come dimostrano le polemiche scatenate dal neo-eletto presidente americano Donald Trump, “colpevole” di prospettare “un'annessione del Canada come 51o stato dell'Unione”, non mancano neanche i motivi di frizione.

Canada e USA: dal passato precolombiano alle colonie europee
Le prime popolazioni paleo-indiane, dalle quali discendono i moderni pellerossa, iniziarono la colonizzazione dei territori del Nord America, a partire dalla Siberia, almeno 14.000 anni fa. Una successiva migrazione, attorno al IX-X secolo d.C. vide poi l'arrivo nelle zone artiche di cacciatori nomadi antenati dei moderni Inuit (Eschimesi). Se si escludono alcuni sporadici contatti con le genti vichinghe attorno all'anno 1000 d.C., le popolazioni indigene nordamericane entrarono stabilmente in contatto con gli europei dopo la colonizzazione iniziata da Cristoforo Colombo. I primi europei, francesi nello specifico, giunsero in Canada nel 1534, e nel 1607 i territori degli Stati Uniti d'America furono colonizzati dagli inglesi.
Le guerre continue tra inglesi e francesi (e i rispettivi alleati indigeni) per il dominio del Nord America si conclusero nel 1763 allorché, al termine della Guerra dei Sette Anni, con il Trattato di Parigi la Francia cedette tutti i suoi territori alla Gran Bretagna. Gli Inglesi, per ingraziarsi i coloni francofoni della cosiddetta "Nuova Francia” preferirono mantenere separate, dal punto di vista amministrativo e legale, le loro tradizionali “Tredici Colonie” dalle nuove regioni conquistate, causando in tal modo uno sviluppo separato e indipendente dei territori che sarebbero poi divenuti la Confederazione Canadese e l'Unione degli Stati Uniti d'America d'oggi.
Le conseguenze della Guerra d’Indipendenza Americana su Canada e USA
Durante la Guerra d'Indipendenza Americana (1775-1783) e la successiva Guerra Anglo-Americana (1812-1815), gli statunitensi cercarono in quattro diverse occasioni di invadere il territorio canadese però furono sempre respinti dalle truppe di Sua Maestà Britannica supportate con forza dalle milizie locali, sia anglofone che francofone. Questi eventi lasciarono una traccia indelebile nella memoria popolare locale e favorirono con il tempo la nascita di un'identità canadese collettiva, basata sull'antiamericanismo e su un equilibrio tra anglofoni e francofoni, il Canada ha costruito una realtà "binazionale", molto diversa dagli Stati Uniti, dove l'identità nazionale si è plasmata esclusivamente sui valori e le tradizioni anglosassoni.
Nel XIX secolo, mentre il Far West imperversava sia a nord che a sud del confine, Canada e Stati Uniti iniziarono a stringere legami più stretti: il punto di svolta arrivò nel 1867, quando Londra concesse al Canada lo status di "Dominion" (cioè l’autogoverno), trasformandolo di fatto in un paese autonomo. Da allora, il Canada iniziò a collaborare con altre nazioni come Australia, Nuova Zelanda e Sudafrica per sostenere e sfruttare l’Impero Britannico.
Trump e il futuro delle relazioni tra Canada e Stati Uniti
A partire dagli inizi del XX secolo, la collaborazione tra Canada e Stati Uniti, nonostante le differenze e una certa diffidenza di fondo, iniziò concretizzarsi. Entrambi i paesi parteciparono alla Prima ed alla Seconda Guerra Mondiale dal lato degli Alleati Occidentali e, successivamente, Ottawa e Washington divennero membri fondatori tanto dell'ONU quanto della NATO. L'avvicinamento canadese nei confronti degli Stati Uniti fu inoltre favorito dal fatto che, nel frattempo, l'Impero Britannico era ormai in declino, e questo aveva costretto i vecchi "Dominions" a rivolgersi agli USA come nuova potenza guida della cosiddetta "Anglosfera".

Tuttavia, pensare che i canadesi abbiano accettato senza riserve la visione americana del mondo sarebbe un errore. Al contrario, mentre gli USA puntavano sull’unilateralismo e sulla loro idea di "Destino Manifesto", il Canada ha scelto il multilateralismo come pilastro della sua politica estera, partecipando a tutte le missioni di peacekeeping dell’ONU fino al 1989. Ottawa si è inoltre sempre nettamente rifiutata di partecipare a tutte quelle guerre che gli Stati Uniti d'America hanno iniziato in maniera unilaterale, senza un formale mandato da parte dell'ONU (Guerra del Vietnam, Invasione di Grenada del 1983, Invasione di Panama del 1989, Guerra d'Iraq del 2003, solo per citarne alcune) prendendo parte invece a quelle che riteneva corrette.

Trump e l'incognita del futuro
Oggi la Confederazione Canadese e l'Unione degli Stati Uniti d'America rappresentano, forse, l'esempio più riuscito di collaborazione a tutti i livelli tra due paesi sovrani confinanti. Le loro economie e catene di fornitura sono pienamente integrate a tutti i livelli ed ogni giorno quasi mezzo milione di persone e merci e servizi per complessivi quasi 3 miliardi di dollari di valore attraversano la frontiera in ambo le direzioni. Sarebbe però sbagliato limitare le relazioni americano-canadesi ai meri indicatori economici dato che, per esempio, oltre 1 milione di cittadini canadesi vive stabilmente nel territorio degli Stati Uniti e un egual numero di cittadini americani dimora nel territorio del loro “grande vicino del Nord” creando profonde connessioni anche a livello umano e socio-culturale.

Negli ultimi anni però, a partire dalla prima presidenza di Donald Trump, le relazioni tra Ottawa e Washington si sono fatte via via più tese, riflesso anche delle profonde trasformazioni che stanno interessando le due “società cugine”. Negli Stati Uniti, il "nativismo" continua a guadagnare terreno, ammiccando agli elementi più estremi della società bianca americana; in Canada, invece, la società sta sempre più abbracciando il multiculturalismo, al punto che, nei prossimi decenni, potrebbe perdere la sua tradizionale identità binazionale anglofona-francofona a favore di una nuova, più fluida e indefinita.
Non è chiaro al momento che piega prenderanno in futuro le relazioni americano-canadesi: se si volessero interpretare in maniera letterale le parole del neo-rieletto presidente Trump non ci sarebbe da stare allegri, si spera che una partnership così storica non venga mandata all’aria all’improvviso per colpa di giochi di potere poco chiari.