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24 Maggio 2024
19:37

Ce l’ho sulla punta della lingua! Cosa succede nel cervello quando ci sfugge una parola?

Avete mai avuto la sensazione di conoscere una parola o il nome di un attore famoso, ma non siete riusciti a ricordarlo, nonostante vi sembrasse di averlo "sulla punta della lingua"? Questo fenomeno, noto come "Tip of the Tongue" (TOT), è un'esperienza comune, ed ha a che fare con la natura attiva del processo di ricordo, e con l’interferenza tra informazioni simili.

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Ce l’ho sulla punta della lingua! Cosa succede nel cervello quando ci sfugge una parola?
ce l'ho sulla punta della lingua

Tutti, almeno una volta nella vita, hanno vissuto la frustrante sensazione di non riuscire a ricordare una parola o un nome proprio quando ne avevano più bisogno. Il fenomeno del "Tip of the Tongue", comunemente abbreviato in TOT, si verifica quando una persona ha la consapevolezza di conoscere una specifica informazione senza tuttavia riuscire a verbalizzarla. Questa esperienza può essere descritta come un blocco momentaneo dell'accesso a informazioni altrimenti familiari.

Cosa accade nel cervello durante un TOT?

Il recupero di un’informazione in memoria è un processo attivo in cui il cervello ricostruisce il ricordo a partire da tracce mnestiche distribuite in diverse aree cerebrali. Questo processo di ricostruzione è influenzato da vari fattori, inclusi il contesto attuale, gli stati emotivi e le aspettative.

Studi di imaging cerebrale hanno mostrato che durante un TOT sono attive diverse aree del cervello. In particolare, l'attività si intensifica nel giro frontale inferiore sinistro, una regione coinvolta nella rievocazione della memoria verbale e nel controllo cognitivo. Questo suggerisce che il nostro cervello sta tentando attivamente di recuperare la parola mancante, facendo affidamento sia sulla memoria che sui meccanismi di controllo esecutivo.

Ruolo centrale ha anche l'ippocampo, noto per il suo contributo nei processi di memorizzazione a lungo termine. Durante un TOT, l'ippocampo sembra lavorare in tandem con le cortecce prefrontali per scandagliare la memoria episodica in cerca della parola sfuggente.

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L’ippocampo, importante area cerebrale coinvolta nella memoria a lungo termine. Credits: Life Science Databases via Wikimedia Commons.

Il TOT può quindi essere visto come un'interruzione dell'informazione in una rete neurale distribuita, dove diverse aree del cervello devono cooperare per recuperare una parola specifica. Se c'è un'interruzione in una qualsiasi parte di questa rete (ad esempio, una debole attivazione nelle aree temporali o una disfunzione nei gangli della base), il processo di recupero della parola può fallire, emergendo quale episodio di TOT.

Ma perché succede? Teorie cognitive sulla causa dei TOT

Dal punto di vista cognitivo, i TOT possono essere interpretati come una disconnessione temporanea tra la semantica (il significato della parola) e la fonologia (la forma sonora della parola). Anche se possiamo spesso descrivere con dettaglio la parola che stiamo dimenticando – per esempio il numero di sillabe o la lettera con cui inizia la parola – non riusciamo a compiere l'ultimo passo per pronunciarla.

Questo accadrebbe perché il nostro accesso mnemonico è incompleto, e risulta ostacolato da informazioni molto simili a livello di suono o significato, ma che ci sviano dall’afferrare la parola che vorremmo verbalizzare. Succede, in particolar modo, quando vorremmo utilizzare una parola molto simile uditivamente ad un'altra, ma che usiamo meno spesso rispetto a quella, errata, che sta comparendo prepotentemente nella nostra testa, o con informazioni appartenenti alla stessa categoria.

Capita anche a voi, sistematicamente, di chiamare Mark Wahlberg con il nome di Matt Damon? Il fatto che si somiglino non aiuta, ma ciò che è interessante sapere è che, una volta che abbiamo in testa il nome “Damon” sarà ancora più difficile ricordare il vero nome del povero Mark.

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Mark Wahlberg (o Matt Damon?). Credits: Eva Rainaldi via Wikimedia Commons.

La memoria assomiglia più ad un cantiere che ad una biblioteca

La memoria umana non funziona come un archivio statico, dove le informazioni sono semplicemente memorizzate e poi recuperate inalterate. Piuttosto, la memoria è un processo dinamico e costruttivo. Ogni volta che ricordiamo qualcosa, ricostruiamo attivamente l'informazione, il che può portare a distorsioni e cambiamenti nel ricordo originale. Il contesto in cui un ricordo viene recuperato può influenzare la natura del ricordo stesso.

Ad esempio, ricordare un evento felice in un momento di tristezza può alterare il modo in cui viene percepito quel ricordo. Le emozioni giocano un ruolo significativo nel processo di memoria, influenzando sia la codifica che il recupero delle informazioni. Ogni volta che recuperiamo un ricordo, esso può essere modificato prima di essere nuovamente immagazzinato. Questo processo, noto come riconciliazione, permette al cervello di aggiornare i ricordi con nuove informazioni, ma può anche introdurre errori e distorsioni.

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