
La recente "incursione" del Ministro della Sicurezza israeliano Itamar Ben-Gvir sulla Spianata delle Moschee – anche noto come "Monte del Tempio" e al-Ḥaram al-Sharīf in arabo – ha nuovamente inasprito le tensioni a Gerusalemme. Il Ministro, nonché leader di Otzma Yehudit (partito israeliano di estrema destra), ha compiuto questo gesto con un intento chiaramente provocatorio, e ha suscitato numerose critiche e reazioni, sia interne che internazionali.
La Spianata delle Moschee è uno dei luoghi di culto più importanti del pianeta: è sacra per le tre grandi religioni monoteiste abramitiche – Cristianesimo, Islam ed Ebraismo – e ospita edifici dal valore simbolico inestimabile, in particolare per ebrei e musulmani. Proprio questa compresenza, unita agli accordi delicati sull’amministrazione del sito, ha generato da decenni forti frizioni tra i fedeli. Frizioni che, con l’aggravarsi del conflitto israelo-palestinese negli ultimi anni, sono diventate sempre più frequenti e acute.
Dove si trova e come viene amministrata?
La Spianata delle Moschee si trova nella Città Vecchia di Gerusalemme Est, ossia il centro storico della città racchiuso dalle mura, a 740 metri sul livello del mare, su una superficie totale pari a circa 0,15 chilometri quadrati.
Dopo la creazione dello Stato di Israele, avvenuta nel 1948, Gerusalemme fu divisa in due: Gerusalemme Ovest, occupata da Israele, e Gerusalemme Est, occupata dalla Giordania. Il controllo giordano di Gerusalemme Est durò fino alla Guerra dei sei giorni, nel 1967, quando Israele conquistò la striscia di Gaza, la Cisgiordania, le Alture del Golan e, appunto, la sezione orientale della città di Gerusalemme, comprensiva della Spianata delle Moschee.
A questo punto, sebbene Israele avesse il controllo militare del sito, attraverso un accordo bilaterale fu deciso che la gestione della Spianata delle Moschee dovesse essere amministrata dalla Giordania, attraverso il controllo esercitato dall’Ente islamico giordano Waqf, già responsabile della Moschea al-Aqsa e di altri edifici sacri all’Islam all'interno del complesso.
L’accordo fu più che altro una questione formale e non ha impedito, nel corso del tempo, il susseguirsi di numerosi episodi di violenza o tentativi, da parte dei gruppi estremisti, di infrangere il delicatissimo equilibrio dell’area.
Attualmente, la gestione e la supervisione del sito sono ancora sotto il controllo giordano, ma la gestione effettiva della sicurezza e il controllo degli accessi alla Spianata sono a tutti gli effetti in mano a Israele.
Perché è importante per i Musulmani?
La Spianata delle Moschee, o al-Ḥaram al-Sharīf, è uno dei più importanti luoghi-simbolo per l'Islam. Nell’area è infatti presente la Moschea al-Aqsa, la più importante del mondo islamico dopo la Sacra Moschea della Mecca e la Moschea del Profeta, di Medina.
Anche il santuario della Cupola della Roccia è un importante simbolo per i musulmani ma, più in generale, per tutte le religioni abramitiche. La roccia su cui poggia la struttura è infatti identificata come il luogo dal quale il profeta Maometto ascese al cielo per incontrare Allah.

Perché è importante per gli Ebrei?
Secondo la tradizione ebraica, qui sorgevano il Primo Tempio di Gerusalemme, fatto costruire da Re Salomone nel X secolo a.C., e il Secondo Tempio, ricostruito sulle rovine del primo dopo l’esilio babilonese e poi ampliato da Erode. Il Secondo Tempio fu poi distrutto dai Romani nel 70 d.C.
Il Monte del Tempio è considerato il punto in cui Dio creò il mondo e dove Abramo fu pronto a sacrificare suo figlio Isacco. Ancora oggi, gli ebrei pregano rivolti verso questo luogo, e il Muro Occidentale (o Muro del Pianto), parte superstite del recinto del Secondo Tempio, è uno dei luoghi di preghiera più importanti dell’ebraismo.

Un atto provocatorio contro lo status quo
Il delicato equilibrio sociale e geopolitico dell’area è stato turbato ancora una volta nell’agosto del 2025, con una visita di Itamar Ben-Gvir, ministro della Sicurezza nazionale nel nuovo governo Netanyahu.
Ben-Gvir, esponente dell’estrema destra isrealiana, rivendica da tempo il diritto degli Ebrei di pregare al Monte del Tempio, andando contro le condizioni dello status quo in vigore dal 1967, istituito con l’accordo tra Israele e la Giordania, e secondo cui i non musulmani potrebbero visitare la Spianata ma non potrebbe pregare.
La visita è stata ovviamente interpretata come una provocazione diretta agli equilibri, scatenando forti reazioni da parte dei palestinesi e degli altri Paesi arabi della regione.
La retorica di Ben-Gvir e le sue posizioni ideologiche estremiste e anti-palestinesi hanno contribuito ad alimentare le tensioni religiose e le preoccupazioni diplomatiche legate a un possibile cambiamento in merito al controllo e all’amministrazione del sito.