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Quando si sente parlare di Mark Zuckerberg, la prima associazione mentale è quasi sempre Facebook, il social network che ha rivoluzionato il modo in cui ci connettiamo e comunichiamo. Ma chi è davvero questa figura centrale del panorama tecnologico globale? Come si è evoluto, nel tempo, l'uomo dietro una delle aziende più influenti della Silicon Valley? Nato nel 1984 a White Plains, nello stato di New York, da una famiglia colta e benestante, Zuckerberg ha manifestato sin da giovanissimo un talento straordinario per la programmazione software. Dopo gli studi ad Harvard, nel 2004 ha fondato TheFacebook.com con alcuni compagni di università e quello che inizialmente era concepito come un semplice strumento per connettere studenti, si è trasformato in breve tempo in un colosso tecnologico globale. Oggi Zuckerberg, uno degli uomini più potenti del mondo, è presidente e CEO di Meta Platforms, un gruppo che spazia dalla realtà virtuale all'intelligenza artificiale, passando per il controverso metaverso.
Gli inizi: un giovane prodigio dell'informatica
Mark Elliot Zuckerberg, questo il suo nome completo, nasce a White Plains nello Stato di New York il 14 maggio 1984 e cresce a Dobbs Ferry, nei sobborghi di Westchester County, insieme alle tre sorelle Randi, Donna e Arielle. Il padre Edward è un dentista, la madre Karen una psichiatra, che in seguito sceglierà di dedicarsi alla famiglia, educano il figlio secondo i concetti della religione ebraica.
Fin dall'infanzia Mark dimostra un'inclinazione precoce per la tecnologia. A soli 12 anni sviluppa ZuckNet, un sistema di messaggistica interna per lo studio dentistico del padre. Negli anni successivi continua a creare giochi, software e strumenti digitali, confermando la sua irrefrenabile passione per l'informatica.
Durante gli anni alla Ardsley High School segue corsi avanzati presso il Mercy College e, trasferitosi alla prestigiosa Phillips Exeter Academy, eccelle sia nello studio dei classici che nella scherma. Qui sviluppa Synapse, un lettore musicale intelligente che cattura l'attenzione di giganti come AOL e Microsoft, che tentano invano di assumerlo.
Nel 2002 si iscrive ad Harvard, il luogo da cui partirà la parabola che lo porterà alla creazione del più grande social network del mondo.
Da Facemash a Facebook
Tra i primi progetti universitari di Zuckerberg emerge Facemash, un sito controverso che mostrava le foto degli studenti invitando gli utenti a votare chi fosse più attraente. L'idea, ispirata ai cosiddetti “face books” cartacei degli studenti, genera forti polemiche e viene rapidamente oscurata.
Ma è nel febbraio 2004 che Zuckerberg, con l'aiuto di Dustin Moskovitz, Chris Hughes ed Eduardo Saverin, lancia TheFacebook.com, inizialmente limitato agli studenti di Harvard. Il successo è immediato: in poche settimane, metà dell'università è iscritta. In breve tempo, la piattaforma si espande ad altri campus e poi al mondo intero. Nel 2005 il sito diventa semplicemente Facebook.
A metà 2004 Zuckerberg lascia Harvard e si trasferisce a Palo Alto per guidare a tempo pieno lo sviluppo dell'azienda. Già nel 2005, Facebook riceve un investimento di 12,7 milioni di dollari dalla società di venture capital Accel Partners. Nonostante offerte miliardarie da parte di Yahoo! e MTV, Zuckerberg rifiuta ogni acquisizione, deciso a mantenere il controllo sulla sua “creatura”.
Le prime controversie e il successo globale
Nel frattempo proliferano anche le controversie attorno a “Mr. Facebook”. I gemelli Winklevoss e Divya Narendra lo accusano di aver sottratto l'idea di HarvardConnection (poi ConnectU). Dopo una lunga disputa legale, si giunge a un accordo milionario, ma i dubbi sulla reale paternità del progetto non sono mai evaporati del tutto.
Fatto sta che nel giro di pochi anni, Facebook si trasforma in un'infrastruttura globale per la comunicazione sociale. A soli 24 anni, Zuckerberg è diventato miliardario, nonché una delle figure più influenti del mondo tech con un patrimonio di 221,2 miliardi USD nel 2025.
Dall'attivismo politico allo scandalo Cambridge Analytica
Negli anni 2010, Zuckerberg inizia a esporsi su temi politici e sociali. Con la creazione dell'organizzazione Fwd.US sostiene riforme sull'immigrazione e si oppone alla deportazione degli immigrati senza documenti. Ma l'ascesa della sua creatura digitale, Facebook, comporta anche enormi responsabilità.
Nel 2016, dopo la prima elezione di Donald Trump come Presidente USA, Facebook viene accusata di aver facilitato la disinformazione politica. Zuckerberg promette un maggiore controllo sui contenuti, avviando collaborazioni con enti indipendenti per il fact-checking.
Ma è nel 2018 che il colosso di Zuckerberg arriva a un punto di non ritorno quando esplode lo scandalo Cambridge Analytica. Si scopre, infatti, che i dati di oltre 87 milioni di utenti vengono raccolti e utilizzati senza consenso a fini di profilazione politica. Zuckerberg è chiamato a testimoniare davanti al Congresso. La vicenda incrina la fiducia pubblica e impone a Facebook di ripensare le proprie responsabilità etiche.
Facebook diventa Meta
Nel 2021, nel tentativo di rilanciare l'immagine aziendale dopo lo scandalo Cambridge Analytica, Zuckerberg annuncia il rebranding: Facebook Inc. diventa Meta Platforms. L'obiettivo è ambizioso: creare un ecosistema immersivo in realtà virtuale e aumentata, il metaverso. Ma il progetto fatica a decollare. Tra il 2021 e il 2022, Meta perde oltre 13 miliardi di dollari nel settore VR, con un coinvolgimento del pubblico inferiore alle aspettative.
Nel 2023, Zuckerberg corregge la rotta e sposta l'attenzione sull'intelligenza artificiale generativa, capace di produrre contenuti autonomamente. Il metaverso non viene abbandonato, ma ridimensionato a un ambito di nicchia.
Addio fact-checking, benvenuta AI
Dopo la rielezione di Donald Trump nel 2024, Zuckerberg cambia radicalmente la sua posizione politica: Meta dona 1 milione di dollari al fondo inaugurale dell'ex presidente e riattiva i suoi account. Nel gennaio 2025, Zuckerberg dice addio al programma di fact-checking, sostenendo la necessità di privilegiare la libertà di espressione rispetto al controllo dei contenuti. Poi, in una lettera pubblica, critica l'amministrazione Biden per aver esercitato pressioni durante la pandemia affinché Facebook moderasse la disinformazione sanitaria. È un segnale chiaro di una nuova fase ideologica e strategica di Zuck.
Il futuro di Meta
Nel gennaio 2025, Zuckerberg annuncia un investimento da 60 miliardi di dollari nello sviluppo dell'intelligenza artificiale. Tra i progetti, la costruzione di un gigantesco data center in Louisiana e il rilascio di modelli AI open source, accessibili a sviluppatori e aziende di tutto il mondo. L'intento è quello di posizionare Meta come leader nella corsa globale all'AI, dopo le ombre legate agli scandali e le delusioni dal fronte “metaverso”.