
Il suo volto, anche senza averlo studiato, lo conosciamo tutti: appena ruotato verso sinistra, lo sguardo rivolto all'osservatore, il colorato turbante in testa e una perla carnosa che le pende dall'orecchio e la bocca aperta, cosa non comune nei dipinti olandesi. Si tratta di un elemento lascia pensare che la giovane stia per parlare al suo pubblico, creando un senso di tensione. Il dipinto a olio su tela è la "Ragazza con l'orecchino di perla", realizzato intorno al 1665 da Johannes Vermeer, uno dei maestri dell'arte del Secolo d'Oro olandese.
Descritta come "la Monna Lisa del Nord" e conservata all'Aia alla Royal Picture Gallery Mauritshuis, l'opera ha raggiunto la fama mondiale anche grazie al bestseller omonimo di Tracy Chevalier e il film del 2003 con Scarlett Johansson.
I contemporanei di Vermeer probabilmente guardarono a questo quadro non come a un ritratto, ma come a un tipo di dipinto detto "tronie", cioè uno studio di una testa e spalle di una persona immaginaria in abiti esotici. Il suo segno distintivo è il turbante, che conferisce un tocco orientale alla tela.
Sull'identità della modella ci si interroga da anni. "Sebbene sia possibile che qualcuno abbia posato per questo dipinto, proprio come Rubens dipingeva spesso figure che assomigliavano a sua moglie, non si tratta di una persona specifica, ma di qualcuno di più generico, senza tempo e misterioso, forse una sibilla o una figura della Bibbia", ha spiegato la direttrice del Mauritshuis, Emilie Gordenker, alla BBC. Questo senso di "finzione" è avvalorato anche dalla teoria secondo cui le proporzioni della perla sarebbero eccessive, e che quindi potrebbe essere più facilmente un pezzo di bigiotteria.
Sono molte le speculazioni su chi fosse questa giovane donna: c'è chi pensa che fosse la figlia dell'artista, chi la sua amante. Nonostante i tentativi degli storici dell'arte, a oggi la sua identità è ancora sconosciuta, anche perché la vita dello stesso Vermeer è ancora poco conosciuta. L'artista di Delft produsse un numero contenuto di opere – una trentina di dipinti – e lasciò anche poche tracce biografiche (tuttavia, sappiamo che sua moglie gli diede 15 figli). Quasi tutto ciò che è noto lo si deduce dalle sue opere: la sua maestria nella resa della luce, la specializzazione nel dipingere le donne in interni domestici spogli e la tendenza a non dare all'osservatore dettagli narrativi (a differenza dei contemporanei olandesi).
L'opera non è sempre stata così famosa, anche perché dopo la morte, nel 1675, l'artista era rimasto nell'oscurità per due secoli. E infatti il dipinto era stato messo all'asta all'Aia nel 1881, in condizioni non ottimali. Fu acquisito per una modica cifra da un collezionista, Arnoldus des Tombe, che aveva intuito il suo valore, motivo per cui nel suo testamento lo lasciò al museo Mauritshuis. La fama vera e propria è arrivata solo con la grande mostra di Vermeer inaugurata alla National Gallery of Art di Washington nel 1995: la ragazza fu scelta come immagine per il manifesto di accompagnamento, e divenne una celebrità.