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16 Aprile 2024
6:00

L’opera d’arte più grande d’Italia è il “Grande Cretto” di Burri, a Gibellina, in Sicilia

Con una superficie di circa 270 per 310 metri e 122 blocchi di cemento il Grande Cretto di Alberto Burri, a Gibellina, in provincia di Trapani, è un'opera d'arte ambientale monumentale (è la più grande d'Italia) e unica nel suo genere, la cui storia è legata a un violento terremoto che colpì la Sicilia nel 1968.

A cura di Giulia Giaume
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L’opera d’arte più grande d’Italia è il “Grande Cretto” di Burri, a Gibellina, in Sicilia
cretto di burri gibellina opera arte piu grande italia
Credit: Boobax

Sapevate che in Sicilia, a Gibellina, esiste un'opera d'arte "ambientale" grande come due campi da calcio e al cui interno si può camminare? Si tratta del Grande Cretto di Alberto Burri, realizzata a partire dagli anni '80 e attualmente detentrice del record come opera d'arte più grande d'Italia. Pensate che la sua storia è legata a un terribile terremoto: l'opera in cemento ricopre le macerie del paese distrutto lasciando liberi solo gli spazi vuoti delle strade, creando così delle spaccature nell'opera, da cui deriva il nome "cretto" che letteralmente significa proprio "crepa, spaccatura".

Per approfondire la storia del Grande Cretto facciamo un viaggio indietro nel tempo e, nello specifico, andiamo al 1968, quando nella notte tra il 14 e il 15 gennaio un violento terremoto colpì la Sicilia occidentale radendo al suolo la cittadina di Gibellina, in provincia di Trapani, oggi nota come Gibellina vecchia. Ci furono centinaia di vittime e centomila persone in tutta la valle (chiamata Valle del Belice) si ritrovarono senza casa. Invece di ricostruire la città dalle macerie, si decise di ricostruire un nuovo paese da zero a una ventina di chilometri di distanza. Qui si ricostruì in fretta e per dare un nuovo e bellissimo aspetto alla "nuova Gibellina" vennero chiamati grandi artisti e architetti da tutto il Paese a contribuire. Tra di loro c'era Alberto Burri.

Alberto Burri cretto gibellina
Alberto Burri (credit: Nanda Lanfranco)

Nato nel 1915 a Città di Castello e morto nel 1995 a Nizza, Alberto Burri era uno degli artisti più famosi d'Italia e un maestro della cosiddetta "arte informale", una corrente artistica che si concentrava sul gesto e sull'atto del creare piuttosto che sulla teoria. Quando nel 1981 visitò la nascente Gibellina, Burri non si sentì ispirato: lui voleva vedere i vecchi ruderi poco distanti e comprendere la tragedia che aveva colpito la Sicilia. "Ecco", disse sul vecchio sito, "se devo fare qualcosa, io posso farlo qua".

Così fece radunare tutte le macerie, le fece compattare, vi inserì un'armatura e ci colò sopra il cemento con l'idea di fare una distesa bianchissima percorsa da "crepe" che fossero grandi come strade. Per questo motivo l'opera è detta "cretto", termine che indica una fenditura o spaccatura di una superficie intonacata o di un oggetto di terracotta. Burri era famoso per essere un grande sperimentatore artistico e per fare uso di materiali insoliti, ma quest'opera era qualcosa di unico al mondo.

Dato che è stato realizzato direttamente sul territorio, il Grande Cretto di Gibellina è un'opera della cosiddetta Land Art (o opera d'arte ambientale), proprio come i ponti galleggianti realizzati da Christo sul Lago d'Iseo del 2016.

cretto di burri interno
Credit: Phyrexian

Anche se i lavori per la realizzazione del Grande Cretto iniziarono nel 1985, si interruppero già qualche anno dopo: la costruzione fu ripresa solo nel 2013 e completata nel 2015, nemmeno dieci anni fa. Oggi appare imponente ai numerosi visitatori e turisti che percorrono le sue strade: la sua superficie complessiva copre un'area rettangolare di circa 270 per 310 metri, è composta da 122 blocchi di cemento (detti "isole") alti circa 1 metro e 60 l'uno e separati tra loro da un labirinto di passaggi. L'opera è diventata una delle più famose d'Italia, nonché un impressionante modo per ricordare una tragedia che poco più di cinquant'anni fa colpì la Sicilia.

L'opera è visitabile: ci si può arrivare in automobile seguendo la statale 119 tra Gibellina nuova e il vicino paese di Salaparuta, oppure l'autostrada A29.

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