Sopravvivere su un’isola deserta è un compito complicatissimo, ma nella storia non sono mancati uomini capaci di farlo. Uno di questi è Alexander Selkirk, che nel 1704 fu abbandonato in un’isoletta del Pacifico, all’epoca chiamata Más a Tierra e facente parte dell'arcipelago di Juan Fernández. Selkirk vi restò in completa solitudine per quattro anni e quattro mesi, dall'ottobre del 1704 al 2 febbraio 1709, nei quali riuscì a sopravvivere nutrendosi di verdure e capre selvatiche.
Fu tratto in salvo nel 1709 da una nave inglese e, dopo un breve soggiorno nel Regno Unito, riprese il mare, trovando la morte nel 1723. La storia di Selkirk fu una delle fonti di ispirazione di Daniel Defoe per la creazione del personaggio di Robinson Crusoe. La notorietà di Selkirk, inoltre, non è mai venuta meno e negli anni ’60 il governo del Cile ha voluto persino dare il suo nome a un’isola.
Un giovane e irrequieto corsaro
Alexander Selkirk nacque in Scozia, nella località di Lower Largo, nel 1676 e sin da giovane mostrò un carattere ribelle e attaccabrighe. Nel 1703 iniziò la carriera di marinaio, imbarcandosi sulle navi corsare, cioè autorizzate dal governo a compiere atti di pirateria contro le imbarcazioni appartenenti a Paesi nemici (il corsaro più famoso fu Francis Drake).
Più precisamente, Selkirk si unì alla spedizione comandata da William Dampier, un celebre esploratore, che guidava una flotta composta da due navi, la St George e la Cinque Ports. La spedizione salpò l’11 settembre 1703 dall’Irlanda e si diresse verso la costa americana del Pacifico, ma si rivelò poco fortunata e fu più volte respinta dalle navi nemiche che aveva attaccato.
L’abbandono sull’isola deserta
Le due navi si separarono e nell’ottobre del 1704 il Cinque Ports, sul quale era imbarcato Selkirk, fece una sosta a Más a Tierra, un’isola disabitata di circa 50 chilometri quadrati, facente parte dell’arcipelago di Juan Fernández, a 670 km dalle coste del Cile.
La nave era in pessime condizioni e Selkirk litigò con il comandante, Thomas Strading, perché pretendeva che prima di ripartire fossero effettuate delle riparazioni. Strading non volle saperne e Selkirk si lasciò scappare una frase che gli sarebbe risultata fatale: dichiarò che avrebbe preferito essere abbandonato sull’isola invece di reimbarcarsi su una nave in quelle condizioni. Il comandante, ben lieto di liberarsi di un attaccabrighe, lo prese in parola. L’abbandono in luoghi deserti, del resto, era una punizione frequente per chi si ammutinava sulle navi corsare e in genere equivaleva a una condanna a morte.
Prima di ripartire, Strading lasciò a Selkirk un fucile, alcuni utensili, dei vestiti e una Bibbia. Lo scozzese aveva calcolato bene il rischio che correva il Cinque Ports, che effettivamente affondò poco tempo dopo. Tuttavia, le possibilità di sopravvivere sull’isola erano molto scarse.
Selkirk nell’isola di Más a Tierra
Nei primi tempi Selkirk rimase sulla costa. Era in preda alla disperazione e guardava sempre il mare, nella speranza di avvistare una nave che potesse trarlo in salvo. Sopravvisse cibandosi di crostacei e molluschi.
Quando una colonia di leoni marini si arenò sulla spiaggia per la stagione dell’accoppiamento, lo scozzese si spostò nell’interno. Fu una mossa fortunata: Selkirk trovò una grande quantità di capre selvatiche, dalle quali poteva ricavare carne e latte, insieme a rape, cavoli e altri vegetali. Si rivelò molto abile, inoltre, nell’usare gli utensili di cui disponeva e gli oggetti che trovava sull’isola. Costruì due piccole capanne, una per dormire e una per cucinare, e trascorreva il tempo leggendo la Bibbia ad alta voce, unico modo per non impazzire.
Selkirk non aveva alcun contatto umano, nonostante in due occasioni delle navi spagnole si fossero fermate sull’isola e i loro marinai fossero scesi a terra. Lo scozzese, essendo un corsaro nemico, sarebbe stato torturato e probabilmente messo a morte se fosse stato catturato e perciò dovette nascondersi.
Il salvataggio
La salvezza giunse il 2 febbraio 1709, quando a Más a Tierra arrivarono le navi britanniche Duke e Duchess, impegnate in azioni di pirateria contro gli spagnoli. Dal giorno in cui Selkirk era stato abbandonato sull’isola erano passati quattro anni e quattro mesi. Il marinaio manifestò una gioia immensa nel vedere i suoi compatrioti, tra i quali c’era il suo vecchio comandante William Dampier.
Quando le navi ripresero il largo, il comandante della spedizione, Woodes Rogers, lo nominò secondo ufficiale del Duke. Il marinaio partecipò così con un ruolo da protagonista alla “guerra di corsa” (cioè la pirateria autorizzata) della nave lungo la costa americana del Pacifico. Nel 1711 il Duke completò la circumnavigazione del globo e, passando a sud dell’Africa, fece ritorno in Gran Bretagna.
Il ritorno in Gran Bretagna e la morte
Selkirk rivide il suo Paese dopo otto anni dalla partenza. La sua storia divenne presto famosa, perché fu narrata in un resoconto di viaggio da un ufficiale della Duchess, Edward Cook, e dal più noto A Cruising Voyage Round the World, scritto da Woodes Rogers nel 1712. Selkirk restò alcuni anni sulla terraferma e in seguito si imbarcò come marinaio sulle navi militari che prestavano servizio presso la costa atlantica dell’Africa. Nel 1723, mentre era in navigazione, morì di febbre gialla.
Selkirk e l'ispirazione per Robinson Crusoe
La storia di Selkirk è spesso associata a quella di Robinson Crusoe, il protagonista del celebre romanzo di Daniel Defoe pubblicato per la prima volta nel 1719. Molto probabilmente, la vicenda di Selkirk era stata una, ma non l’unica, delle fonti di ispirazione di Defoe. Infatti, insieme con alcuni punti in comune, tra i due personaggi vi sono differenze significative: per esempio, l’isola sulla quale visse Selkirk era disabitata, mentre su quella di Robinson viveva una tribù indigena; Selkirk era completamente solo e Robinson trovò la compagnia dell’indigeno chiamato Venerdì. Gli studiosi dell’opera di Defoe sono concordi nel sostenere che lo scrittore aveva tratto ispirazione anche da altre storie di naufraghi, come quella di Robert Knox, che aveva vissuto per venti anni tra gli indigeni dello Sri Lanka. Tuttavia, in genere l’opinione pubblica considera Selkirk il vero Robinson Crusoe.
La fama di Selkirk
La vicenda di Selkirk non ha mai smesso di suscitare interesse. Nell’Ottocento a Lower Largo gli furono dedicate una targa commemorativa e una statua. Inoltre, nel 1966 il governo del Cile decise che una due isole maggiori dell’arcipelago Juan Fernandez avrebbe assunto il nome di Isola Alejandro Selkirk. Curiosamente, il nome fu dato all’isola Más Afuera e non a Más a Tierra, che invece fu ribattezzata Isola Robinson Crusoe.
Selkirk è menzionato anche in varie opere letterarie e nel 2012 gli è stato dedicato un film di animazione, Selkirk, el verdadero Robinson Crusoe, coproduzione cilena, argentina e uruguayana (in inglese distribuito con il titolo Seven Seas Pirates). Insomma, uno che è vissuto quattro anni su un’isola deserta non può non destare curiosità.