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26 Dicembre 2024
9:00

Come faceva il Colosseo a riempirsi d’acqua per le battaglie navali?

Emblema della civiltà romana, il Colosseo è l'anfiteatro più famoso al mondo, con caratteristiche strutturali ed idrauliche capaci di affascinare e stupire ancora oggi.

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Come faceva il Colosseo a riempirsi d’acqua per le battaglie navali?
colosseo struttura

Il Colosseo è l'anfiteatro più famoso e più grande al mondo: rappresenta il simbolo della civiltà romana e della sua capacità di creare grandi e versatili costruzioni. Ancora oggi visitabile, questo monumento archeologic è stato costruito sfruttando un esteso sistema di archi che si sviluppa lungo il perimetro dello stesso e radialmente verso il centro dell'arena. È stato utilizzato principalmente per spettacoli di combattimento tra gladiatori, ma anche per rievocare storiche battaglie navali, cosiddette Naumachie: è questa particolare condizione di utilizzo che rappresenta, ancora oggi, una delle più grandi curiosità sul funzionamento idraulico dell'opera. Come facevano a riempirlo d'acqua?

La struttura portante del Colosseo

Il Colosseo è una struttura a pianta ellittica, cava nella zona centrale e con gradoni perimetrali, utilizzati dagli spettatori come posti a sedere durante gli eventi tenuti al suo interno. I gradoni sono sorretti da strutture ad arco disposte su vari livelli e tali da garantire anche corridoi di passaggio nella zona perimetrale della struttura. Di queste arcate si ha chiara evidenza sulle facciate di prospetto, mentre risultano meno visibili quelle interne. Di fatto, le stesse arcate sono diventate anche l’elemento simbolico di distinzione dell’opera.

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Sezione del Colosseo, Fonte Beste HJ, 2003

L’ovale esterno che circoscrive il Colosseo ha una geometria caratterizzata da due diametri di lunghezza pari a 189 m e 156 m. L’altezza massima delle strutture murarie di perimetro è circa 50 m. L’arena centrale, invece, è una seconda ellisse, i cui diametri risultano essere approssimativamente pari a 80 m e 45 m. Nella sostanza, dunque, la struttura del Colosseo si sviluppa lungo questa corona delimitata dai due ellissi, quello interno interno e quello esterno, e si erge in altezza tramite il sostegno di strutture ad arco, realizzate mediante blocchi di travertino e tufo ed eventualmente rifinita da parti in marmo. Anche se oramai non più presenti, va ricordato che nella zona sommitale del Colosseo erano state realizzate delle strutture lignee, utilizzate per il supporto di elementi di copertura che fungevano da riparazione per eventi piovosi, nonché sistemi ombreggianti per le giornate di sole.

Rispetto alla struttura originale, la stessa si trova oggi in una conformazione differente, per effetto dei crolli che questa ha subito con il susseguirsi di violenti terremoti negli anni. Alcuni di questi, infatti, hanno addirittura portato alla necessità di effettuare dettagliate opere di consolidamento, per limitare i problemi statici innescati dagli indebolimenti strutturali.  Il sistema di archi, tuttavia, risulta chiaro nella sua conformazione ancora oggi, il che ha reso anche possibile – dopo studi di settore – la ricostruzione archeologica degli elementi principali dell’opera e la determinazione delle condizioni di utilizzo della stessa.

Le battaglie navali all’interno del Colosseo

Storicamente conosciuta come naumachia, nell’epoca romana con questo termine veniva identificato uno spettacolo che aveva l’obiettivo di riprodurre una battaglia navale. Nei fatti, con il termine Naumachia veniva spesso confuso anche il luogo dove queste battaglie prendevano forma: pare che esistano dunque diverse tracce storiche che riconducano all’utilizzo del Colosseo come luogo per ospitare queste battaglie navali. Viene da se il fatto che, per realizzare questo obiettivo, risultava necessario un riempimento di acqua nella zona centrale dell’arena, a un livello sufficiente da far galleggiare le navi utilizzate per le suddette battaglie.

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Questa pratica è largamente documentata nella letteratura storica, sebbene risulti ad oggi non ancora completamente chiaro quali siano le dinamiche con cui l’acqua veniva fatta defluire fino all’interno dell’area e poi allontanata, per garantire il ripristino delle condizioni di partenza del Colosseo. Dalla lettura della documentazione tecnica di letteratura, si evince anche il fatto che erano proprio alcuni rami dell’acquedotto Claudio quelli utilizzati per riempire cisterne di supporto, la cui acqua immagazzinata veniva poi utilizzata ai fini del riempimento dell’arena.

Con queste finalità, sorgono dubbi tecnici sul come si potesse, appunto, avere a quell’epoca una struttura così flessibile da essere contestualmente utilizzata sia per battaglie navali che per combattimenti tra Gladiatori, ad esempio: in quanto tempo si riempiva? Quanto tempo necessitava l'operazione di svuotamento? Come era garantita la tenuta idraulica della stessa per preservare questi quantitativi di acqua?

Il riempimento con l'acqua

Dagli studi storici e tecnici svolti sulle parti di basamento dell’arena, è emerso che la struttura originaria al di sotto dell’area, dove oggi troviamo una serie di murature, era in realtà precedentemente formata da strutture lignee removibili, che sostenevano quindi l’arena in condizioni ordinarie. A conferma di questa teoria, risultano esserci evidenti prove della presenza di particolari fori nella parte basale, che servivano appunto da alloggiamento, temporaneo, di questi pali. Nei fatti, dunque, la palificata veniva smontata quando il Colosseo doveva ospitare battaglie navali, la struttura veniva riempita di acqua e, successivamente – una volta svuotata – veniva rimontata la palificata e la superficie di supporto dell’arena. In aggiunta a questo, il fondo del basamento risultava realizzato mediante una finitura di particolari malte che garantivano impermeabilizzazione della superficie centrale, cioè dell’ellisse dell’arena: la tenuta della pavimentazione, dunque, era garantita.

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Considerando le dimensioni dell’ellisse prima citato ed una altezza del battente idrico pari a 1.5 m nella condizione massima di riempimento, il volume di acqua necessario per svolgere queste battaglie navali era pari a circa 17000 m3, ovvero 17 milioni di litri di acqua. Dagli studi archeologici condotti sui sistemi di cunicoli interni del Colosseo, nonché in relazione alla vicinanza delle condotte acquedottistiche già utilizzate a quell’epoca per servire le diverse zone della città, si è identificato un possibile sistema di condotte utilizzabili per il riempimento dell’arena. In particolare, si suppone che le stesse condotte utilizzate per garantire una distribuzione di acqua all’interno dell’anfiteatro (già in uso per fornire acqua agli spettatori durante gli spettacoli, svolti anche e solitamente durante ore diurne, magari durante periodi di anno con elevate temperature) potessero essere utilizzate anche per il riempimento dell’arena per i volumi di acqua prima indicati. In queste dinamiche, il sistema di condotte presenti garantiva, secondo simulazioni effettuate, un riempimento dell’arena per un tempo oscillante dalle 2 alle 5 ore.

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Sistema di in–out di acqua nell’arena da Crapper M, 2017

L’acqua veniva prelevata dal sistema acquedottistico della città, con particolare riferimento, nel caso specifico, all’acquedotto prossimo al Colosseo, con una possibile cisterna situata in prossimità di Colle Celio. Di qui, infatti, passava uno dei rami dell’acquedotto di Nerone, ovvero una delle strutture secondarie del principale acquedotto Claudio.

È stato stabilito da analisi numeriche che le condizioni di svuotamento dell’arena dall’acqua presente prevedeva tempi oscillanti fino a circa 6-7 ore, sebbene le prime due ore già garantissero uno svuotamento complessivo superiore all’80% del riempimento. Il drenaggio dell’acqua accumulata avveniva tramite quattro canali, disposti agli estremi degli assi principali dell’ellisse interno dell’arena. Questi canali avevano dimensioni approssimative di 1m (larghezza) x 1.5m (altezza). Tutti e quattro convogliavano l’acqua verso un condotto esterno al Colosseo e grande orientativamente quanto i canali di imbocco. C’è da sottolineare che il sistema di drenaggio risultava comunque necessario per allontanare le acque meteoriche che si accumulavano all’interno durante gli eventi piovosi. Tuttavia, l’importante dimensione di questi canali ritrovati nelle zone diametrali dell’arena identifica un chiaro segnale di utilizzo del Colosseo per scopi differenti da quelli usuali, o comunque quelli storicamente ricordati forse per assonanza con strutture similari ritrovate in altre zone d’Italia.

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