La guerra navale esiste almeno dal II millennio a. C., quando presso il Delta del Nilo si verificarono scontri tra gli egizi e i popoli del mare. Il dominio dei mari, infatti, è essenziale per controllare le rotte commerciali e “proiettare” la potenza di un Paese oltre i confini nazionali.
Nel corso degli anni la tecnologia navale è andata incontro a numerose evoluzioni, che hanno cambiato più volte il modo di combattere sui mari. Ripercorriamo la storia della guerra sul mare, raccontando brevemente cinque delle principali battaglie navali del passato, che hanno inciso maggiormente nella storia delle dinamiche geopolitiche e nell’evoluzione della tattica bellica.
L'importanza della guerra sui mari
Il mare è uno dei tre scenari dei conflitti militari, insieme alla terra e all’aria. Ha sempre avuto grande importanza geostrategica, perché permette di controllare i commerci, che fino al XIX secolo passavano in gran parte sulle vie d’acqua, e di esercitare la "forza di proiezione" di uno Stato, cioè la capacità di fare sentire la propria presenza al di fuori del territorio nazionale.
Oggi, nonostante lo sviluppo degli aerei e delle comunicazioni terrestri, il controllo del mare e dei choke point, gli stretti e i canali fondamentali lungo le rotte marittime del commercio globale, non ha perso la sua importanza e le principali potenze continuano a investire enormi cifre per dotarsi di mezzi navali all’avanguardia.
Guerra navale in Età antica: remi, speronamenti e abbordaggi
Nel mondo antico, per combattere in mare si usavano soprattutto navi a remi e le tattiche principali erano quelle dello speronamento, cioè lanciare la propria nave contro quelle del nemico, e dell’abbordaggio, cioè agganciare le imbarcazioni avversarie e consentire ai propri soldati di "invaderle" e combattere come sulla terra. Si usavano anche armi da lancio, in primis archi e catapulte, ma avevano una portata e una potenza limitata. Vediamo due famose battaglie navali in Età antica:
Battaglia di Salamina, 480 a.C.
All’inizio del V secolo a. C. l’impero persiano, che dominava tutto il Vicino Oriente, mise in seria discussione l’indipendenza delle città-stato greche. Nell’anno 490 a.C. la battaglia terrestre di Maratona consentì ai greci di respingere un primo tentativo di invasione, ma dieci anni dopo i persiani si ripresentarono con un esercito più potente. Avanzando da nord via terra, occuparono la Grecia fino ad Atene e si prepararono a invadere via mare il Peloponneso.
e città greche disponevano di una flotta meno potente di quella persiana e decisero perciò di non combattere in mare aperto, ma di attirare il nemico nelle acque di Salamina, un’isoletta situata in uno stretto a pochi km da Atene. Le agili triremi (cioè navi a tre ordini di remi) dei greci ebbero ragione delle più massicce unità nemiche e respinsero l’attacco. I persiani, sconfitti l'anno successivo anche in una battaglia terrestre, furono costretti a ripiegare e la Grecia conservò la sua indipendenza.
Battaglia di Azio, 31 a.C.
Nel I secolo a. C. Roma era in preda a continue guerre civili e nel 31 a.C. il confronto tra Ottaviano e Antonio, principali “uomini forti” dopo la morte di Cesare, si era trasformato in guerra aperta. Antonio, legato politicamente e sentimentalmente alla regina d’Egitto Cleopatra, controllava l’Oriente e minacciava di attaccare la Penisola italiana. Ottaviano lo raggiunse con la sua flotta presso la cittadina di Azio, sulla sponda greca del mare Jonio. Le sue navi si schierarono di fronte a quelle di Antonio e, quando iniziò la battaglia, arretrarono per attirare il nemico in mare aperto. La strategia si rivelò vincente: Antonio e Cleopatra furono sconfitti e pochi anni dopo Ottaviano si fece proclamare princeps e Augustus dal senato. La repubblica di Roma lasciò così il posto al principato.
Battaglie navali in Età moderna: vele e cannoni
La guerra sul mare cambiò in maniera irreversibile nel XV secolo. Grazie alla scoperta della polvere da sparo, le navi da guerra furono armate con potenti cannoni, che in battaglia divennero molto più importanti degli abbordaggi. Cambiò anche la propulsione e le vele presero il sopravvento, sebbene nei combattimenti l’uso dei remi conservasse la sua importanza. Vediamo due famose battaglie navali in Età moderna:
Battaglia di Lepanto, 1571
Nel Cinquecento l’espansione dell’Impero ottomano appariva inarrestabile e minacciava la stessa Europa occidentale. Nel 1570 scoppiò una guerra tra gli ottomani e una coalizione di potenze cristiane, tra le quali la Repubblica di Venezia e la Spagna. L’anno successivo le due flotte si affrontarono nelle acque di Lepanto, nel golfo di Corinto. 204 galee e 6 galeazze (cioè galee più potenti e meglio armate) affrontarono una flotta turca di oltre 300 navi e, disponendo di una maggiore potenza di fuoco, riuscirono a sconfiggerla. La battaglia, celebrata in Europa come una grande vittoria, in realtà non inflisse danni irreparabili all’impero, il cui declino inizierà solo un secolo dopo. Tuttavia, fu molto importante sul piano psicologico, perché dimostrò che gli ottomani non erano invincibili.
Battaglia di Trafalgar, 1805
Nei primi anni dell’Ottocento la Francia di Napoleone conquistò vasti territori in Europa e minacciava di invadere l’Inghilterra, suo principale nemico. Per farlo, però, doveva guadagnare la supremazia sui mari. Nel 1805 la flotta francese e quella Spagna sua alleata si scontrarono con le navi inglesi al largo di capo Trafalgar, presso lo stretto di Gibilterra. Le tattiche dell’epoca prevedevano di schierare le navi in fila, frontalmente al nemico, ma il comandante inglese, Horatio Nelson, decise di cambiare: divise le sue navi in due gruppi e li dispose perpendicolarmente al nemico. In tal modo le navi, pur essendo più esposte al fuoco dei franco-spagnoli, potevano usare i cannoni situati su entrambi i lati. La flotta inglese conseguì una netta vittoria e costrinse Napoleone a rinunciare allo sbarco in Inghilterra. Trafalgar, inoltre, appresentò l’affermazione della supremazia britannica sui mari, che sarebbe durata per molti anni.
Scontri in Età contemporanea: motori e aerei
Tra Ottocento e Novecento la tecnologia navale cambiò completamente grazie agli sviluppi tecnologici, in particolare per l’introduzione dei motori a vapore, degli scafi in metallo (al posto di quelli in legno) e, in tempi più recenti, dell’aviazione navale. Anche la guerra sui mari si è evoluta: fino alla Seconda Guerra Mondiale le battaglie si combattevano a colpi di cannone, ma nel corso del conflitto l'aviazione divenne l'arma più importante. Vediamo una delle principali battaglie navali dell'Età contemporanea, quella delle Isole Midway del 1942.
Battaglia delle Isole Midway, 1942
Nel 1942 i giapponesi, che avevano conquistato molti territori in Asia orientale, cercarono di occupare le isole Midway, situate al centro dell’Oceano Pacifico e controllate dagli Stati Uniti. Gli americani, che avevano decrittato i messaggi in codice del nemico, inviarono le loro portaerei a proteggere le isole e sconfissero nettamente i giapponesi: gli aerei colarono a picco tutte e quattro le portaerei inviate dal Giappone.
Nel corso della battaglia le navi non entrarono mai in contatto e gli scontri si svilupparono solo attraverso l’aviazione. La battaglia delle Midway, inoltre, fu uno dei punti di svolta della Seconda Guerra Mondiale: i giapponesi non si ripresero mai dalla sconfitta e iniziarono una ritirata che si sarebbe conclusa nel 1945.