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2 Maggio 2024
6:00

Come scolpivano il marmo gli antichi? E oggi che tecniche usiamo?

Molti sanno da dove viene il marmo, ma non tutti sanno come si passa dal marmo alla scultura e come sono cambiate le tecniche di lavorazione nel corso dei secoli, dagli antichi Greci, a Michelangelo fino a oggi. L'evoluzione è incredibile: siamo passati dallo scalpello al laser.

A cura di Giulia Giaume
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Come scolpivano il marmo gli antichi? E oggi che tecniche usiamo?
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David di Michelangelo. Foto Sean Robertson via Unsplash

La scultura è una delle forme d'arte più antiche, con prove della sua esistenza fin nella Preistoria. Sono molti i materiali che possono essere scolpiti e lavorati per realizzare sculture: il legno, l'avorio, il bronzo, e via dicendo. Tra i materiali più apprezzati dagli artisti di ogni epoca c'è però sicuramente il marmo, una roccia metamorfica, cioè che ha subito durante le diverse ere geologiche una serie di trasformazioni dovute alla pressione e all'alta temperatura a cui è stata sottoposta. Ma come si passa dal marmo alla scultura? E come sono cambiate, se l'hanno fatto, le tecniche di lavorazione? Vediamolo.

Il processo di lavorazione del marmo

Per prima cosa il marmo viene estratto nelle cave (a cielo aperto, in sottotecchia o sotterranee, a differenza del luogo), staccando blocchi più o meno grandi dalla roccia con mine o leve. In epoca moderna, sono state usate progressivamente delle tagliatrici a filo elicoidale, a getto d'acqua e poi a filo diamantato.

Prima di iniziare la scolpitura sul blocco di pietra, le cui dimensioni devono essere ben più grandi dell'opera che si vuole realizzare, spesso viene realizzato un modello in creta (o in pietra tenera) per valutare proporzioni e dimensioni senza rischiare di rovinare il pregiato (e costoso) marmo. Questo era vero soprattutto nell'antichità, vista la maggiore difficoltà di estrazione, la minore precisione degli strumenti e il gran numero di persone che (oltre all'artista) lavoravano il blocco di pietra.

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Amore e Psiche di Canova. Foto Santiago Yáñez via Unsplash

Dopo aver tracciato con squadra e compasso le linee base della figura che si vuole "estrarre" dal marmo, si va tramite abrasione a "levare". Quello che si fa (a differenza di altri tipi di scultura, come quella del bronzo) è sostanzialmente asportare pezzi di marmo tramite percussione e foratura con appositi strumenti, fino a che non si ottiene una figura sbozzata. Come avrete capito, il marmo è un materiale che richiede molta forza fisica e pazienza per la sua lavorazione!

Questi strumenti, nel tempo, sono passati da semplici martello e scalpello (già usati nell'antico Egitto, in Grecia o nell'Impero Romano) a utensili più tecnologicamente avanzati: frese angolari, trapani e lame prima in acciaio e poi diamantate. Una volta sbozzato, il marmo viene sottoposto a raspatura e limatura, per poi arrivare al passaggio finale con la carta abrasiva. È questa serie di operazioni che conferisce alle sculture l'aspetto lucido che conosciamo.

Consideriamo che queste sono regole generali: esistono differenti tecniche artistiche per realizzare un’opera – dallo stiacciato (un "bassorilievo schiacciato") al tutto tondo – e poi per decorarla, per esempio con incisioni o l'intarsio. Ancora diverse le tecniche che si applicano se si vogliono realizzare delle copie: già i romani erano in grado di fare dei duplicati in gesso delle opere marmoree, per esempio greche, coprendo le sculture con una sostanza protettiva e mettendole in una cassaforma per poi colarci sopra il gesso, oppure facendo modelli in cera (tecnica molto antica, che ha dato vita per esempio ai Bronzi di Riace). Oggi per le copie si usa, con maggiore facilità, il silicone.

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Tor Art

Come vedete, sono molte le variazioni, soprattutto degli strumenti e dei materiali, ad aver cambiato il lavoro dello scultore nel corso dei millenni. Ma non solo: c'è una branca di scultori che non lavora nemmeno più a mano. Esistono infatti aziende, come la Tor Art di Carrara, che al posto di scolpire a mano la pietra la modellano con il laser a partire da un modello tridimensionale: è così che artisti e architetti come Zaha Hadid, Maurizio Cattelan e Jeff Koons realizzano le proprie opere.

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