
Nell’Unione Sovietica della Guerra Fredda la musica occidentale era vietata, ma il desiderio di ascoltarla trovò una via alternativa e ingegnosa. Su vecchie radiografie, tagliate e incise come vinili, nacquero i “dischi delle ossa”: copie clandestine di jazz e rock che portarono il suono proibito nelle case sovietiche. Durante la Guerra Fredda, la musica occidentale e specialmente il rock and roll e il jazz vennero vietati dal partito per paura di una corruzione ideologica. Non svanì però il bisogno della musica e il gusto della novità occidentale, che in molti avevano sperimentato durante la Seconda Guerra Mondiale: questo portò a una strategia per aggirare il divieto.
Nonostante questa invenzione sia contesa tra diversi Paesi e in diversi anni, il PhD James Taylor del Department of Music dell'University of Bristol ha individuato la nascita di questa idea nel 1946 a Leningrado, in uno studio sulla Prospettiva Nevskij chiamato "Audio Message". Qui il suo fondatore Stanislav Filon utilizzò un rimasterizzatore musicale tedesco Telefunken per replicare le registrazioni musicali dal vinile originale su materiale radiografico reinventato a basso costo: le lastre ai raggi X.

Questi dischi (su cui non apparivano titoli di canzoni o nomi di gruppi) divennero noti come "rëbra", cioè costole – perché spesso erano ancora visibili le radiografie della lastra – ma venivano spesso chiamati "roentgenizdat" ("pubblicazioni su raggi X") o musica delle ossa.
Le lastre venivano arrotondate con le forbici e forate al centro (spesso con una sigaretta). La qualità di queste copie non era altissima, ma costavano poco da fare e da comprare, e presto si dimostrarono molto efficaci nel portare la musica proibita là dove non riusciva ad arrivare: Louis Armstrong, Duke Ellington, Ella Fitzgerald, Elvis Presley ma anche i Beatles, i Rolling Stones e i Beach Boys ora suonavano nelle case dell'Unione Sovietica.
Molti altri studi underground cominciarono a produrre migliaia di copie radiografiche, che venivano vendute sul mercato nero fino a diventare, alla fine degli anni '50, "la moneta comune del blocco sovietico".
Divennero popolarissimi anche grazie alle sottoculture sovietiche, in primis gli "stiliagi", gli stilosi (l'equivalente degli "hipster" nella letteratura occidentale), che rappresentavano un rifiuto degli stili musicali, della moda e del comportamento promossi a livello istituzionali nell'URSS, diventando i sostenitori di un nuovo modello occidentalizzato (con uno stile un po' "alla Grease") e promuovendo incontri danzanti nelle grandi città sovietiche.
La censura allora si incattivì: i musicisti jazz venivano arrestati, spesso spediti nei gulag, e la stampa ufficiale sovietica faceva continui attacchi agli stiliagi, contribuendo a rafforzare l'idea del roentgenizdat come una "pratica sovversiva": invano. La popolarità dei dischi delle ossa – data dall'egemonia culturale americana e dalla crescente cultura consumistica nell'Unione Sovietica del dopoguerra – non si fermò per tutti gli anni '60, e declinò solo con l'arrivo delle musicassette.