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15 Febbraio 2025
7:00

Breve storia della musica rock, da Chuck Berry al giorno d’oggi

Dalle radici nel gospel afroamericano negli anni '50 fino all'indie rock degli ultimi anni, il rock si è evoluto in decine di sottogeneri, trovando sempre un modo per riaffiorare. Perché il rock è anche questo: una rivoluzione e trasformazione continua.

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Breve storia della musica rock, da Chuck Berry al giorno d’oggi
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Pete Townshend, chitarrista degli Who, frantuma una delle sue tante chitarre (13 marzo 1967, Granby Halls, Leicester). Credit: SoundCityChris

Il rock è uno dei generi musicali più complessi da definire, anche per via del suo intreccio a doppio filo con la società e la cultura nel corso dei decenni del secolo scorso. Quel che è certo è che ci ha regalato tantissime canzoni indimenticabili, per mano di artisti di caratura mondiale che hanno fatto la storia del genere.  Dinamico ed esplosivo, il rock si è reso portavoce di un cambiamento culturale che lo ha reso una delle forme di espressione musicale più influenti e durature di sempre. Anche se negli ultimi venticinque anni il genere è andato affievolendosi, i suoi fans sono ancora tanti e rimangono solidi, e non si può escludere un suo fenomenale ritorno sotto chissà quali nuove inedite influenze.

Ma quali sono le origini del rock, e perché si chiama così? A seguire ripercorreremo un po' la sua storia, anche se – ed è doveroso dirlo – è praticamente impossibile descriverla nel dettaglio, con tutte le sue infinite sfaccettature. Del resto, nemmeno la Rock & Roll History del Rolling Stone è riuscita in questa impresa titanica!

Quali sono le origini del rock

Il termine “rock” ha le sue radici nel fenomeno del rocking della musica gospel afroamericana, nel sud degli degli Stati Uniti. Il termine descriveva uno stato di “estasi emotiva” in cui il corpo oscillava o dondolava durante le cerimonie religiose (ciò avveniva quando i fedeli venivano sopraffatti dalla musica, entrando in connessione con il divino). Il rocking, quindi, di per sé indicava proprio quel movimento ritmico del corpo che veniva scosso dall'intensità della musica. Quando nei primi anni '50 il rock è sbocciato come genere a sé, alcuni musicisti che erano fortemente influenzati dalla tradizione afroamericana e dal gospel hanno scelto proprio quel termine (togliendo la desinenza -ing) per descrivere il loro suono, che aveva un'intensità e una potenza emotiva simile a quella che si provava nelle chiese durante i momenti di estasi mistica.

Secondo altri storici della musica, però, il termine potrebbe derivare anche dall'espressione “Rocking and rolling”, usata per descrivere il movimento oscillante delle navi in mare o, più in generale, per evocare il movimento ritmico e l'energia. Queste parole sarebbero poi state prese in prestito da alcuni musicisti per riferirsi al modo in cui il ritmo di alcune canzoni faceva muovere le persone. E poi, lo sappiamo: il rock è andato definendosi sempre di più, diventando un sound fresco, energico, che scuoteva tutti con una potenza travolgente.

Quali sono le caratteristiche del rock

Il rock è la musica dell'anticonformismo, della ribellione, del caos armonico più disarmante ma sempre coinvolgente, e che si accompagna quasi sempre a testi senza filtri. Ma per definirlo meglio, dovremmo partire dicendo che non c'è rock senza i suoi strumenti chiave: la chitarra elettrica (spesso e volentieri accompagnata da distorsione), il basso e la batteria. Molte band del genere però si sono fatte accompagnare anche da altri strumenti, come organo, flauto traverso, tastiera e sintetizzatore, strumenti sempre più presenti tra la fine degli anni '60 e '70.

La struttura delle canzoni, invece, spesso si basa su una forma "strofa-ritornello", con un riff – ossia una breve sequenza musicale ripetuta più volte durante la canzone, solitamente suonata da chitarra o basso – e assoli di chitarra (o anche di organo, tastiere e/o flauto) più o meno virtuosistici. I testi parlano di amore e ribellione (adolescenziale e della società), ma spesso sono anche messaggi per le masse a sfondo politico o sociale (Blowing in the wind è solo una delle tante di questa categoria). Ci sono poi anche testi molto più introspettivi e profondi volti a far riflettere sulla condizione umana, o addirittura testi che sono un omaggio a qualcuno (sì, sto pensando a Shine on you Crazy Diamond dei Pink Floyd).

Il rock è stato un linguaggio di rivolta giovanile che ha dato vita a tantissimi sottogeneri (hard rock, punk, metal, grunge, indie, ecc.), ognuno con sfumature diverse, ma tutti con un elemento in comune: una vivace sfrontatezza.

Chi è il padre del rock e quali sono i maggiori esponenti

Ma passiamo ora ai nomi di chi ha fatto la storia del genere. Secondo molti critici e appassionati, il "padre del rock" e mostro sacro del genere è Chuck Berry, la cui musica ha influenzato Beatles, Rolling Stones, Jimi Hendrix e praticamente ogni chitarrista rock venuto dopo di lui. Nativo di St. Louis, in Missouri, Berry era un artista poliedrico e pieno di energia, che con il suo duck walk è diventato anche uno spettacolo per gli occhi, oltre che per le orecchie. È stato autore di pietre miliari come Johnny B. Goode, Roll Over Beethoven, Maybellene e Sweet Little Sixteen, che continuano a essere coverizzate ancora oggi. Berry, con i suoi riff potenti e gli assoli distintivi, resta indimenticabile soprattutto per il suo double-stop, ossia le due note suonate insieme.

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Chuck Berry.

Proseguendo, troviamo un altro mostro sacro del rock and roll, Elvis Presley, con la sua indimenticabile Jailhouse Rock. La sua musica poi si è estesa a tante altre influenze, arricchendosi di sfumature blues, country, gospel e pop.

L'influenza dei due giganti della musica rock è evidente soprattutto nei Beatles della prima ora, tra il 1957 e il 1962, quando ancora si spostavano tra i club di Amburgo e Liverpool tra una cover e l'altra. Già allora, però, la loro vena pop (da loro è nato questo genere) era sempre più lampante, soprattutto in canzoni come Love me do e Please Please me. Ma oltre al loro pop-rock, i Beatles hanno sperimentato tantissimo, passando dal beat al folk rock, per poi addentrarsi in meandri psichedelici, hard rock, proto-progressive e persino blues.

Che dire invece di Bob Dylan, che ha fatto innamorare migliaia di persone con i suoi testi profondi e poetici, dai connotati politici e sociali? I suoi inizi, nei primissimi anni '60, sono stati decisamente folk, ma dal 1965 in poi ha introdotto la chitarra elettrica e un sound più aggressivo, come in Subterranean Homesick Blues. Poi il rock è sfumato in una fase più country e sperimentale, a grandi tratti introspettiva, con notevoli cambi di stile tra gli anni '70 e '80 che negli ultimi anni hanno preso in considerazione sempre di più generi come blues, folk e jazz, e che hanno contribuito ad alimentare la sua fama di leggenda vivente. I suoi testi gli valsero addirittura il Premio Nobel per la Letteratura nel 2016.

Di Bob Dylan chi non ha mai ascoltato la famosissima Like a Rolling Stone? Si dice che proprio da questa canzone ebbe origine il nome una delle band rock più famose della storia, i Rolling Stones. Nati come band blues (e qui non si possono non citare Little Red Rooster e Time Is on My Side) sotto l'influenza del padre del blues di Chicago Muddy Waters, il quartetto ha poi abbracciato un rock and roll elettrico e ribelle, dal sound grezzo e ritmato. Che piacciano oppure no, album come Beggars Banquet (1968) e Let It Bleed (1969) hanno decisamente contribuito a definire e plasmare il sound caratteristico del rock.

E non sono stati gli unici in questo senso, perché a definire il rock "come lo riconosciamo un po' tutti", c'è stato anche un altro gigante del genere, Jimi Hendrix, che ha iniziato la sua carriera come chitarrista nei primi '60 ma ha "sfondato" nel 1966 con la Jimi Hendrix Experience con Hey Joe. Il chitarrista di Seattle, che ha unito blues e rock psichedelico (fortemente influenzato dall'uso di droghe e dalla cultura hippy, il sound di questo genere si può tranquillamente descrivere come "allucinato", onirico, surreale) è ricordato ancora oggi per i suoi virtuosismi, la tecnica innovativa e i suoni distorti che hanno dato vita a canzoni famosissime come Purple Haze e Voodoo Child.

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Jimi Hendrix.

Parlando di psichedelia, subito vengono in mente i Doors, che avevano incorporato nel loro stile anche elementi blues e jazz e testi magnetici e mistici. Come dimenticare brani come Light My Fire, Riders on the Storm, The End e Peace Frog? Su questo filone troviamo anche Janis Joplin, che oltre al psychedelic rock aveva forti connotati soul e blues. La sua voce ruvida, graffiante e potente – con chiare influenze gospel – resta una delle più iconiche di quei tempi e dell'evento musicale più noto degli anni Sessanta, il Festival di Woodstock.

Avendo parlato di rock dai forti connotati blues è doveroso citare anche quello dei Fleetwood Mac (1967), che negli anni '70 e '80 sono diventati sempre più famosi e hanno ampliato la loro musica con sfumature di ogni genere. L'iconico Rumours (1977), con il batterista Mick Fleetwood e la cantautrice Stevie Nicks in una posa volutamente teatrale e stravagante, resta uno degli album più venduti di sempre.

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La copertina di Rumors del Fleetwood Mac (1977).

Insomma, gli USA e la Londra degli anni '60 sono stati una fucina di artisti incredibili, e citarli tutti sembra impossibile. Non possiamo però non citare anche i Buffalo Springfield (durati poco, ma notevoli), i cui membri più famosi, Stephen Stills e Neil Young, si incontrarono di nuovo musicalmente parlando poco tempo dopo, quando vennero fondati i CSNY (Crosby, Stills, Nash e Young). Entrambi i gruppi facevano folk e country rock con forti influenze psichedeliche, con testi molto impegnati e legati soprattutto ai movimenti contro la guerra. Parlando di country, è d'obbligo menzionare anche ai Creedence Clearwater Revival, che hanno mescolato il country rock e il blues con lo swamp rock (rock influenzato dalla musica del sud degli USA).

Ma concludiamo degnamente il decennio d'oro del genere – la cosiddetta “culla del rock” – con un gruppo che merita degni riconoscimenti a riguardo: gli indomabili Who. La band britannica è una miscela esplosiva (non esiste aggettivo migliore per definirla) di hard rock, power pop e opera rock, con un’energia brutale e irrequieta, vicini a quella generazione di giovani che si affacciava sul futuro, come testimonia la caotica e ritmatissima My Generation. Di loro tutto si può dire, ma c'è una cosa che non si può omettere: il leggendario bassista Keith Moon, con il suo stile selvaggio ha influenzato il percorso artistico di centinaia di batteristi in tutto il mondo.

Il rock dopo gli anni '60

Gli anni '60 si sono chiusi con la nascita del progressive rock, che sarebbe diventato sempre più importante nel decennio successivo, e che ha portato il genere rock alla sua piena maturità.

Il rock progressivo incorpora molti elementi della musica classica, del jazz e della psichedelia, ed è caratterizzato da brani lunghi, strutture complesse, virtuosismi strumentali e concept album. Tra i pionieri di questo genere ci sono sicuramente i Pink Floyd, poi migrati verso la psichedelia e lo space rock.

Poi sono arrivati i visionari e barocchi Genesis, che hanno segnato per sempre questo sottogenere con brani iconici come The Musical Box, Supper's Ready, Firth of Fifth e Dancing with the Moonlit Knight. E che dire dello spettacolare trio degli Emerson, Lake & Palmer, con le loro canzoni lunghissime (accompagnate dai sintetizzatori Moog) strutturate come opere sinfoniche, e dei Jethro Tull, con il loro rock dalle note blues e folk? Potremmo continuare a iosa su questo filone, ma concludiamolo citando gli epici e sinfonici Yes e gli audaci King Crimson, amanti dell'improvvisazione e pionieri del genere.

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La copertina di Selling England by the Pound dei Genesis (1973).

Il rock degli anni '70, però, è “sbocciato” anche grazie all'Hard Rock, con band di grande caratura come i Led Zeppelin, i potentissimi Deep Purple con il loro organo Hammond, gli ossianici Black Sabbath – che hanno gettato le basi dell'heavy metal – le ribelli Runaways (con influenze glam e punk), e gli intramontabili Lynyrd Skynird dalle tonalità southern e country.

Gli anni '80 invece hanno visto da una parte una mescolanza tra hard rock e heavy metal che ha dato il via all'hard and heavy di band come Guns N’ Roses, Motörhead, Mötley Crüe, Van Halen e Scorpions, e dall'altra l'affermarsi del glam rock (caratterizzato da uno stile sfavillante, eccentrico e glitterato ma pur sempre heavy) di gruppi come i Queen (la loro Bohemian Rhapsody è uno dei brani più famosi di sempre, ça va sans dire), i Def Leppard, i Whitesnake e l'ultraterreno ed etereo David Bowie, che poi ha virato verso tanti altri generi durante la sua carriera.

Intanto, in risposta al rock "mainstream", sono nati due generi: il punk rock e l’alternative rock. Il primo ha un nome che parla da solo: si fonde con il punk. La sacerdotessa del genere è Patti Smith, rivoluzionaria e poetica, che con i suoi testi attivisti ha lasciato un segno indelebile nella musica di quegli anni. Il secondo genere, invece, è quello che poi avrebbe dominato negli anni '90, con sonorità variegate che spaziano dal grunge al britpop, fino a influenze post-punk e indie. Tra le band più influenti di questo filone musicale ci sono i Cure (decisamente gotici e onirici), gli istrionici Pixies (fondamentali per il grunge e l'indie rock di fine anni '90 e inizio anni Duemila) e gli ipnotici Sonic Youth, dal sound decisamente più sperimentale e oscuro.

Ma visto che l'abbiamo citato, eccoci giunti agli anni '90 con il grunge, con le sue chitarre distorte, i testi bui e malinconici e l'estetica trasandata e nostalgica. Il genere, nato appunto dall'alternative rock come evoluzione della New Wave – corrente sperimentale e futuristica di cui hanno fatto parte i pionieri Talking Heads e Devo, e poi anche gli Smiths, e i Joy Division, più sul filone rock e post-punk – da una parte vede come protagonisti Nirvana, Pearl Jam e Stone Temple Pilots, e dall'altra vede band come i Soundgarden e gli Alice in Chains (potenti e magnetici i primi e intensi e tormentati i secondi), che si sono contraddistinte per essere andate verso un grunge sempre più metal (heavy per i primi, doom per i secondi), creando un tagliente stacco rispetto al grunge circostante. Il genere, che fino al 1995 ha raccolto migliaia di persone in tutto il mondo, è diventato via via sempre più di nicchia sul finire degli anni '90, virando verso il melodico (ne sono un esempio cardine i Foo Fighters).

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E parlando di anni '90 possiamo chiudere questo capitolo di storia del rock con un vero poeta, Jeff Buckley, che ha mescolato sapientemente elementi rock, jazz, folk e soul. Una carriera breve ma intensa, che ha lasciato un'impronta anche sugli artisti che sono venuti dopo. L'album Grace (1994) resta uno dei più iconici dell'alternative rock.

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Questo genere poi negli anni 2000 si è gradualmente fuso l'indie rock (anch'esso sperimentale, spesso legato a etichette indipendenti) dal sound retrò, con artisti come gli americani Strokes e i My Chemical Romance (virati verso emo e pop punk), e i taglienti e romantici Arctic Monkeys e gli spensierati e orecchiabili Kooks (il cui nome è stato ispirato dalla canzone "Kooks" di Bowie, contenuta nell'album Hunky Dory). Tra gli artisti più giovani invece, si sono fatti strada negli ultimi anni i britannici Nothing But Thieves  – emotivi, dinamici e profondamente accattivanti – e Sam Fender, dal sound più melodico, epico e nostalgico.

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Veronica Miglio
Storyteller
Innamorata delle parole sin da bambina, ho scelto il corso di lingue straniere per poter parlare quante più lingue possibili, e ho dato sfogo alla mia vena loquace grazie alla radio universitaria. Amo raccontare curiosità randomiche, la storia, l’entomologia e la musica, soprattutto grunge e anni ‘60. Vivo di corsa ma trovo sempre il tempo per scattare una fotografia!
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