Tutti gli Stati hanno bisogno di servizi segreti, cioè agenzie preposte alla raccolta di informazioni e all’organizzazione di operazioni sotto copertura all’interno del territorio nazionale e all’estero. In Unione Sovietica i servizi segreti sono stati riformati più volte. Negli anni dello stalinismo esisteva una polizia speciale, la NKVD, che fu la principale responsabile delle spietate repressioni ordinate dal regime.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale nacque il KGB, che acquisì le competenze sia sulle operazioni all’interno del territorio nazionale, sia su quelle all’estero. Nel corso della Guerra Fredda, il KGB ha costantemente “combattuto” contro i servizi degli Stati Uniti, in particolare la CIA, ed è riuscito a ottenere alcuni successi significativi. Quando l’URSS stava per crollare, i leader del KGB furono tra gli organizzatori del tentativo di colpo di Stato mirante a restaurare il sistema sovietico. Il fallimento del tentativo comportò la fine dell’Unione Sovietica e del suo servizio segreto.
La polizia segreta in Russia e in Unione Sovietica
Già al tempo degli zar in Russia esisteva una polizia segreta, l’Ochrana, che si occupava di operazioni all’estero e del controllo dei dissidenti politici all’interno. Nel 1917, quando i bolscevichi presero il potere e avviarono l’instaurazione del regime comunista, crearono anche una nuova polizia, la Ceka, che fu impiegata nella guerra civile combattuta dal 1917 e al 1922 tra il governo e le forze che volevano ripristinare il sistema zarista.
La Ceka era diretta da Feliks Djerzinskij e aveva sede nell’edificio della Lubjanka, un palazzo di Mosca che sarebbe diventato tristemente famoso come sede di tutti i servizi segreti sovietici. I “cekisti” conseguirono risultati importanti, riuscendo a infiltrare i propri agenti tra i leader delle armate controrivoluzionarie, ma le loro operazioni costarono la vita a migliaia di persone, che furono condannate a morte e fucilate.
Nel 1922 nacque l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS), che era organizzata come una federazione e comprendeva la Russia e altre repubbliche più piccole. La Ceka fu così sostituita da un’altra organizzazione, la GPU, che restò in funzione fino agli anni ’30.
La NKVD e la repressione staliniana
Nel 1934 Josif Stalin ricostituì il Commissariato del popolo per gli affari interni (NKVD), una sorta di ministero dell’interno, che si dotò di specifici corpi di polizia per le operazioni segrete. Negli anni dello stalinismo ebbero luogo le «purghe» degli oppositori, cioè la persecuzione di tutti coloro che potevano fare ombra al dittatore. L’NKVD fu lo strumento usato da Stalin per eliminare i suoi avversari e, a tale scopo, organizzò processi farsa e talvolta fabbricò prove false contro gli avversari, veri o presunti, del regime. Dal 1938 il Commissariato fu guidato da Laurenti Berja, un sinistro personaggio, noto per essere stato il principale artefice delle repressione stalinista.
La NKVD si occupava anche di operazioni all’estero, tra le quali era compresa l’eliminazione fisica degli oppositori di Stalin. L’assassinio più celebre fu quello di Lev Trotskij, un anziano uomo politico che era stato uno dei protagonisti della rivoluzione del 1917, assassinato in Messico nel 1940. La NKVD fu coinvolta anche nella Seconda Guerra Mondiale, incaricata degli interrogatori dei prigionieri, dei sabotaggi ai danni dei nazisti e di altre mansioni.
La nascita del KGB e la sicurezza interna
Nel 1953 morì Stalin e i dirigenti del Partito comunista, tra i quali Nikita Kruscev, decisero di eliminare anche Berja. Il capo dell’NKVD fu ucciso in circostanze mai chiarite e le maglie della repressione si allentarono. L’NKVD fu sciolta e fu creata una nuova agenzia di intelligence, il Comitato per la sicurezza dello Stato, o KGB, nato ufficialmente il 13 marzo 1954 e restato attivo per tutta la Guerra Fredda.
Il KGB era l’unico servizio segreto sovietico e si occupava sia delle operazioni all’interno del Paese, sia dello spionaggio all’estero, a differenza di quanto avveniva negli Stati Uniti, nei quali esistevano diverse agenzie di intelligence. Il KGB era organizzato come un corpo militare e aveva al suo servizio sia agenti incaricati dello spionaggio, sia soldati per le operazioni speciali. All’interno del territorio nazionale, uno dei compiti principali del KGB era il controspionaggio, cioè il contrasto agli agenti nemici. Il servizio russo, pertanto, divenne il principale rivale della CIA.
Le operazioni all’estero del KGB
Il KGB era attivo anche all’estero. Anzitutto, aveva uffici nei Paesi satellite dell’URSS, cioè i regimi socialisti fondati nell’Europa orientale dopo la Seconda Guerra Mondiale, per controllare la loro linea politica e raccogliere informazioni. In Germania dell'Est uno degli agenti fu lo stesso Vladimir Putin, attuale presidente della Russia, che prestò servizio a Dresda dal 1985 al 1989.
Il KGB, inoltre, fu capace di infiltrare i suoi agenti nei Paesi nemici, compresi gli Stati Uniti. Tra le spie più note vi era Rudolf Abel, arrestato dall’FBI nel 1957 e liberato alcuni anni dopo in uno scambio di prigionieri. Il servizio sovietico riuscì anche a reclutare alcuni agenti americani e a farsi passare da loro informazioni top secret.
Il KGB, inoltre, si occupò anche di operazioni di “politica estera”, cercando di destabilizzare i governi non allineati e di orientare l’opinione pubblica di alcuni Paesi. Particolarmente rilevante fu il suo ruolo in Bangladesh, un Paese resosi indipendente nel 1971, e in Afghanistan, che l’URSS invase nel 1979.
Il colpo di stato del 1991 e il crollo dell’Unione Sovietica
Nella seconda metà degli anni ’80 il leader dell’Unione Sovietica, Michail Gorbacev, promosse riforme significative sia sul piano politico, sia su quello economico. Il sistema sovietico, però, era sul punto di crollare. Nel 1989 i regimi socialisti dell’Europa orientale furono rovesciati e in URSS ampi strati della popolazione ritenevano insufficienti le riforme e volevano cambiare completamente il sistema. I settori più conservatori della classe dirigente, al contrario, avrebbero voluto annullare le riforme di Gorbacev e tornare al passato.
Nell’agosto del 1991 il direttore del KGB, Vladimir Khryuchkov, organizzò un colpo di Stato per instaurare un governo autocratico, ma il tentativo fallì e gli organizzatori furono arrestati. Il KGB non aveva partecipato al colpo di stato in maniera compatta, perché una parte degli agenti era a favore delle riforme di Gorbacev, ma il fallimento dell’operazione rappresentò la fine dell’URSS. Nel volgere di pochi mesi tutte le repubbliche che componevano l’Unione, compresa la Repubblica russa, dichiararono l’indipendenza e nel mese di dicembre l’URSS cessò di esistere. L’eredità del KGB fu quindi raccolta dalle agenzie di intelligence delle repubbliche ex sovietiche. La più importante è l’FSB della Russia, che continua ad avere sede nell’edificio della Lubjanka.