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8 Settembre 2025
14:30

Chi può diventare Santo: i requisiti e il processo fino alla canonizzazione

Lo scorso 7 settembre sono stati proclamati santi da Leone XIV i giovanissimi Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati. Diventare santi è un percorso lungo e regolato: si parte dalla fama di santità, poi si diventa Servo di Dio, Venerabile, Beato (con un miracolo) e infine Santo (con un secondo miracolo). Alcuni casi, come Giovanni Paolo II, hanno avuto procedure accelerate.

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Chi può diventare Santo: i requisiti e il processo fino alla canonizzazione
piazza san pietro gremita
Piazza San Pietro gremita, il 5 aprile 2005, giorno della morte di San Giovani Paolo II; via Wikimedia Commons

Il 7 settembre 2025, in una Piazza San Pietro gremita di fedeli, Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati sono stati proclamati santi da Papa Leone XIV. Due giovani molto diversi per epoca e contesto, ma entrambi capaci di incarnare una santità vicina alle nuove generazioni. Carlo, anche noto come il "santo millennial", morì a soli 15 anni nel 2006 a causa di una leucemia: appassionato di informatica e di fede, è noto per aver creato un sito web sui miracoli eucaristici e per il miracolo che ha reso possibile la sua canonizzazione, la guarigione di una studentessa costaricana da una grave lesione cerebrale. Pier Giorgio, torinese, morto nel 1925 a soli 24 anni di poliomielite, è ricordato per la sua passione per la montagna, il suo impegno sociale e la vicinanza ai poveri.

Nel suo messaggio, il Papa ha sottolineato come entrambi mostrino che la santità non è lontana né irraggiungibile, ma si può vivere nella vita quotidiana:

Guardiamo a Carlo e Pier Giorgio — ha detto — come esempi concreti di giovani che hanno saputo vivere con gioia, fede e generosità.

Diventare santi, però, non è un titolo onorifico dato a caso: è un processo lungo e preciso, regolato dalla Chiesa cattolica da secoli. Non basta che una persona morta da tempo sia stata amata o ammirata: bisogna dimostrare con delle testimonianze autentiche che abbia vissuto le virtù cristiane in modo eroico, che abbia lasciato una fama di santità e, spesso, che si siano verificati miracoli grazie alla sua intercessione. Il percorso è fatto di tappe: Servo di Dio, Venerabile, Beato e infine Santo.

Chi può essere santo e cosa si deve fare: la nomina a Servo di Dio

Il primo santo della storia è stato Santo Stefano. Ma che significa questa parola? La parola "santo" indica qualcosa di sacro, inviolabile o dedicato a Dio, e per la chiesa cattolica è “colui o colei che sull'esempio di Gesù Cristo, animato o animata dall'amore, vive e muore in grazia di Dio”.

Chiunque può diventare santo, anche senza avere particolari doni o capacità. La prima scintilla è la fama di santità. È la convinzione diffusa che quella persona abbia vissuto la fede in maniera autentica, con una vita integra e generosa. Chi l’ha conosciuto ricorda la sua influenza positiva, le opere buone, la morte vissuta come testimonianza di fede. Se questa fama cresce e resiste nel tempo, la Chiesa può aprire il processo.

La prima tappa del processo è la fase diocesana, in cui il Vescovo apre ufficialmente l’inchiesta, e la persona viene chiamata Servo di Dio. Da qui inizia un lavoro minuzioso: il postulatore raccoglie documenti, scritti, testimonianze, e un tribunale locale, insieme a storici e teologi, verifica se abbia vissuto le virtù in modo eroico.

Come si raggiunge la santità: l’iter Venerabile, Beato, Santo

Una volta chiuso il fascicolo in diocesi, tutto si sposta a Roma, al Dicastero delle Cause dei Santi.
Qui si prepara la Positio, una sorta di “dossier” che racconta la vita e le virtù del candidato. Consultori teologi, cardinali e vescovi lo esaminano: se il giudizio è positivo, il Papa proclama il candidato Venerabile, riconoscendo che ha vissuto fede, speranza, carità e le altre virtù cristiane in maniera eccezionale.

Per diventare Beato, servono due condizioni: se la persona (che deve essere necessariamente deceduta) è un martire, la beatificazione è immediata; altrimenti, occorre un miracolo riconosciuto, di solito una guarigione rapida e inspiegabile secondo la scienza. Medici e teologi analizzano il caso: solo se è davvero inspiegabile, viene approvato. Da quel momento, il Beato può essere venerato pubblicamente nella sua diocesi o comunità.

Il passo finale per la santità – dopo la morte, e aver compiuto un miracolo – è la canonizzazione, e per essa serve un secondo miracolo, avvenuto dopo la beatificazione.
Con questo atto, il Papa proclama ufficialmente il nuovo Santo e lo propone come modello universale di vita cristiana. Un tempo bastava l’acclamazione popolare per proclamare un santo. Ma dal XVI secolo la Chiesa ha fissato regole precise per evitare abusi. A dare pepe al processo c’è anche il ruolo del cosiddetto “avvocato del diavolo”, cioè il promotore della fede, che ha il compito di controllare con rigore ogni prova, cercando falle e contraddizioni.

I casi speciali: Giovanni Paolo II e non solo

Non sempre, però, le cause seguono il percorso standard.
Esiste l’equipollenza, con cui il Papa può riconoscere un culto diffuso da tempo senza attendere i miracoli. Oppure ci sono le dispense straordinarie, quando il Pontefice decide di accelerare i tempi. È quello che accadde con Giovanni Paolo II: morto nel 2005, la sua causa di beatificazione fu aperta da Benedetto XVI dopo poche settimane, senza aspettare i cinque anni previsti. Il suo processo è rimasto uno dei più rapidi della storia moderna, grazie alla fama di santità planetaria che aveva lasciato. Un altro caso speciale è quello di Giovanni XXIII, proclamato santo da papa Francesco senza il secondo miracolo richiesto, proprio per la sua fama riconosciuta in tutto il mondo.

Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati: i due nuovi santi

La recente canonizzazione di Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati, avvenuta lo scorso 7 settembre 2025 sotto il pontificato di papa Leone XIV, mostra quanto la santità possa parlare al nostro tempo. Pier Giorgio Frassati (1901-1925) visse la fede con impegno sociale, aiutando i poveri e unendo spiritualità e vita quotidiana. Il suo motto “Verso l’alto” è diventato simbolo di un cristianesimo che guarda lontano, con i piedi ben piantati nella realtà. Carlo Acutis (1991-2006), appassionato di computer e calcio, ha usato Internet per diffondere i miracoli eucaristici, diventando un modello di santità nell’era digitale. Come ha detto papa Leone XIV in Piazza San Pietro, sono due “santi della porta accanto”, vicini alle nuove generazioni e capaci di dire che la santità non è lontana, ma alla portata di tutti.

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